tag:blogger.com,1999:blog-3181702407683601792024-03-13T08:03:30.684-07:00Bonjour ItalieRassegna stampa di lingua francese a cura e tradotta da Claudia MarruccelliClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.comBlogger104125tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-76532589293566193792013-07-26T09:00:00.000-07:002013-08-01T04:39:26.750-07:00Concorso Miss Italia: mai più sulla RAI, polemiche sulla televisione italiana <div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span lang="FR" style="mso-ansi-language: FR;"><span style="font-family: Arial;"></span></span></div>
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<a href="http://www.huffingtonpost.fr/2013/07/19/miss-italie-ceremonie-plus-retransmise-television-publique-tele-italienne-remise-en-question_n_3622039.html">Élection de Miss Italie : la cérémonie n'est plus retransmise à la télévision publique, la télé italienne remise en question </a><br />
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di Sandra Lorenzo<br />
Pubblicato in <a href="http://www.huffingtonpost.fr/2013/07/19/miss-italie-ceremonie-plus-retransmise-television-publique-tele-italienne-remise-en-question_n_3622039.html">Francia</a> il 19 luglio 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli per <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/25/miss-italia-ne-nude-ne-mute/666389/#disqus_thread">Il Fatto</a><br />
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La decisione della RAI con cui è stata annunciata l'intenzione di non trasmettere la settantaquattresima edizione del concorso di Miss Italia, a causa dei dati di ascolto in costante declino da alcuni anni, ha creato una polemica sul ruolo delle donne nella televisione italiana. Il Presidente della RAI ha motivato la decisione spiegando che il programma è "antiquato". <br />
Il 15 Luglio, mentre il tema era ancora scottante, il Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, aveva definito la decisione della RAI come una "scelta moderna e civile". La rappresentante di SEL, in occasione di una conferenza sulla violenza contro le donne, ha dichiarato che alla televisione italiana "solo il 2% delle donne esprime pareri, parla. Il resto è muto, a volte svestito”. <br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-7x38yiRGoqo/UfEK5anzIKI/AAAAAAAAGzE/GPt1NwuLd_k/s1600/r-MISS-ITALIE-large570.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img bba="true" border="0" height="133" src="http://4.bp.blogspot.com/-7x38yiRGoqo/UfEK5anzIKI/AAAAAAAAGzE/GPt1NwuLd_k/s320/r-MISS-ITALIE-large570.jpg" width="320" /></a></div>
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<strong>"Donne mute in bikini, non c'è nulla di scandaloso"</strong><br />
La sua posizione riflette quella di molte donne, tra le quali Lucetta Scaraffia, storico e giornalista che ha pubblicato un editoriale sull'Osservatore Romano, il giornale del Vaticano. «Miss Italia è giusto lasciarla cadere nell'oblio che oggi merita» scrive secondo l'agenzia Apic. <br />
Anche Ilaria Borletti, il Sottosegretario di Stato per la cultura, si schiera dalla parte di Laura Boldrini: "Negli ultimi 15 anni l’immagine della donna in televisione è stata man mano svilita e schiacciata, senza che venisse proposto un modello alternativo e più consono allo straordinario percorso che le donne in Italia hanno fatto nel lavoro, nelle professioni e nella società per affermarsi" riferisce il sito nouvellesnews.fr. <br />
Alcuni politici non hanno perso l’occasione per difendere questo programma televisivo. Tra questi Gian Marco Centinaio, un rappresentante della Lega Nord (estrema destra) che non ha esitato a tracciare un parallelo con l'islam radicale. "Le donne hanno il diritto sacrosanto di mostrare orgogliosamente la propria avvenenza. Non c'è nulla di scandaloso né di scabroso in donne mute in bikini. Che cosa preferirebbe [Laura Boldrini]? Miss Burka?" <br />
La creatrice del concorso ha provato a difendere il programma che riunisce "cinquemila ragazze che liberamente si sono iscritte e che partecipano - nè nude, nè mute - per conquistare quella visibilità che nessun altro evento mette loro a disposizione in maniera così seria e pulita. E’ in questa maniera che abbiamo permesso a numerose ragazze di lavorare oggi in Rai, nella moda e nella pubblicità " riporta nouvellesnews.fr. Ma il dibattito ha preso tutt’altra piega. <br />
L'esposizione del corpo delle donne nella televisione italiana è un problema che agita la società da alcuni anni. Nel 2009, fece scalpore il documentario "Il corpo delle donne" di Lorella Zanardo. La giovane regista ha visionato 400 ore di televisione. Argomento: donne mezze nude che vengono palpeggiate sui glutei in diretta come se fossero dei prosciutti o parcheggiate in cubi di vetro a sorridere senza aprire bocca, come riportato da Slate.fr. <br />
Scene di ordinaria televisione per i telespettatori italiani, ma che agli occhi di Laura Boldrini sono nient'altro che una "anomalia". "Altrove in Europa, dice, non c’è l'abitudine di utilizzare donne mezze nude per pubblicizzare yogurt, televisori, borse. <br />
Queste bamboline sexy, che in italiano sono chiamate “Veline”, non possono pretendere molto di più che sposare un calciatore e quindi interrompere le attività di ballerine da lap dance in diretta. Nonostante siano ancora molto popolari, il malcontento inizia a crescere e si moltiplicano blog e gruppi su Facebook contro di loro. Simbolo dell'era Berlusconi, sono sopravvissute fino ad oggi, ma per quanto tempo ancora? <br />
In Francia, il concorso annuale di Miss ha un futuro splendente davanti a sé. TF1 ha realizzato un record di ascolti lo scorso dicembre: la trasmissione è stata seguita da più di 8,1 milioni di telespettatori in media, ossia il 40% del pubblico...ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-39174827233350599632013-07-24T23:13:00.001-07:002013-07-24T23:13:21.476-07:00L’Italia perde i suoi gioielli di famiglia<em>
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<h1 class="entry-title full-title">
<span class="entry-title">Bye bye made in Italy, assalto ai grandi marchi</span></h1>
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</em>Articolo originale: "L’Italie perd ses bijoux de famille" - di Ariel Dumont apparso su <a href="http://fr.myeurop.info/2013/07/11/l-italie-perd-ses-bijoux-de-famille-11513">fr.myeurope.info</a>Traduzione di Claudia Marruccelli per <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/18/bye-bye-made-in-italy-lassalto-ai-grandi-marchi-italiani/659996/">Il Fatto</a>
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-5d7CsZwtg6Y/UfDB800UVUI/AAAAAAAAGy0/AyJQtsnls6w/s1600/sipa_00638521_000006.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img bba="true" border="0" height="183" src="http://1.bp.blogspot.com/-5d7CsZwtg6Y/UfDB800UVUI/AAAAAAAAGy0/AyJQtsnls6w/s320/sipa_00638521_000006.jpg" width="320" /></a></div>
<br /><br /><strong><em>Addio Riso Scotti, Chianti, Pasticceria Cova, salumi Fiorucci o latte Parmalat! L’Italia spalanca la sua cassaforte industriale e si lascia portar via i gioielli di famiglia. Marchi icone emblematiche della sua fama, nel corso degli ultimi vent’anni, la maggior parte dei suoi fiori all’occhiello sono stati ceduti a grandi gruppi stranieri, in particolare francesi come la holding LVMH.</em></strong><br /><strong>LVMH si fa un regalo di cachemire</strong><br />
<strong><br /></strong>Il mese scorso, il gruppo della famiglia Pinault, che aveva già iniziato lo shopping transalpino nel 1999, appropriandosi di Gucci dopo altre etichette di lusso, ha fatto di recente un’offerta di acquisto per la Pasticceria Cova [di Milano ndt]. I dettagli dell’acquisizione non sono stati divulgati, ma l’affare potrebbe complicarsi. Il gruppo Prada, che sperava di unirsi in matrimonio con il gruppo Cova, si è rivolto alla giustizia italiana per richiedere l’annullamento della vendita. La prima udienza si terrà la prossima settimana. Continuando la sua campagna in Italia, la LVMH ha appena messo nel cestino della spesa anche il marchio del maglificio di cachemire Loro Piana. Costo dell’operazione per il gruppo francese: 2,4 miliardi di euro.<br /><br /><strong>I francesi stanno depredando il settore agroalimentare italiano</strong><strong><br /></strong>Anche il settore agroalimentare è un bel bersaglio. Una buona fetta è finita anche nelle tasche dei francesi. A partire dal Gruppo Lactalis, che ha acquistato la Parmalat. Due anni fa, il gruppo francese Cristalco ha fatto suo il 49% del capitale sociale dei zuccherifici Eridania. Dall’inizio dell’anno hanno cambiato padrone altri tre importanti marchi. Prima Riso Scotti, che ha ceduto il 25% del suo capitale al colosso alimentare spagnolo Ebro Foods per un assegno di 18 milioni di euro. Quindi è toccato all’azienda vinicola Casanova, sottratta da un industriale di Hong Kong specializzato nel settore farmaceutico. <br />Infine, i pomodori pelati del gruppo Ar Alimentari, primo produttore italiano, sono stati venduti alla società anglo-giapponese Princes, controllata dalla Mitsubishi. Secondo la Coldiretti, la Confederazione dell’organizzazione di produttori agricoli, la fuga dei marchi agroalimentari costa ogni anno alla penisola un giro d’affari di una decina di miliardi di euro. Anche la grande distribuzione non ne è rimasta immune, presa d’assalto da Carrefour, Castorama, Auchan e Leroy-Merlin.<br /><br /><strong>Lo spettro delle delocalizzazioni </strong><strong><br /></strong>Nel settore della moda, la Francia ancora una volta fa la parte del leone in Italia. Il brand dello stilista Gianfranco Ferré è stato acquistato da Paris Group, mentre Bernard Arnault si è dato alla gioielleria strappando il colosso mondiale con un fatturato annuo vicino a 1,2 miliardi di euro. Nell’industria, i tedeschi hanno battuto il famoso produttore di moto Ducati, passata sotto l’Audi Cup per 860 milioni di euro.<br />“Il cambiamento di proprietà spesso comporta lo spostamento di risorse finanziarie della società acquisita, la delocalizzazione della produzione, la chiusura degli stabilimenti e una riduzione nell’occupazione“, ha detto Sergio Marini, presidente dell’associazione degli agricoltori Coldiretti. <br />Due esempi confermano queste parole: l’acquisto di Parmalat da parte del Gruppo Lactalis, che ha beneficiato del recupero di liquidità dopo il salvataggio del gruppo e l’ondata di licenziamenti negli stabilimenti Fiorucci, acquistati nel 2011 dal gruppo iberico Campofrio. <br />Come fermare il massacro del made in Italy e frenare la fuga delle grandi marche? ”Creando un settore agricolo totalmente italiano e potenziando il motore industriale utilizzando misure sostenibili” questa la proposta di Sergio Marini. Purtroppo l’esecutivo italiano che ha recentemente appreso del nuovo abbassamento di rating da parte dell’agenzia Standard & Poors non ha davvero la testa per pensare agli investimenti.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-67762507188962396682013-07-24T23:07:00.002-07:002013-07-24T23:07:52.386-07:00Le mani della mafia sull’ambiente, in Italia<div id="title-bar">
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<strong></strong> <em><a href="http://www.reporterre.net/spip.php?article4491"><span style="font-size: large;"><strong>En Italie, l’environnement tombe dans les mains de la mafia</strong></span></a></em></div>
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<em>Articolo originale di <strong>Andrea Barolini</strong> apparso in Francia su <a class="external" href="http://www.reporterre.net/spip.php?article4491" target="_blank">Reporterre</a>Traduzione di Claudia Marruccelli <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/13/criminalita-ambientale-business-sempre-piu-in-crescita/654012/">Il Fatto </a></em></div>
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<strong><em>Dalle nuove fonti di energia alla Torino-Lione, dal problema dello smaltimento dei rifiuti a quello dell’abusivismo immobiliare, la mafia è sempre più presente in tutti i settori dell’ambiente. Questo è ciò che emerge dal rapporto Ecomafia, presentato per la prima volta in Francia. </em></strong></div>
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-KMwtKH6Zq8s/UfDAq6K91-I/AAAAAAAAGyk/9MgbCj1sKnU/s1600/arton4491-c7170.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img bba="true" border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-KMwtKH6Zq8s/UfDAq6K91-I/AAAAAAAAGyk/9MgbCj1sKnU/s1600/arton4491-c7170.jpg" /></a></div>
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<br />34120 crimini, 28132 persone denunciate alle autorità, 161 agli arresti domiciliari, 8 286 pignoramenti giudiziari e un fatturato di quasi 17 miliardi di euro. È la fotografia della criminalità ambientale italiana: un gigantesco business, oggi gestito da 302 clan mafiosi. <br />Per anni, anzi decenni, le infiltrazioni criminali nella gestione dei rifiuti o nello sviluppo delle energie rinnovabili sono aumentate in modo incredibile. E le cifre – diffuse dal rapporto 2013 di Ecomafia, la più completa relazione sul ruolo della criminalità organizzata in Italia nel settore dell’ambiente, compilato dall’associazione ecologista Legambiente – sono eloquenti. <br />Ciò che preoccupa maggiormente le autorità italiane è la distribuzione geografica dei crimini: la maggior parte (45,7%) sono localizzati ancora nelle quattro regioni con la più alta presenza mafiosa (Sicilia, Campania, Puglia e Calabria), ma anche nel Lazio (regione della capitale, Roma) e in Toscana (con Firenze, Siena e Pisa). Inoltre, il numero di reati è in netta crescita: + 15,4% nel 2012 rispetto al 2011. <br />Questa è una delle conseguenze della ramificazione al centro-nord della mafia che arriva da Napoli e Caserta, le due “capitali” della camorra, una mafia estremamente attiva soprattutto nella gestione dei rifiuti. <br />È probabilmente per lo stesso motivo che l’Umbria è passata in un solo anno dal sedicesimo all’undicesimo posto nella “classifica” delle regioni meno virtuose. Ma preoccupanti sono anche i numeri che riguardano il nord del paese, lontano dal “quartier generale” mafioso del sud: i reati ambientali nel Veneto sono aumentati del 18,9% rispetto al 2011, mentre la Liguria ha registrato un incremento del 9,1% dei reati.<br /><br /><strong>L’economia illegale incassa nonostante la crisi</strong><br />“L’economia dell’Ecomafia – ha detto il Presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza in un comunicato stampa – è l’unica economia italiana che risulta in crescita in un contesto di crisi diffusa, riuscendo a costruire abitazioni abusive allo stesso ritmo degli anni precedenti, mentre il mercato immobiliare nazionale crolla”. <br />È un’economia che nasce da una comunione d’interessi tra imprenditori senza scrupoli, sindaci e amministratori collusi, funzionari corrotti, professionisti privi di etica e boss della mafia. Falsificano documenti e bilanci e operano grazie al “dumping” ambientale, all’evasione fiscale, al riciclaggio di denaro, alla corruzione, alla compravendita di voti e alle infiltrazioni in appalti pubblici. <br />Non è solo l’aspetto economico dell’affare che attira la mafia, ma la prospettiva dell’impunità. Infatti, la maggior parte dei tribunali italiani riescono a sanzionare tali reati soltanto dal punto di vista amministrativo: basta quindi pagare una multa per regolare i conti con la giustizia. <br />La cosa è molto evidente nel settore immobiliare. Il numero di edifici costruiti abusivamente è passato dal 9% del totale delle costruzioni nel 2006 al 16,9% (stimato) nel 2013. Nello stesso periodo, i numeri degli edifici a norma sono crollati da 305 000 a 122 000, mentre quelli abusivi hanno subito solo un lieve calo. <br />Questo fenomeno si verifica principalmente perché il mercato illecito è sostenuto dai prezzi che può garantire: il costo medio per costruire un’abitazione è di 155 000 euro in Italia, mentre se si sceglie l’abusivismo, verrà a costare non più di 66.000 euro in media. Certamente, ci sono dei rischi. Ma tra il 2000 e il 2011, giudici hanno ordinato soltanto 46 760 demolizioni, di cui appena il 10,6% sono state eseguite…<br /><br /><strong>Rifiuti, settore agroalimentare, energie rinnovabili: nulla sfugge</strong><br />I reati contro l’ambiente non risparmiano alcun settore. Legambiente ricorda che nel 2012 i crimini contro la sicurezza alimentare – nella filiera agricola – sono stati 4.173 (più di 11 al giorno), e i giudici hanno ordinato sequestri per un valore nominale di 672 milioni di euro. <br />Inoltre, l’Ufficio Centrale Antifrode indica che la quantità di materiale sequestrato alle dogane dei porti italiani è raddoppiata tra il 2011 e 2012, passando da 7.000 a circa 14000 tonnellate. Si tratta principalmente di materiali ufficialmente destinati al riciclaggio – plastica, carta o acciaio – ma che sono in realtà spediti in Corea del sud, Cina, Hong Kong, Indonesia, India o Turchia. <br />Questi flussi garantiscono ai mafiosi enormi quantità di denaro e danneggiano doppiamente l’economia: primo, perché riescono a deviare fondi statali destinati al riciclaggio dei rifiuti e secondo, perché essi intaccano l’ambito delle aziende in regola. Basta infatti presentare qualche documento falso per essere accreditati come “azienda di riciclaggio”.<br /><br /><strong>Le nuove fonti di energia invase dalla mafia</strong><br />Lo stesso problema si verifica nel settore delle energie rinnovabili, che sono sostanziosamente finanziate dalle amministrazioni pubbliche italiane ed europee. Un “tesoro” che non è sfuggito all’attenzione dei clan mafiosi: <br />“Le organizzazioni criminali – ha confermato la DNA (Direzione Nazionale Antimafia) nella sua ultima relazione annuale – sono molto interessate a impianti di energia pulita, perché beneficiano di sovvenzioni. Per stornarle a loro vantaggio, la mafia corrompe funzionari e le autorità che gestiscono le procedure di autorizzazione”.<br /><br /><strong>Una corruzione in crescita … fino alla Torino-Lione</strong><br />La corruzione è il cuore del problema. Secondo la DNA, gli arresti per corruzione sono raddoppiati durante la prima metà del 2012 rispetto agli ultimi sei mesi dell’anno precedente. In particolare, le indagini giudiziarie sui casi di «corruzione ambientale», tra gennaio 2010 e maggio 2013, hanno raggiunto la cifra impressionante di 135. <br />Tangenti pagate ad amministratori, rappresentanti politici e funzionari pubblici garantiscono l’emissione di concessioni per costruire abitazioni, autostrade, discariche, parchi solari o centrali eoliche. Solo nel 2012, venticinque amministrazioni comunali sono stati sospese per infiltrazioni mafiose, inclusa quella di Reggio Calabria, che conta più di 186.000 abitanti. <br />“La debolezza strutturale della pubblica amministrazione è stata terreno fertile per la criminalità organizzata non solo per motivi economici, ma anche semplicemente per rimarcare la propria supremazia sul territorio,“, ha dichiarato Valerio Valenti, prefetto siciliano, nel suo comunicato stampa. Valenti ha fatto pressioni per la nomina di un Commissario prefettizio nell’amministrazione locale calabrese. <br />Recentemente, una notizia molto preoccupante è arrivata anche della Val di Susa, in Piemonte, dove è prevista la costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione. Dopo i controlli sui fornitori, una società con sede a Rovigo (in Veneto) è stata esclusa perché non aveva passato i controlli obbligatori antimafia. Si tratta della Pato Perforazioni, che non dovrebbe essere più presente in cantiere. Ma, secondo le informazioni pubblicate sul sito TG Valle Susa, non ha ancora abbandonato i lavori…</div>
ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-80871328529888861722013-07-18T00:15:00.001-07:002013-07-18T00:15:26.745-07:00Le relazioni pericolose dell'Italia con il dittatore kazako <div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="font-family: Calibri;"></span></span></div>
<br /><a href="http://fr.myeurop.info/2013/07/15/les-liaisons-dangereuses-de-l-italie-avec-le-dictateur-kazakh-11568"><span style="font-size: large;">Les liaisons dangereuses de l’Italie avec le dictateur kazakh</span></a><br />
<br />
Di Ariel Dumont<br />
Pubblicato in <a href="http://fr.myeurop.info/2013/07/15/les-liaisons-dangereuses-de-l-italie-avec-le-dictateur-kazakh-11568">Francia</a> il 15 luglio 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
<br /><em>Era la mezzanotte del 31 maggio. La zona residenziale di Casal Palocco, situata a 15 km dal mare, a sud della capitale italiana, è immersa nel silenzio. In una villa con piscina, protetta da occhi indiscreti da grandi alberi, dorme la famiglia Ablyazov. In una stanza, Alma Ablyazov e sua figlia di sei anni. In un'altra camera, sua sorella e suo cognato. Nelle altre, il personale di servizio.</em><br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-OXIG1RoSOck/UeeS8kg6DoI/AAAAAAAAGyM/8nNUUHR0LuU/s1600/l43-mukhtar-ablyazov-130705171713_medium.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="214" iya="true" src="http://2.bp.blogspot.com/-OXIG1RoSOck/UeeS8kg6DoI/AAAAAAAAGyM/8nNUUHR0LuU/s320/l43-mukhtar-ablyazov-130705171713_medium.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mukhtar Ablyazov</td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-USC4JfmdcQE/UeeS9q91ftI/AAAAAAAAGyU/j-j6TKJN_c0/s1600/sipa_ap21330402_000009.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="183" iya="true" src="http://4.bp.blogspot.com/-USC4JfmdcQE/UeeS9q91ftI/AAAAAAAAGyU/j-j6TKJN_c0/s320/sipa_ap21330402_000009.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Noursoultan Nazarbayev</td></tr>
</tbody></table>
<br /><br />
<strong>Mukhtar Ablyazov non c'è, i servizi segreti prelevano la moglie </strong><br />La notte alla fine sarà breve. Una cinquantina uomini della Digos, i servizi segreti italiani, armati e tutti vestiti di nero, circondano la villa. "Stavamo dormendo quando ho sentito dei rumori, colpi di spranga contro le finestre e le porte," racconta oggi Alma Ablyazov in un memoriale consegnato ai suoi avvocati. Una trentina di loro irrompe nella villa, gli altri fuori, sorvegliano il giardino. "Avevano l'aria truce, uno di loro mi ha minacciato con la sua pistola e mi ha chiesto i documenti," ricorda Alma. "In un inglese stentato, misto ad italiano, l'uomo le ha chiesto di identificarsi e le mostra una fotografia: ho capito che stavano cercando mio marito". Il marito di questa donna dagli occhi a mandorla, è Mukhtar Ablyazov, ex ministro dell'energia e dell'industria del dittatore Noursoultan Nazarbayev. Diventato uno dei più importanti oppositori del presidente kazako, Mukhtar Ablyazov fuggì nel Regno Unito, dove ha ottenuto con la sua famiglia lo status di rifugiato politico. Quella notte, lui non c'è. Per proteggersi, Alma Ablyazov esibisce un passaporto dimostrando la nazionalità centro-africana che ha ricevuto recentemente, per motivi di sicurezza. Per l'agente, questo documento è un falso. “Puttana russa" Le grida addosso l'uomo agitando il passaporto. Accusata di possesso di passaporto falso, trattata come una clandestina, Alma Ablyazov viene prelevata con la forza assieme a suo cognato, che nel frattempo era stato pestato a sangue. Verrà rinchiusa in un centro di detenzione preventiva senza bere né mangiare per quindici ore di seguito. Le impediranno anche di vedere un avvocato.<br /><br /><strong>Giudice svegliato all’alba e un aereo pronto a decollare </strong><br />La mattina presto, i servizi segreti svegliano un giudice e gli chiedono di convalidare il provvedimento di espulsione. Poi, tornano a Casal Palocco e prelevano la figlia di Alma. La giovane donna e sua figlia sono condotte in automobile all'aeroporto, dove li attende un jet privato austriaco. Il pilota viene avvertito alle 5 del mattino di trovarsi sulla pista pronto per decollare in fretta. Sull'aereo, attendono due diplomatici kazaki. L'aereo decolla verso il Kazakistan. Missione compiuta: è passato un mese e il caso ha preso una brutta piega per il governo italiano, che ha già dovuto difendersi dinanzi il Parlamento. Sono state avanzate varie domande. Chi autorizzato il raid nella villa? Chi ha mobilitato i servizi segreti? Il numero due del governo, ministro dell'interno e rappresentante di Silvio Berlusconi in seno all’esecutivo di unità nazionale, così come il ministro degli affari esteri, la radicale Emma Bonino? "Non so niente ma cadranno delle teste," giura il vicepremier, Angelino Alfano. "Questa storia deve essere chiarita," ha detto il ministro Emma Bonino.<br /><br /><strong>Annullamento del provvedimento di espulsione </strong><br />Secondo la stampa italiana, i diplomatici kazaki dell’ambasciata a Roma avrebbero fatto ripetute pressioni al Ministero degli interni. Secondo il quotidiano di Milano Il Corriere della Sera, l’ambasciatore kazako avrebbe chiesto l'intervento del Ministero il 27 maggio, per l'arresto di un "uomo pericoloso, armato e ricercato in Kazakistan". Il diplomatico viene messo in comunicazione con il dipartimento di sicurezza interna. Il raid viene autorizzato un paio d'ore più tardi. L'Italia ha interessi economici in Kazakhstan tramite l'Eni, la compagnia petrolifera nazionale italiana. Si sarebbe invischiata nella faccenda per preservare la propria attività in questo stato ricco di gas e petrolio? La domanda è legittima. La settimana scorsa, il governo, che ha ordinato un'inchiesta, ja iniziato annullando l'ordine di espulsione. Una richiesta formale di rimpatrio è stata presentata al Kazakistan. L'annullamento dell'ordine di espulsione è un'importante vittoria. Ora la partita si gioca dal lato kazako e lì, non sarà facile", ammette un avvocato che cura gli interessi della famiglia Ablyazov.<br /><br /><strong>Moneta di scambio</strong><br />Da quando è stata espulsa, Alma Ablyazov è agli arresti domiciliari e il capo dello stato, Nursultan Nazarbayev, non ha alcuna intenzione di mollare ciò che considera come una moneta di scambio per ritrovare il suo dissidente, accusato di aver sottratto alla banca di cui era il dirigente, la BTA, 5 miliardi di dollari. In Italia, il caso potrebbe avere ulteriori sviluppi. Il Tribunale di Roma, a cui la famiglia Ablyazov si è rivolta, ha previsto una prima udienza il 25 luglio. Nel frattempo, i ministri dell'interno e degli affari esteri e il dipartimento di sicurezza interno dovrebbero fornire spiegazioni sui contatti con i diplomatici kazaki. E soprattutto cosa più importante, trovare il funzionario che ha firmato l'ordine di espulsione.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-50862697661114699012013-07-16T03:39:00.000-07:002013-07-16T03:42:33.326-07:00Condannato a 7 anni di prigione, Berlusconi scende in in guerra per salvarsi la pelle.<a href="http://tempsreel.nouvelobs.com/monde/20130624.OBS4412/italie-condamne-a-7-ans-de-prison-berlusconi-en-guerre-pour-sauver-sa-peau.html">Condamné à 7 ans de prison, Berlusconi en guerre pour sauver sa peau</a><br />
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di Marcelle Padovani<br />
Pubblicato in <a href="http://tempsreel.nouvelobs.com/monde/20130624.OBS4412/italie-condamne-a-7-ans-de-prison-berlusconi-en-guerre-pour-sauver-sa-peau.html">Francia</a> il 24 giugno 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-Q4ruOLECrjg/UeUjfiSjg2I/AAAAAAAAGv8/OJwQGD4Aws8/s1600/berlusconi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="142" iya="true" src="http://2.bp.blogspot.com/-Q4ruOLECrjg/UeUjfiSjg2I/AAAAAAAAGv8/OJwQGD4Aws8/s320/berlusconi.jpg" width="320" /></a></div>
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<strong><em>La condanna del “Cavaliere” nella vicenda Ruby potrebbe indurlo ad irrigidire il suo atteggiamento nei confronti del governo Letta.</em></strong>Sette anni di reclusione e l’interdizione [perpetua] dai pubblici uffici: la sentenza è arrivata alle 17:22 lunedì 24 giugno nell’aula del Tribunale di Milano gremita di avvocati e giornalisti. Ma Silvio Berlusconi non era presente, così come la sua principale accusatrice, il procuratore Ilda Boccassini. La pena è più pesante di quella che aveva richiesto il pubblico ministero. E se verrà confermata nei successivi gradi di giudizio, il "Cavaliere" dovrà rassegnare le dimissioni dalla sua carica di senatore. <br />
"Il processo del secolo", hanno scritto. Effettivamente, è durato più di due anni, con 50 udienze, praticamente una a settimana. L’accusa era di concussione ed istigazione alla prostituzione minorile. Ricordiamo i fatti: il 27 maggio 2010, mentre Sua Emittenza, che allora era Presidente del Consiglio, si trova a Parigi, una ragazzina viene arrestata per furto e condotta in una stazione di polizia a Milano. Colpo di scena: Berlusconi in persona chiama il commissariato milanese alle 2 del mattino pretendendo che venga rimessa in libertà quella che chiama la "nipote di Mubarak". Però Karima el Mahroug, questo il suo vero nome, anche se si fa chiamare 'Ruby', non è egiziana ma marocchina, e non ha alcuna parentela con il dittatore del Cairo e in più è minorenne.<br />
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<strong>In guerra per salvarsi la pelle</strong><br />
E’ da lì che partono le indagini e l’incredibile storia dei bunga-bunga inizierà a dipanarsi, facendo il giro del mondo: nella Villa di Arcore, soprannominata improvvisamente "Villa hardcore", si svolgevano cene particolari che si concludevano con striptease e rapporti sessuali con escort, talvolta minorenni, regolarmente pagate dal padrone di casa. Uno scandalo senza precedenti, che Berlusconi tenterà di trasformare in un "complotto politico allo scopo di toglierlo di mezzo". <br />
Resta da vedere ora come il condannato gestirà la sua ennesima sconfitta giudiziaria. Impensabili le sue dimissioni, anche se diventerà sempre più difficile per lui riuscire a mantenere un ruolo politico in Parlamento. Ciò che si teme è piuttosto un irrigidimento del suo atteggiamento nei confronti del governo Letta, appoggiato proprio dal Popolo delle Libertà: perché il "Caimano" ha tutto l’interesse a spostare l'attenzione su un'eventuale crisi dell'esecutivo, o addirittura sulle elezioni anticipate. <br />
Ma Berlusconi combatterà le istituzioni, anche se venisse cacciato dal “Palazzo”, e rimanesse fuori dal Parlamento. Diventando così un vero leader "extraparlamentare", in guerra per salvare la sua pelle. Bella prospettiva per l'Italia, che ha già un leader di questo genere nella persona di Grillo e nel suo Movimento 5 Stelle. O meglio: una prospettiva insostenibile poiché Berlusconi e Grillo messi assieme, attualmente rappresentano i due terzi dell'elettorato.<br />
<br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-77773631771627150602013-07-16T03:28:00.001-07:002013-07-16T03:28:12.889-07:00Le mani della mafia sull’ambiente, in Italia<div dir="ltr" style="line-height: 1.15; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span></div>
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<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Arial; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"><a href="http://www.reporterre.net/spip.php?article4491">En Italie, l’environnement tombe dans les mains de la mafia</a></span></div>
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-ksSRcJJPGUY/UeUfY2VmWmI/AAAAAAAAGvU/d0Hh_6JEvj0/s1600/arton4491-c7170.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" iya="true" src="http://1.bp.blogspot.com/-ksSRcJJPGUY/UeUfY2VmWmI/AAAAAAAAGvU/d0Hh_6JEvj0/s1600/arton4491-c7170.jpg" /></a></div>
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<br />di Andrea Barolini<br />
Pubblicati in Francia l'8 luglio 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli per il <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/13/criminalita-ambientale-business-sempre-piu-in-crescita/654012/">Fatto Quotidiano</a><br />
<br /><strong><em>Dalle nuove fonti di energia alla Torino-Lione, dal problema dello smaltimento dei rifiuti a quello dell’abusivismo immobiliare, la mafia è sempre più presente in tutti i settori dell'ambiente. Questo è ciò che emerge dal rapporto Ecomafia, presentato per la prima volta in Francia.<br /></em></strong>34120 crimini, 28132 persone denunciate alle autorità, 161 agli arresti domiciliari, 8 286 pignoramenti giudiziari e un fatturato di quasi 17 miliardi di euro. È la fotografia della criminalità ambientale italiana: un gigantesco business, oggi gestito da 302 clan mafiosi. <br />Per anni, anzi decenni, le infiltrazioni criminali nella gestione dei rifiuti o nello sviluppo delle energie rinnovabili sono aumentate in modo incredibile. E le cifre – diffuse dal rapporto 2013 di Ecomafia, la più completa relazione sul ruolo della criminalità organizzata in Italia nel settore dell'ambiente, compilato dall'associazione ecologista Legambiente - sono eloquenti. <br />Ciò che preoccupa maggiormente le autorità italiane è la distribuzione geografica dei crimini: la maggior parte (45,7%) sono localizzati ancora nelle quattro regioni con la più alta presenza mafiosa (Sicilia, Campania, Puglia e Calabria), ma anche nel Lazio (regione della capitale, Roma) e in Toscana (con Firenze, Siena e Pisa). Inoltre, il numero di reati è in netta crescita: + 15,4% nel 2012 rispetto al 2011. <br />Questa è una delle conseguenze della ramificazione al centro-nord della mafia che arriva da Napoli e Caserta, le due "capitali" della camorra, una mafia estremamente attiva soprattutto nella gestione dei rifiuti. <br />È probabilmente per lo stesso motivo che l’Umbria è passata in un solo anno dal sedicesimo all'undicesimo posto nella “classifica” delle regioni meno virtuose. Ma preoccupanti sono anche i numeri che riguardano il nord del paese, lontano dal "quartier generale" mafioso del sud: i reati ambientali nel Veneto sono aumentati del 18,9% rispetto al 2011, mentre la Liguria ha registrato un incremento del 9,1% dei reati. <br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-fzEHheEQyfE/UeUfZjhz3_I/AAAAAAAAGvg/cLj_n6TiGuY/s1600/ecomafia_2013_v_1-e73fe.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" iya="true" src="http://1.bp.blogspot.com/-fzEHheEQyfE/UeUfZjhz3_I/AAAAAAAAGvg/cLj_n6TiGuY/s1600/ecomafia_2013_v_1-e73fe.jpg" /></a></div>
<br /><strong>L’economia illegale incassa nonostante la crisi</strong><br />"L'economia dell’Ecomafia - ha detto il Presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza in un comunicato stampa - è l'unica economia italiana che risulta in crescita in un contesto di crisi diffusa, riuscendo a costruire abitazioni abusive allo stesso ritmo degli anni precedenti, mentre il mercato immobiliare nazionale crolla. <br />È un'economia che nasce da una comunione d’interessi tra imprenditori senza scrupoli, sindaci e amministratori collusi, funzionari corrotti, professionisti privi di etica e boss della mafia. Falsificano documenti e bilanci e operano grazie al “dumping” ambientale, all'evasione fiscale, al riciclaggio di denaro, alla corruzione, alla compravendita di voti e alle infiltrazioni in appalti pubblici. <br />Non è solo l’aspetto economico dell’affare che attira la mafia, ma la prospettiva dell'impunità. Infatti, la maggior parte dei tribunali italiani riescono a sanzionare tali reati soltanto dal punto di vista amministrativo: basta quindi pagare una multa per regolare i conti con la giustizia. <br />La cosa è molto evidente nel settore immobiliare. Il numero di edifici costruiti abusivamente è passato dal 9% del totale delle costruzioni nel 2006 al 16,9% (stimato) nel 2013. Nello stesso periodo, i numeri degli edifici a norma sono crollati da 305 000 a 122 000, mentre quelli abusivi hanno subito solo un lieve calo. <br />Questo fenomeno si verifica principalmente perché il mercato illecito è sostenuto dai prezzi che può garantire: il costo medio per costruire un'abitazione è di 155 000 euro in Italia, mentre se si sceglie l’abusivismo, verrà a costare non più di 66.000 euro in media. Certamente, ci sono dei rischi. Ma tra il 2000 e il 2011, giudici hanno ordinato soltanto 46 760 demolizioni, di cui appena il 10,6% sono state eseguite...<br /><br /><strong>Rifiuti, settore agroalimentare, energie rinnovabili: nulla sfugge</strong><br />I reati contro l'ambiente non risparmiano alcun settore. Legambiente ricorda che nel 2012 i crimini contro la sicurezza alimentare - nella filiera agricola - sono stati 4.173 (più di 11 al giorno), e i giudici hanno ordinato sequestri per un valore nominale di 672 milioni di euro. <br />Inoltre, l’Ufficio Centrale Antifrode indica che la quantità di materiale sequestrato alle dogane dei porti italiani è raddoppiata tra il 2011 e 2012, passando da 7.000 a circa 14000 tonnellate. Si tratta principalmente di materiali ufficialmente destinati al riciclaggio - plastica, carta o acciaio - ma che sono in realtà spediti in Corea del sud, Cina, Hong Kong, Indonesia, India o Turchia. <br />Questi flussi garantiscono ai mafiosi enormi quantità di denaro e danneggiano doppiamente l'economia: primo, perché riescono a deviare fondi statali destinati al riciclaggio dei rifiuti e secondo, perché essi intaccano l'ambito delle aziende in regola. Basta infatti presentare qualche documento falso per essere accreditati come “azienda di riciclaggio”. <br />
<br /><strong>Le nuove fonti di energia invase dalla mafia</strong><br />Lo stesso problema si verifica nel settore delle energie rinnovabili, che sono sostanziosamente finanziate dalle amministrazioni pubbliche italiane ed europee. Un “tesoro” che non è sfuggito all'attenzione dei clan mafiosi: <br />"Le organizzazioni criminali - ha confermato la DNA (direzione nazionale Antimafia) nella sua ultima relazione annuale - sono molto interessate a impianti di energia pulita, perché beneficiano di sovvenzioni. Per stornarle a loro vantaggio, la mafia corrompe funzionari e le autorità che gestiscono le procedure di autorizzazione”.<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-uS_IO9sKHK8/UeUfattHHpI/AAAAAAAAGvo/qVMiJwtKQVo/s1600/mafia_juillet_sequestro_2_v_0-317e0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" iya="true" src="http://2.bp.blogspot.com/-uS_IO9sKHK8/UeUfattHHpI/AAAAAAAAGvo/qVMiJwtKQVo/s1600/mafia_juillet_sequestro_2_v_0-317e0.jpg" /></a></div>
<br /><strong>Una corruzione in crescita … fino alla Torino-Lione</strong><br />La corruzione è il cuore del problema. Secondo la DNA, gli arresti per corruzione sono raddoppiati durante la prima metà del 2012 rispetto agli ultimi sei mesi dell'anno precedente. In particolare, le indagini giudiziarie sui casi di «corruzione ambientale», tra gennaio 2010 e maggio 2013, hanno raggiunto la cifra impressionante di 135. <br />Tangenti pagate ad amministratori, rappresentanti politici e funzionari pubblici garantiscono l’emissione di concessioni per costruire abitazioni, autostrade, discariche, parchi solari o centrali eoliche. Solo nel 2012, venticinque amministrazioni comunali sono stati sospese per infiltrazioni mafiose, inclusa quella di Reggio Calabria, che conta più di 186.000 abitanti. <br />"La debolezza strutturale della pubblica amministrazione è stata terreno fertile per la criminalità organizzata non solo per motivi economici, ma anche semplicemente per rimarcare la propria supremazia sul territorio,", ha dichiarato Valerio Valenti, prefetto siciliano, nel suo comunicato stampa. Valenti ha fatto pressioni per la nomina di un Commissario prefettizio nell’amministrazione locale calabrese. <br />Recentemente, una notizia molto preoccupante è arrivata anche della Val di Susa, in Piemonte, dove è prevista la costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione. Dopo i controlli sui fornitori, una società con sede a Rovigo (in Veneto) è stata esclusa perché non aveva passato i controlli obbligatori antimafia. Si tratta della Pato Perforazioni, che non dovrebbe essere più presente in cantiere. Ma, secondo le informazioni pubblicate sul sito TG Valle Susa, non ha ancora abbandonato i lavori... <br /><br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-25826050656847826752013-06-03T03:29:00.001-07:002013-06-03T03:29:32.772-07:00Quanto frutta il blog di Beppe Grillo?<h1 class="entry-title">
<a href="http://italie.blog.lemonde.fr/2013/05/21/combien-rapporte-le-blog-de-beppe-grillo/">Combien rapporte le blog de Beppe Grillo ?</a></h1>
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di Philippe Ridet</div>
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Pubblicato in <a href="http://italie.blog.lemonde.fr/2013/05/21/combien-rapporte-le-blog-de-beppe-grillo/">Francia</a> il 21 maggio 2013</div>
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Traduzione di Claudia Marruccelli</div>
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Una gallina dalle uova d’oro o una “bad company”? Da domenica sera, quando è andata in onda nella trasmissione di Rai3 “<em>Report</em>”, un’inchiesta su patrimoni nascosti dei partiti politici, è scoppiata la nuova polemica italiana. Il blog di Beppe Grillo, uno dei più visitati d’Italia, frutta denaro ai suoi dirigenti, in questo caso alla società Casaleggio Associati attraverso la quale passano tutte le comunicazioni del Movimento 5 Stelle (M5S)? e, se sì, quanto?</div>
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/--Dy0pzfD2wQ/Uaxvu11AzVI/AAAAAAAAGnc/DUn-7KI0ILg/s1600/grillo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="http://3.bp.blogspot.com/--Dy0pzfD2wQ/Uaxvu11AzVI/AAAAAAAAGnc/DUn-7KI0ILg/s320/grillo.jpg" width="320" yya="true" /></a></div>
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Ironia della sorte, è la giornalista <strong>Milena Gabanelli</strong>, scelta dai militanti del M5S come loro candidata alla Presidenza della Repubblica, che ha osato sollevare la questione…</div>
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Il minimo che si possa dire è che alcuni simpatizzanti l’hanno presa piuttosto male, riservando alla giornalista adulata fino a un mese fa, aggettivi come “<em>traditrice</em>” o peggio. Altri, al contrario, l’hanno appoggiata, chiedendo ai primi, un pò di “<em>coerenza</em>”. I loro commenti si possono leggere sul blog di Beppe Grillo… sapendo che, secondo i calcoli del quotidiano Il Sole 24 Ore, la pubblicità on line sul sito dell’ex comico renderebbe tra i 5 ed i 10 milioni di euro all’anno.</div>
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Martedì, 21 maggio, una risposta parziale dall’esplosivo genovese è arrivata attraverso una nota del blog. Creato nel 2005, gestito da tre persone, avrebbe dovuto chiudere, ha spiegato, se a metà del 2012 non fosse stato deciso di introdurre la pubblicità. L’esercizio fiscale 2011 ha generato una perdita di 57.000 euro (coperto dalla società Casaleggio Associati). Si aspettano ora le cifre per il 2012…</div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-10FEk5QqslA/Uaxv-IphtWI/AAAAAAAAGnk/65sXXuTBEDQ/s1600/gabanelli_contro_grillo_report_movimento_cinque_stelle.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="http://4.bp.blogspot.com/-10FEk5QqslA/Uaxv-IphtWI/AAAAAAAAGnk/65sXXuTBEDQ/s320/gabanelli_contro_grillo_report_movimento_cinque_stelle.jpg" width="320" yya="true" /></a></div>
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Il denaro è sia la punta di diamante che il punto debole del Movimento 5 Stelle, non solo perché Beppe Grillo è personalmente abbastanza ricco, come il co-fondatore del Movimento Roberto Casaleggio. Dopo aver costruito il suo successo sulla denuncia dei vizi dei politici che accusa (non sempre a torto) di “<em>riempirsi le tasche</em>“, giocando a fare i virtuosi in un oceano di corruzione, aver promosso la trasparenza nel finanziamento dei partiti politici e minacciato i propri eletti di esclusione se spendono un solo euro di denaro pubblico senza giustificazione, Beppe Grillo si è messo i bastoni tra le ruote.</div>
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Coraggiosamente, “la” Gabanelli, che ha una lunga esperienza in merito (la sua trasmissione è stata querelata circa venti volte per “diffamazione” senza ancora mai essere stata condannata), ha detto semplicemente: “Faccio il mio lavoro. Se il Movimento fornirà dei chiarimenti, li manderemo in onda.”</div>
ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-14770231840953096312013-05-28T04:20:00.000-07:002013-05-28T04:20:56.047-07:00Vedi Napoli e poi muori <a href="http://bibliobs.nouvelobs.com/polar/20130515.OBS9139/voir-naples-et-pourrir.htm"><span style="font-size: large;"><strong>Voir Naples et pourrir</strong></span></a><br />
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di Marcelle Padovani<br />
Pubblicato in <a href="http://bibliobs.nouvelobs.com/polar/20130515.OBS9139/voir-naples-et-pourrir.htm">Francia</a> il 16 maggio 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br /><br /><strong><em>Il commissariato San Gaetano si trova ad affrontare una serie di crimini inspiegabili, in una Napoli inedita, piovosa, malinconica e grigia, una città diventata “diffidente, oscura, indecifrabile”, come dice l'ispettore Giuseppe Lojacono, 45 anni. Tre giovani, le cui origini sociali e i luoghi di residenza non hanno alcun legame apparente, sono stati assassinati in meno di dieci giorni.</em></strong><br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-AS7RVjb4Nh0/UaSTDoTkHCI/AAAAAAAAGlU/2z5wft8KV8k/s1600/5785380-voir-naples-et-pourrir.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="158" src="http://2.bp.blogspot.com/-AS7RVjb4Nh0/UaSTDoTkHCI/AAAAAAAAGlU/2z5wft8KV8k/s320/5785380-voir-naples-et-pourrir.jpg" width="320" yya="true" /></a></div>
<br />Nessuna relazione con la camorra, la regina regina locale del crimine, ne’ con un eventuale delitto passionale. Un’unica arma: una banalissima calibro 22, fa pensare che il colpevole non sia un professionista. Un unico indizio: dei Kleenex impregnati di lacrime. La stampa s’impadronisce dell’enigma e ricama su questi fazzoletti bagnati: "lacrime di coccodrillo" versate da un assassino che si è commosso prima di "smembrare le sue vittime”. Questo giustifica il suggestivo titolo scelto da Maurizio De Giovanni, “Il metodo del coccodrillo”, suo settimo romanzo poliziesco dal 2005, data a partire dalla quale ha raccolto numerosi premi letterari e occupato i vertici delle classifiche italiane. <br />Ma non è la sola particolarità di questo giallo napoletano, che arriva oggi nelle librerie francesi. Sapevamo che ogni grande città o regione italiana aveva il suo proprio autore di thriller - Camilleri per la Sicilia, De Cataldo per Roma, Lucarelli per Bologna, Carofiglio per Bari, Todde per Cagliari - e ora anche Napoli ha anche il suo autore autoctono, in grado di riprodurne il lessico e le atmosfere. <br />"Ciò che domina la mia città, è l'odore della sofferenza”, dice Maurizio di Giovanni fin dall'inizio. Pur vivendo da sempre in quartieri chic, il suo vero nome infatti è Maurizio De Giovanni Di Santa Severina, lui Napoli la conosce bene. Ed è in questo mondo “borghese”, che racchiude il teatro San Carlo, Piazza Plebiscito, il lungomare di via Caracciolo, il caffè Gambrinus - un vero e proprio monumento - e via dei Mille, che si intrecciano i suoi racconti. "Napoli per me è come una madre invadente e rumorosa, in definitiva impresentabile, ma inevitabile". <br />Qui nasce questo romanzo doloroso, scevro da qualsiasi folklore e da qualsiasi tentazione gastronomica o sessuale, a differenza dei gialli che si rispettano. L'ispettore è un uomo attirato da due donne estremamente diverse: l’affascinante magistrato, alta e snella, con cui svolge le sue indagini, e la prosperosa proprietaria di una trattoria dove abitualmente cena. Anche se la sua unica vera preoccupazione è sua figlia, che vive in Sicilia in compagnia di una moglie che ha abbandonato il tetto coniugale, quando Loiacono è stato accusato da un "pentito" di aver passato delle informazioni alla mafia.<br />
<strong>“Trasformare la sofferenza in cultura” </strong>Alla fine del libro non si scoprirà se queste accuse erano fondate, ma sono servite per fare dal nostro ispettore un reietto, un uomo che soffre. Un uomo anziano e imperscrutabile alla stregua dell’assassino, parimenti segnato da qualche tragedia personale e capace di girovagare senza sosta per la città fino al mattino, moltiplicando le indagini e i controlli metodici, sempre rimanendo nell’ombra. <br />Il male di vivere è sicuramente l'ingrediente principale di questo libro. E di primo acchito sembra strano che si svolga nella città dei mandolini, dei pini, delle canzoni popolari e della pizza. Ma si capisce subito, parlando con De Giovanni, che invece la vera specialità di Napoli è quella di saper da sempre “trasformare la sofferenza in cultura”. Ed è a causa di questo dolore comune che si stabilirà una comunicazione "intellettuale" tra il boia e il suo inseguitore. <br />"Il confine tra bene e male è molto sottile," ripete di Giovanni, che sta scrivendo il suo ottavo thriller. Come il suo ispettore, ha uno sguardo penetrante, freddo, e come lui ha anche scelto di condurre una doppia vita: la prima metà della settimana, fa il direttore di banca, e l’altra metà seduto alla sua scrivania racconta le "anime nere" che abitano la città, un tempo la “capitale culturale” italiana.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-73696801182266912592013-05-02T02:02:00.001-07:002013-05-02T02:02:11.492-07:00Il potere secondo Cacciari e il cambiamento degli italiani<div id="title-bar">
<h2 class="catenaccio">
La machine théologique-politique qui gouverne l'Italia</h2>
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<div id="meta-bar">
di Mario Cifali</div>
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Pubblicato in <a href="http://www.letemps.ch/Page/Uuid/a926087e-9c92-11e2-911e-7fa67e09547b">Svizzera</a> il</div>
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Traduzione di Claudia Marruccelli per il <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/23/il-libro-di-cacciari-e-il-cambiamento-degli-italiani/572427/">Fatto Quotidiano</a></div>
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<div class="entry-content full-content">
<img alt="Cacciari" class="alignleft size-medium wp-image-572663" data-lazy-loaded="true" data-lazy-src="http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2013/04/cacciari-247x300.jpg?adf349" height="300" id="no-script-hide" jquery1367484919094="14" jquery16107793221134477467="5" scrollin="1" sonarbodyheight="9039" sonarelemtop="568" src="http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2013/04/cacciari-247x300.jpg?adf349" style="display: inline; zoom: 1;" title="Cacciari" width="247" /><br />
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<noscript></noscript><div dir="ltr">
<em>La macchina teologico-politica che governa l’Italia</em></div>
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Mario Cifali, psicanalista italiano, parte da un recente libro del filosofo ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari per denunciare l’ipocrisia e l’impostura che secondo lui spadroneggiano nella penisola da duemila anni.<br />Massimo Cacciari è un filosofo considerato liberale e populista dall’Italia social-democratica. E’ stato sindaco di Venezia. Wikipedia parla di una sua relazione sentimentale con l’ex-moglie di Berlusconi. Il suo ultimo libro, “Il potere che frena” (Ed. Adelphi) è un best-seller editoriale.<br /><br />Della seconda lettera di San Paolo ai Tessalonicesi, precisamente della forza politico-religiosa che frena il dilagare del male e il trionfo del bene, Cacciari fa il suo obiettivo. Scrive a tal proposito un commento filosofico e sacerdotale, o meglio: prende in esame l’eredità cristiana che, secondo Nietzsche, è “la più alta forma immaginabile di corruzione”.<br />Numerosi filosofi italiani fanno la corte al potere. Cacciari non ne è esente. Il suo discorso, dai forti toni accademici, è prigioniero di un metodo per nulla innocente nel paese del papato, un metodo che sfugge i colpi di martello nietzschiani: “Combattere le bugie più sacre ancor più che qualsiasi altra bugia.”<br />Prendendo a testimonianza la forza reazionaria dilagante, Cacciari affronta i legami tra teologia e politica, più per combatterne la nevrosi che per metterli in discussione. Poco gli importa che i presunti stati superiori, quelli che la Chiesa valorizza, siano delle credenze deliranti: “Credo perché è assurdo” (Tertulliano). Ha costruito piuttosto un’interpretazione sulla connaturalità tra sovranità politica e teologica. Non secondo le teorie di Freud, per il quale la religione è dipendente della nevrosi infantile, o secondo quelle di Carl Schmitt, per cui i concetti politici sono di origine teologica. Ciò che il filosofo sostiene è un rapporto ambivalente fatto di obblighi e di compromessi tra sovranità religiosa e politica, in cui credere significa non voler sapere.<br /><br />Figlia millenaria della chiesa romana, la politica in Italia è prigioniera di superstizioni che agiscono all’interno delle masse e dei governanti. Gli antichi dei sopravvivono celati dalla maschera dei nuovi. Cacciari adula gli uni e gli altri senza aprire gli occhi. Evita i pensatori non convenzionali che frugano tra ciò che per venti secoli hanno frainteso, come per esempio Giordano Bruno e, più vicino a noi, gli psicanalisti. E non si azzarda nell’analisi del non sapere, ancor meno in quella del sapere che non conosce: l’inconscio in senso freudiano.<br />Leggendo questo filosofo, non è chiaro chi nella religione o nella politica incarna la “vera Circe dell’umanità, la peggiore forma morale della volontà di mentire”. Una difficoltà insolubile è infatti al centro delle sue elucubrazioni. La sua retorica blocca la scomoda apertura e piega il dibattito di fondo che mette in contrasto, fin dall’inizio dell’era cristiana, il parlare di amore della verità con la menzogna politico-clericale.<br />In Italia, il potere che idealizza, sia esso politico o ecclesiastico, tiene il passo alle forze che egli dice di combattere, inadatto a promuovere una lotta di liberazione. In lui, sovranità “spirituale” e “laica” si intrecciano l’un l’altra inzaccherandosi. I principi neri non sono mai bianchi. La maggior parte dei politici sono credenti. Il godimento sessuale non si fa sfuggire nessuno alla sua influenza: che si tratti di un prete, un Papa o un Cavaliere. Gli scandali parlano da sé. Politica e religione governano per i propri interessi. Restare in vita è il loro scopo. Dichiarare “Dio è la verità” – che si tratti di denaro o santità – è più importante rispetto al dichiarare “la verità è Dio”.<br /><br />Le proposte di Cacciari hanno un merito: rendere tangibile l’impostura della politica giudaico-cristiana. Agostino, Dante e Dostoevskij sono gli scrittori che egli mette in mezzo e sconfigge. Uno vuole detronizzare la sacralità del potere imperiale, l’altro lotta contro il potere ecclesiastico e, nel XIX secolo, il terzo vuole rievocare l’Anticristo. Nello stesso periodo, in Italia vede la luce la personificazione delle altezze e delle profondità senza eguali, né superman né fascista: Zarathustra-Nietzsche. Con lui, la verità dell’analisi affronta i furfanti e le scelleratezze; smonta, come mai prima, gli ingranaggi della macchina teologico-politico.<br />Nel paese dei Papi, il potere che rallenta è il sintomo. Appoggia la fondatezza del sistema e contemporaneamente proclama che deve cambiare. Tra il messaggio di Gesù, la Chiesa cattolica e i politici italiani, di sinistra e di destra, che fanno la comunione di domenica, c’è più di una ipocrisia, più di una decadenza. Solo una parola di verità, paragonabile a quella di uno Zarathustra, potrebbe infrangere i codici in decomposizione.<br />Uno può sognare, ma non deve confondersi. Chiedere agli italiani di modificare le proprie credenze è difficilmente immaginabile. La maggior parte non ha alcuna intenzione di cambiare il proprio rapporto di soddisfazione con la religione, la politica e, ultima ma non meno importante, con la donna. In Italia, nessuna riforma profonda e duratura può emergere senza passare prima attraverso un cambiamento individuale. “Sono gli uomini che devono cambiare,” mi ha detto una volta un albergatore di Capua, non lontano da Napoli.</div>
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ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-48776005957346357232013-04-18T03:44:00.000-07:002013-04-18T03:44:33.455-07:00L’Italia, Beppe Grillo e il costo della paralisi<a href="http://www.lesechos.fr/opinions/analyses/0202685979930-l-italie-beppe-grillo-et-le-cout-de-la-paralysie-555925.php"><span style="font-size: large;">L'Italie, Beppe Grillo et le coût de la paralysie</span></a><br />
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di Pierre de Gasquet<br />Pubblicato in <a href="http://www.lesechos.fr/opinions/analyses/0202685979930-l-italie-beppe-grillo-et-le-cout-de-la-paralysie-555925.php">Francia</a> l'8 aprile 2013<br />Traduzione di Claudia Marruccelli<br /><br /><strong><em>La terza economia nell'area dell'euro è stata presa in ostaggio da un movimento di protesta che ha come unico obiettivo indebolire i partiti tradizionali.</em></strong><br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-PMoE9X3G2Xo/UW_OiJs2e2I/AAAAAAAAGfM/pJeP7__eQAk/s1600/555925_0202688119366_web_tete.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" dua="true" height="231" src="http://1.bp.blogspot.com/-PMoE9X3G2Xo/UW_OiJs2e2I/AAAAAAAAGfM/pJeP7__eQAk/s320/555925_0202688119366_web_tete.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />Sei settimane di perdite, tre mesi di governo provvisorio e l'Italia, terza potenza economica economica della zona euro, si ritrova ad essere ostaggio di un movimento di protesta che ha fatto dell'indebolimento dei partiti il suo obiettivo prioritario... Unico apparente vincitore delle elezioni legislative del 24 e 25 febbraio, il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo (M5S) è riuscito finora a far deragliare qualsiasi tentativo di formazione di un governo. Ma si tratta di una vittoria a doppio taglio. Oltre al rischio di instabilità politica, c’è la minaccia di stallo permanente di un'economia fortemente indebitata che comincia a preoccupare, cosa che farebbe crollare il fragile equilibrio messo in discussione da Mario Monti.<br /><br />"Più che Cipro, è il fattore Grillo che diventa il vero problema dell'Unione europea," ha recentemente dichiarato l’economista di Goldman Sachs, Jim O'Neill, dopo avergli dato inizialmente il beneficio del dubbio. “L'Italia è completamente ferma. Le aziende chiudono. Aumenta la disoccupazione. E la politica perde tempo” dice Matteo Renzi in un'intervista del 4 aprile al Corriere della Sera. Candidato perdente delle primarie della sinistra nel 2012, ma ora considerato come il potenziale di "rimedio" più credibile dal 55% degli italiani, il sindaco di Firenze ha abbandonato le riserve criticando la nomina di un collegio di dieci saggi chiamati a gettare le basi per un programma di governo bipartisan di emergenza.<br /><br />Puro spreco di tempo? Dopo il fallimento della diplomazia "morbida" di Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi sembra ora una delle pochissime risorse “agguerrite” credibili, anche se la sua proposta di compromesso con lo schieramento di Silvio Berlusconi è ancora confusa. È anche uno dei pochi ad aver denunciato l’"arroganza" del M5S di Beppe Grillo quando afferma "il diritto alla dignità della politica”. In un certo senso, la sua esternazione riflette l’esasperazione di gran parte degli ambienti economici che iniziano mettere in dubbio la validità della politica di ostruzionismo sistematico dell’ M5S.<br /><br />"Coloro che hanno votato per il M5S, credendo di poter fare un accordo di governo con i vecchi partiti, hanno sbagliato voto. Che votino per un partito, la prossima volta!” martella Beppe Grillo rifiutando qualsiasi dialogo con il Partito Democratico (PD). Anche se la stampa italiana evoca un malessere o un inizio di fronda interna, i pochissimi dissidenti a favore di un'apertura con il Partito Democratico sono stati duramente redarguiti dal leader del movimento e minacciati di espulsione. Non vogliono avere nulla a che fare con i vecchi partiti responsabili degli scandali finanziari (Parmalat, Monte dei Paschi di Siena...)! Emerge l'impressione, tuttavia, che il capitale di simpatia goduto dall’M5S all'indomani del voto del 25 febbraio cominci a sgretolarsi.<br /><br />Eccetto l’appoggio atipico del patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, e del Presidente di UniCredit, Giuseppe Vita, il fondatore del M5S è lontano dal fare un passo in avanti negli ambienti d'affari italiani. Tranne alcune interviste sapientemente misurate concesse al quotidiano The Guardian o alla rivista tedesca Focus sul “crollo dei vecchi partiti ", Beppe Grillo non ha in verità rivelato nulla sulle sue concrete proposte economiche e sociali. Nonostante la sua promessa di un “immediato” piano per il rilancio delle piccole e medie aziende, tutto suggerisce che l'incertezza che ha prevalso sul suo programma (reddito minimo garantito, referendum sull’euro, tassa patrimoniale...) soltanto in parte ispirato a “Premio della disuguaglianza” dell'economista americano Joseph Stiglitz serva soprattutto a mettere tutti nello stesso calderone se si dovesse tornare alle urne.<br /><br />Gli imprenditori scalpitano, i sindacati diventano impazienti. Tra il decollo traballante del “calabrone” Bersani e il rischio di un duro atterraggio, il Quirinale ha preferito dare tempo al tempo. In mancanza di una grande coalizione alla tedesca, la politica italiana rischia di farsi invischiare in una forma permanente di inciuci. Tutto è congelato: in assenza di accordo, il governo provvisorio di Mario Monti ha dovuto rimandare il suo decreto sul rimborso molto parziale dei 90 miliardi di euro di arretrati di debito dell'amministrazione pubblica al settore privato, promesso da diverse settimane. Domanda interna, produzione industriale e crediti alle imprese: tutti gli indicatori sono in rosso nella Penisola. Non c'è dubbio che il costo dell'immobilismo rischia di divenire particolarmente oneroso a medio termine. Secondo un recente studio pubblicato sul sito Lavoce.info, se lo stallo dovesse perdurare, il costo dell'incertezza potrebbe ridurre il PIL dello 0,8 per cento nel 2013-2014, e far passare il debito dal 127 % al 135% del PIL entro il 2015.<br /><br />Nonostante questo clima di paralisi, alcuni non escludono che l'”effetto Grillo” possa ancora servire come una scossa "salutare", favorendo, ad esempio, l'emergere di una candidatura di Renzi per il centro-sinistra. "Ormai, la sinistra deve cambiare profondamente se non vuole fermarsi al 25%” ha dichiarato di recente l'economista Francesco Giavazzi (Università Bocconi), in un suo intervento ad Harvard, in cui si è detto convinto che il Paese tornerà alle urne tra giugno e ottobre.<br /><br />Oltre a un accordo tattico provvisorio, contro natura, tra la sinistra italiana e Silvio Berlusconi, per fare una riforma elettorale di emergenza e affrontare le cose più urgenti, non c’è nessun segnale evidente di come il Paese potrà evitare nuove elezioni. Votare di nuovo o andare all’indietro: questo è l’attuale dilemma italiano. La versione ottimistica è che il M5S può fungere da catalizzatore. "Meglio Grillo che la rivoluzione in piazza" dice in confidenza un banchiere milanese.<br /><br /><br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-38108447380567068912013-03-15T03:37:00.000-07:002013-03-15T03:37:56.930-07:00E se gli italiani avessero ragione?<h1 class="entry-title full-title">
<span class="entry-title"><a href="http://www.hebdo.ch/les-blogs/sorman-guy-le-futur-c-est-tout-de-suite/et-si-les-italiens-avaient-raison">Et si les italiens avaient raison?</a></span></h1>
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di Guy Sorman</div>
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Pubblicato in <a href="http://www.hebdo.ch/les-blogs/sorman-guy-le-futur-c-est-tout-de-suite/et-si-les-italiens-avaient-raison">Svizzera</a> l'8 marzo</div>
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Traduzione di Claudia Marruccelli per il <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/14/elezioni-2013-e-se-gli-italiani-avessero-ragione/529759/">Fatto Quotidiano</a></div>
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-fEvS9Wfuaoo/UUG-3q00QhI/AAAAAAAAGdw/FnQIdzwM9ks/s1600/crisi_euro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="206" psa="true" src="http://3.bp.blogspot.com/-fEvS9Wfuaoo/UUG-3q00QhI/AAAAAAAAGdw/FnQIdzwM9ks/s320/crisi_euro.jpg" width="320" /></a></div>
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Di norma comune fuori dell’Italia e specialmente nell’ambito economico e mediatico europeo schernire quei poveri italiani che hanno avuto l’audacia di sbarazzarsi del loro Primo ministro, Mario Monti, economista esperto, e di acclamare due clown (così li ha definiti il londinese The Economist, di solito più cauto), Beppe Grillo e Silvio Berlusconi. La democrazia in Italia non sarebbe forse più apprezzabile se i risultati coincidessero con ciò che auspicano i non italiani, gli eurocrati, il Banco di Francoforte e, soprattutto, il governo tedesco? <br />
Piuttosto cerchiamo di interrogarci sull’adeguatezza della scelta degli italiani: dopo tutto, l’elettore italiano non è né più sciocco né meno qualificato di un elettore spagnolo o francese. Iniziamo dalla disfatta di Mario Monti, economista indiscutibilmente qualificato. Ricordiamo che non era stato eletto, ma è solo stato un tecnocrate chiamato in soccorso da una classe politica disorientata dal proprio debito. Non dovremmo incolpare gli italiani di non aver concesso né consenso popolare né legittimità democratica a Monti, che nessuno immaginava si sarebbe candidato.<br />
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Il messaggio dell’Italia vale per tutta l’Europa in crisi: il dispotismo, seppur illuminato, non è, in tempi di crisi, una soluzione tollerata dai popoli. Aggiungiamo che un tecnocrate capace può affascinare gli esperti e allo stesso tempo non essere in grado di spiegare la fondatezza della politica che lui stesso ha imposto alle masse. Ecco la seconda ragione per il rifiuto di Monti: la cosiddetta politica definita di austerità era incomprensibile per i comuni mortali e i suoi risultati visibili solo agli esperti. <br />
Ora chiediamoci come gli italiani hanno avuto il coraggio di rieleggere Silvio Berlusconi, mentre la politica istituzionale europea non voleva più saperne. È che Silvio Berlusconi è perfettamente in sintonia con gran parte della società italiana, soprattutto con il mondo dei piccoli imprenditori che si riconoscono in lui. E questi piccoli imprenditori, che odiano la burocrazia, le leggi e le tasse, rappresentano ancora la spina dorsale dell’economia italiana. Senza queste migliaia di imprenditori disseminati per tutto il paese, l’Italia sarebbe rimasta il povero paese di cinquant’anni fa. L’innegabile successo dell’economia italiana deve tutto a questa classe sociale e quasi nulla allo stato.</div>
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Quanto a Beppe Grillo, l’altro clown, quello vero, non occorre dilungarsi: va solo ricordato che il voto di protesta raggiunge facilmente il 20% in tutte le democrazie europee, un fronte del rifiuto che ovunque mette assieme sia l’estrema sinistra che l’estrema destra. <br />
Al di là delle circostanze molto locali che occorre tener presente per capire queste elezioni, il messaggio italiano ha un significato per tutta l’Europa. Gli europei vogliono ora una politica economica che sia comprensibile ed efficace. Una politica siffatta pretenderebbe (lo abbiamo più volte affermato sul nostro settimanale) non l’equilibrio dei bilanci pubblici in sé, ma un tetto di spese massimo, o anche una riduzione della spesa pubblica. <br />
All’estremo, una percentuale d’imposta del 100% che pareggi tutti i bilanci: la Francia non è molto lontana con il 44% del prelievo pubblico e un progetto fiscale del 75%. Aumentare le tasse per pareggiare il bilancio dello Stato non può far altro che distruggere le imprese e i posti di lavoro: le politiche cosiddette del rigore non porteranno quindi ad una ripresa economica, a meno che il rigore non si applichi agli interventi pubblici e non agli investimenti e ai consumi privati.<br />
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Ma siccome è più facile aumentare le tasse che ridurre la spesa pubblica, la pressione fiscale aumenta dappertutto: i risultati non sono convincenti. Che cosa accadrebbe, mi si potrebbe obiettare, ai servizi pubblici e alla solidarietà collettiva se la spesa pubblica diminuisse ulteriormente? Beh, sarebbe possibile, o anche necessario – finalmente – privatizzare, snellire e anche incoraggiare la filantropia, questo terzo settore né capitalista né socialista, ma utile e spesso efficace (soprattutto negli Stati Uniti, dove dare è un obbligo morale e sociale per i super ricchi). <br />
Gli italiani avranno quindi fatto una buona azione per se stessi e per tutti gli europei, se sarà compreso il loro messaggio e se da ciò scaturirà un pensiero economico per l’Europa, che sarebbe innovativo, legittimo ed efficace. E’ possibile.</div>
ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-40630546780998280402013-03-07T04:13:00.000-08:002013-03-13T01:18:15.404-07:00ECCO COME HOLLANDE STA PER SPRECARE 11 MIL<a href="http://www.bastamag.net/article2848.html"><strong><span style="font-size: large;">Lyon-Turin : comment Hollande s’apprête à gaspiller 11 milliards d’euros</span></strong></a><br />
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di Sophie Chapelle<br />
Pibblicato in Francia il 21 gennaio 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli e Chiara Cavedoni<br />
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<em>Collegare Lione a Torino in due ore, una bella idea... al costo faraonico di 26 miliardi di euro! Eppure, è questa la cifra che i governi francese e italiano hanno in mente di spendere per realizzare una linea ad alta velocità scavata sotto le Alpi. Previsioni di traffico in ribasso, conflitti di interesse, perdita di terreni agricoli, mancanza di dibattiti pubblici, inquinamento della Val d’Isère e della Maurienne... Gli oppositori denunciano un "grande progetto di pubblica inutilita'". Inchiesta.</em><br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-SyU7zuJzcp0/UTiEMDgZeDI/AAAAAAAAGc8/t-IQ220mV2Y/s1600/arton2848-b77a2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="215" jsa="true" src="http://4.bp.blogspot.com/-SyU7zuJzcp0/UTiEMDgZeDI/AAAAAAAAGc8/t-IQ220mV2Y/s320/arton2848-b77a2.jpg" width="320" /></a></div>
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Si tratta di un gigantesco progetto, già vecchio di vent'anni. La realizzazione della linea ferrovia ad alta velocità Torino-Lione prevede la realizzazione sotto le Alpi della galleria più lunga d'Europa (57 km). Iniziato negli anni novanta da François Mitterrand, il progetto è stato riproposto all’ordine del giorno in questi ultimi mesi da François Holland. Il 3 dicembre, a fianco del Presidente del Consiglio italiano Mario Monti, ha ribadito l'interesse del progetto transalpino firmando una “dichiarazione congiunta sul tunnel Lione-Torino”. In questo modo François Hollande ha impegnato lo stato francese a finanziare il 42% del progetto. Vale a dire 11 miliardi di euro! Obiettivo di questa spesa: collegare Lione e Torino in due ore e Parigi e Milano in quattro e mezzo.<br />
Sul lato italiano il progetto suscita una vasta opposizione da parte dei "No Tav". Tra occupazioni del cantiere, scontri contro le forze dell'ordine, e proteste di migliaia di persone, i No Tav sono riusciti a ritardare per diversi anni l’inizio dei lavori. “Notre-Dame-des-Landes [paese della Loira dove è in progetto la costruzione di un grande aeroporto, con una forte opposizione da parte della popolazione residente, N.d.T.] e No Tav sono due compagne di lotta. In entrambi i casi ritroviamo l’intervento attivo del governo per impedire ogni forma di espressione attraverso la forza militare" sostiene Paolo Prieri, uno dei coordinatori italiani degli oppositori. In Francia la contestazione si fa più forte. Ma la repressione da parte dell’esercito procede di pari passo.<br />
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<strong>Milizie private per proteggere il cantiere?</strong>Il governo italiano, ansioso di iniziare rapidamente il cantiere - a causa di un possibile ritiro dei fondi europei - ha mobilitato 2 000 carabinieri nel giugno scorso per proteggere l’avvio dei lavori: la costruzione della galleria della Maddalena, vicino a Susa. Secondo il sito La Voix des Allobroges, il costo delle forze di polizia sarebbe di quasi 868 milioni di euro, per 56 mesi di cantiere. Quello dei lavori per questa galleria è stimato a 143 milioni di euro...<br />
Il cantiere della linea Lione-Torino potrebbe trasformarsi in una “zona militare di interesse strategico” su entrambi i lati del confine? La società LTF (Lyon Turin Ferroviaire), partecipata di Réseau Ferré de France - che gestisce la rete ferroviaria nazionale - e della sua omologa italiana, Rete Ferroviaria Italiana, sta "svolgendo degli studi e dei sopralluoghi” per la sezione transfrontaliera della linea. I suoi poteri sembrano andare oltre [le sue prerogative]. Nel settembre 2012 la società ha pubblicato una gara d’appalto per un valore di 1,8 milioni di euro per il "supporto logistico alle forze dell’ordine presenti nell’area del cantiere”.<br />
Attraverso questo sistema, RFF contribuirà quindi al pagamento di milizie private per garantire la sicurezza del cantiere sul lato italiano. “Questo è molto grave” sottolinea Paolo Prieri “soprattutto perchè avviene nella più totale assenza di trasparenza. Ma le pressioni non avranno effetto su di noi, siamo intenzionati a non mollare."<br />
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<strong>Un costo equiparabile al deficit della Previdenza sociale</strong>Il costo per la sicurezza del cantiere aggrava un conto già salato. [Il costo del] tunnel tra l'Italia e la Francia era stato inizialmente stimato a 8,5 miliardi di euro. Ma "i costi preventivati stanno aumentando" ha fatto notare la Corte dei Conti, che ha inviato un rapporto al Primo Ministro Jean-Marc Ayrault lo scorso agosto. La stima del costo complessivo è passata da 12 miliardi di euro, compresi l'accesso al tunnel sul versante francese e il rafforzamento delle misure di sicurezza nelle gallerie, a 26 miliardi!<br />
Il costo della sola parte francese sarebbe superiore agli 11 miliardi euro, l'equivalente della previsione del deficit della previdenza sociale nel 2013. La Corte dei Conti ne prevede la revisione, poichè questo preventivo non tiene conto delle difficoltà geologiche rivelate dai primi scavi. “I dati disponibili sul progetto ferroviario Lione-Torino rendono difficoltosa una valutazione dei costi” cosa più grave che osserva la Corte dei Conti. Il settimanale Politis dichiara che sarebbero stati pagati più di 10 milioni di euro per lo scavo della galleria di Venaus [sul lato italiano, N.d.T.], che non ha mai visto la luce. Uno specchio della dubbia gestione del progetto da parte della direzione dei lavori, affidata alla società Lyon Turin Ferroviarie. <br />
Nonostante queste riserve, Jean-Marc Ayrault va avanti e firma. Nella sua risposta alla Corte dei Conti, datata 8 ottobre, ha ribadito l'impegno del governo nel voler realizzare il tratto ad alta velocità. Ha riconosciuto tuttavia che “il bilancio per la realizzazione di questo importante progetto è impegnativo, soprattutto in un momento in cui deve essere controllato il livello di spesa pubblica. Pertanto, il coinvolgimento dell'Unione europea nel finanziamento è indispensabile". La partecipazione finanziaria europea dipende dal futuro bilancio europeo 2014-2020. Oltre a questo apporto, l’Eliseo prenderebbe in considerazione il ricorso ai finanziamenti della Banca europea per gli investimenti, e a prestiti obbligazionari. In breve: indebitarsi prima dell’inizio dei lavori con il solo scopo di collegare Lione e Torino in due ore...<br />
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<strong>Un progetto ecologico?</strong>Il governo Ayrault giustifica questo faraonico investimento con l’obiettivo di ridurre il traffico su gomma - e le emissioni di CO2 - trasferendolo su rotaia . "Tutti gli studi hanno puntato su un unineluttabile aumento del traffico stradale. Ma di fatto il traffico merci sull'asse Lione-Torino è in calo” sostiene Daniel Ibanez, membro del comitato contrario ai lavori. Nel 2011, il [volume del] trasporto merci è stato effettivamente equivalente a quello del 1988 [1]...<br />
"Il rischio di saturazione delle infrastrutture esistenti, ad oggi non è previsto prima del 2035" conferma la Corte dei Conti. Dato, questo, che rimette seriamente in discussione la rilevanza del progetto. Chi è contrario ai lavori aggiunge che la linea esistente è utilizzata soltanto per il 20% della sua capacità. E suggerisce di costruire piattaforme di carico, promuovere il trasporto combinato, o imporre un più efficente carico dei camion... La Corte dei Conti sta andando nella stessa direzione, proponendo "di non archiviare troppo in fretta l'alternativa di migliorare la linea esistente. Gli oppositori alla TAV Torino-Lione sottolineano che il 90% delle emissioni di CO2 in Savoia e Alta Savoia proviene da automobili e mezzi pesanti in transito nell’area regionale, contro il 10% prodotto dai mezzi pesanti sull’asse franco-italiano. "Non si tratta di non fare nulla, ma di fare qualcosa nell’immediato, a partire dagli investimenti nel trasporto pubblico locale” spiegano i No Tav.<br />
Non sarebbe un investimento migliore per 11 miliardi di euro?<br />
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<strong>Interesse privato in atto pubblico</strong>Lo stesso giorno in cui la Corte dei Conti confermava una spesa superiore agli 11 miliardi di euro per la Francia, la commissione d'inchiesta dava il suo parere favorevole. Perché non ha rilevato alcuna riserva, quando l’aspetto finanziario è essenziale per il riconoscimento della pubblica utilità? Diversi conflitti di interesse macchiano il dossier. Nella sua relazione, la commissione d'inchiesta incoraggia fortemente RFF, la direzione lavori, a stipulare un contratto con una società che opera nell’ambito dei lavori pubblici diretta... dal fratello di uno dei membri della stessa commissione! Le Canard enchaîné, che ha rivelato la faccenda il 3 ottobre, indica che il costo di questa operazione potrebbe generare "un volume d’affari da 20 a 50 milioni di euro".<br />
Gli avversari denunciano altri conflitti di interesse per i membri della commissione[2]. Anche il Presidente, Pierre - Yves Fafournoux, ha partecipato ai lavori della cintura ferroviaria di Lione (CFAL), la cui redditività dipende dalla realizzazione della TAV Torino-Lione [3]. “Come avere una valutazione imparziale dei progetti CFAL e Lione-Torino, avendo riscontrato in una recente disposizione un forte legame economico fra i due progetti di investimento, affidati alla stessa direzione lavori?” chiedono gli oppositori al progetto. Nella sua relazione del 5 novembre, infatti, la Corte dei Conti ricorda che i componenti della commissione non avrebbero dovuto “lavorare sul caso avendo conflitti d’interesse riguardo gli sviluppi del progetto stesso”. I No Tav chiedono l’annullamento del pronunciamento della commissione d’inchiesta.<br />
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<strong>Tre milioni di metri cubi di macerie ammucchiati nei paesi</strong>Nel territorio francese sono già stati scavati tre tunnel di accesso e corridoi di perforazione, di cui uno a Villarodin-Bourget (Savoia). “400 mila metri cubi di materiale vengono stoccati nel territorio del nostro comune, dove non dovrebbe rimanere nessun tipo di scarto” si preoccupa il sindaco Gilles Margueron. “Con la costruzione della linea ferroviaria ci ritroveremo con tre milioni di metri cubi di materiale sul groppone”. Risultato: un paesaggio sfigurato, con conseguenze sull'attività economica e il turismo in paese. "Quando abbiamo chiesto che questo materiale di risulta fosse depositato più lontano, ci è stato detto che questo avrebbe aumentato le emissioni inquinanti del cantiere" ironizza il sindaco, disilluso.<br />
Anche nel comune di Avressieux (Savoia) si chiedono dove saranno ammassati milioni di metri cubi di terreno. Alcune case del paese sono state distrutte, altre diventeranno invivibili. “I binari saranno costruiti a 100 metri dalla zona lacustre, per proteggere le rane” nota Richard Mangeolle, impegnato nel comitato locale di opposizione. "Francamente è meglio essere una specie protetta che un essere umano, per questo progetto! Frammentando i finanziamenti in tronchi,frammentano anche la lotta."<br />
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<strong>11 miliardi di euro per 3 000 precari </strong>I sostenitori della TAV annunciano fino a 30 000 posti di lavoro generati direttamente dal cantiere tra il 2014 e il 2021 [4]. Numeri rivisti al ribasso da Louis Besson, Presidente della Commissione Intergovernativa Lione-Torino: dopo aver promesso 10 000 posti di lavoro, ha ammesso che ne sarebbero stati creati soltanto 3 000. Vale a dire, in rapporto al costo del progetto, 3,7 milioni di euro per ogni posto di lavoro... Impieghi che dureranno solo il tempo del cantiere, mentre i posti di lavoro nel turismo e nell'agricoltura andranno persi. "La terra è lo strumento di lavoro dei contadini” ha dichiarato la Confederation Paysanne de Savoie e Haute-Savoie [Confederazione Agricoltori di Savoia e Alta Savoia], fermamente contraria al progetto. "Nel progetto Lione-Torino è in ballo la distruzione di complessivi 1 500 ettari di terreno, che eliminerà lungo il tracciato gli agricoltori e distruggerà le attività economiche e la vitalità del territorio”.<br />
Questo fronte agricolo si è imposto alla fine di novembre con l’arrivo dei Giovani agricoltori e alla FDSEA [Federazione dipartimentale dei sindacati dei coltivatori diretti] che "confermano la loro posizione di rifiuto del progetto Lione-Torino e mettono in discussione le basi di questo progetto inutile.” Diverse organizzazioni ambientali si uniscono agli oppositori, come France Nature Environnement, che pure difende strenuamente il trasporto merci su rotaia. In una lettera chiedono al Ministero dell'Ecologia l’apertura di un dibattito pubblico sul trasporto alpino.<br />
Europe Écologie Les Verts, il Parti de Gauche e gli eletti dell’Union Mouvement Populaire si preoccupano<br />
Fra le fila del Partito Socialista restano irremovibili. “Sarebbe incomprensibile per la Francia rinunciare alla Lione-Torino, per la quale sono già stati stanziati 800 milioni di euro” protesta Jean-Jacques Queyranne, Presidente (PS) della regione Rhône-Alpes. Tanto vale spendere anche i 10,2 miliardi di euro che rimangono. Ciononostante, diversi eletti e partiti politici iniziano a preoccuparsi seriamente. Gli ecologisti della regione Rhône-Alpes, inizialmente favorevoli al progetto, hanno fatto inversione di marcia. “Le nuove infrastrutture fanno incetta di spazio, energia e fondi pubblici” dichiara Europe Écologie in un comunicato. “Devono essere in linea con i bisogni del presente e con quelli ragionevolmente stimabili per il futuro”. Il Parti de Gauche chiede una moratoria sul progetto. Dominique Dord, sindaco di Aix-les-Bains, deputato dell’UMP [partito di destra di Sarkozy, N.d.T.] eletto in Savoia, si domanda oggi se non ci siano stati "abusi di coscienza”. Ha chiesto a RFF un approfondimento riguardo l’ipotesi dell’aumento del traffico merci. “Se non è previsto nessun aumento, ma al contrario un leggero calo, considererei l’ipotesi di un abuso d’ufficio nei miei confronti da parte degli esperti.”<br />
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Un progetto “molto ambizioso”, “controlli inadeguati”, costi “in forte aumento” rispetto i preventivi, previsioni di traffico “riviste al ribasso”, una “bassa redditività socio-economica”, finanziamenti “non definiti”: queste le riserve della Corte dei Conti, rafforzate dal lavoro portato avanti dai componenti di No Tav. Se il progetto finora non è stato oggetto di nessun dibattito pubblico, François Holland dovrà comunque passare attraverso l’approvazione del Parlamento per ratificare l’accordo firmato fra Mario Monti e Nicolas Sarkozy nel gennaio 2012. Secondo l’italiano Paolo Prieri, “il problema che si pone non è soltanto quello di una linea ad alta velocità, ma anche quello di un grande progetto di pubblica inutilità”. ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-82852420080191606092013-03-07T04:06:00.001-08:002013-03-13T00:50:51.698-07:005 lezioni per l’Europa<a href="http://www.lexpress.fr/actualite/monde/europe/elections-en-italie-5-lecons-pour-l-europe_1224759.html"><b><span style="font-size: large;">Elections en Italie: 5 leçons pour l'Europe</span></b></a><br />
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di Fabien Cazenave <br />
Pubblicato in <a href="http://www.lexpress.fr/actualite/monde/europe/elections-en-italie-5-lecons-pour-l-europe_1224759.html">Francia</a> il 27 febbraio 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli e per <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/09/elezioni-2013-5-lezioni-per-leuropa/524922/">Il Fatto</a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-FYa6LarqIJQ/UTiC0IlmJyI/AAAAAAAAGcs/CGPZ9wqauN0/s1600/1685358.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="142" jsa="true" src="http://2.bp.blogspot.com/-FYa6LarqIJQ/UTiC0IlmJyI/AAAAAAAAGcs/CGPZ9wqauN0/s320/1685358.jpg" width="320" /></a></div>
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<i>Lo stallo dell’Italia riflette un rifiuto dell'Europa? Analisi del nostro collaboratore Fabien Cazenave, autore del sito europeo Le Taurillon</i><br />
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<i> </i>I risultati delle recenti elezioni politiche in Italia sono stati una vera sorpresa. Nessuna maggioranza reale ed effettiva si è concretizzata e i due candidati più populisti sono arrivati secondo e terzo. Beppe Grillo e Silvio Berlusconi non solo hanno fatto discorsi irrazionali pieni di promesse populiste, ma hanno fatto dell’Europa l'obiettivo prioritario delle loro accuse. Gli elettori italiani li hanno ascoltati e hanno ignorato il super esperto europeo Mario Monti. La conclusione quindi è che era l'Europa il motivo principale del risultato elettorale italiano?<br />
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<b>1 / Il rifiuto di un'Europa troppo complicata</b>Come nel 2005 in Francia, gli elettori hanno voluto dire un grande “basta” [in italiano nel testo, N.d.T.] a un'Europa che non riescono più a capire. Come in Francia, l'Europa è stata il fulcro delle discussioni elettorali e i discorsi degli euroscettici sono stati molto più efficaci di quelli dei filoeuropei. Questa volta, l'Europa paga un discorso considerato come troppo favorevole all'austerità a discapito dei cittadini. Naturalmente, c'è una parte populista che parla dell’Europa come di colei che tutela i banchieri, le classi privilegiate, i mercati e gli interessi politici. Tuttavia, i risultati delle elezioni italiane dimostrano che il messaggio trasmesso dal referendum del 2005 non è stato recepito dalla classe politica europea.<br />
Il fatto che i nostri capi di stato e di governo cooperino a livello europeo per combattere il deficit è cosa buona. Ma la mancanza di prospettive politiche forti e ambiziose, oggi diventa la vera debolezza del discorso europeo. Il bilancio europeo chiuso a tarda notte in occasione dell'ultimo Consiglio europeo di Bruxelles ne è un esempio eclatante. Gli investimenti in Europa sono stati ridotti per l'assenza di idee a livello europeo per rilanciare l'economia.<br />
Se il messaggio inviato ai cittadini è quello di spiegare che non si può fare molto a livello europeo perché "è complicato", è logico che gli elettori daranno ascolto a coloro che parlano in maniera più comprensibile e coinvolgente, anche se poi questo va a scapito dell'idea europea.<br />
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<b>2 / Mario Monti: la competenza non è più sufficiente</b>Il risultato di Mario Monti in queste elezioni è stato estremamente deludente. Essere il Presidente del Consiglio italiano in carica e non riuscire a valicare la soglia del 10% è il segnale di un grande fallimento. Eppure l'Italia ha avuto in lui una guida seria, intelligente, che godeva della fiducia dei suoi omologhi a livello internazionale. Molti sono coloro che lo parleranno di lui come di un tecnocrate. Coloro che hanno letto il suo libro scritto in collaborazione con Sylvie Goulard dal titolo “Dalla democrazia in Europa” sapranno però che rappresenta molto di più. In questo libro, Mario Monti spiega molto chiaramente che qualsiasi decisione politica si deve assumere solo basandosi sul beneficio che ne trarrà la popolazione. Una posizione ben distante da quella che viene attribuita alla maggior parte dei tecnocrati. Del resto, il suo bilancio alla guida dell'Italia dopo la devastazione dei conti pubblici causata del precedente governo Berlusconi è stato notevole, ma non abbastanza per gli elettori.<br />
Di fronte ai discorsi populisti degli estremisti, la prima risposta deve essere un'ambizione per l'Europa<br />
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<b>3 / I veri europeisti devono coinvolgere i capi dei partiti politici</b>Tutti i nostri leader politici oggi sono degli europeisti poco convinti . Fanno l'Europa perchè costretti, la considerano come un obbligo, piuttosto che uno strumento. La competenza non basta più. Pertanto per le prossime elezioni europee del 2014 occorre che i partiti politici tra le loro fila, candidino non gli esperti europeisti, non chi ha bisogno di essere ricollocato, ma i tedofori della fiaccola europea. Perché la prima risposta da contrapporre ai discorsi dell’estrema sinistra o dell’estrema destra, dovrebbe essere un'ambizione per l'Europa. I discorsi logici, a metà strada tra la salvaguardia degli interessi nazionali e il desiderio di fare piccoli passi avanti nella costruzione europea non soddisfano più gli elettori.<br />
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<b>4 / Bisogna politicizzare l'Europa</b>Considerare l'UE come un luogo neutrale dove esiste solo l'interesse generale europeo, è una finzione che gli elettori non desiderano più. Nel 2005 in Francia, gli europeisti di sinistra non hanno mai saputo trovare argomenti contro la campagna per il "no" [al referendum per la ratifica della Costituzione europea, bocciata dal voto contrario dei lavoratori, N.d.T.] della sinistra antieuropeista, secondo cui la Costituzione era di destra o neoliberale.<br />
In Italia nel 2013, l'Europa di Bruxelles esiste solo per difendere gli interessi dell’austerità. Ma l’austerità non è un obbligo economico, è una scelta politica. Pertanto, è giunto il momento di interrompere il discorso di un José Manuel Barroso che ci spiega che rifiuta la politicizzazione fra destra, sinistra, centro ed ecologisti del Parlamento europeo, con il pretesto che bisogna far fronte comune contro gli euroscettici. Sono anni che si fannno questi discorsi, i sostenitori di questa visione dell’Europa devono ammettere di aver fallito.<br />
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<b>5 / Stabilire maggioranze politiche chiare</b>In Italia, non era chiaro con chi Mario Monti avebbe governato. Questa mancanza di chiarezza ha dato maggior forza ai discorsi più coinvolgenti di Berlusconi e Grillo. Nel Parlamento europeo, ci ritroviamo nella stessa situazione, ossia quella in cui l'elettore non è a conoscenza in anticipo della maggioranza che va a votare. Infatti, a causa della rappresentanza proporzionale e il rifiuto dei maggiori partiti di allearsi sulla base di un programma comune, i partiti si sono frammentati e è venuta a mancare una maggioranza chiara. La Commissione europea ha avuto l'opportunità per darsi da fare nel suo ambito. Speriamo che i partiti politici europei nel 2014 sappiano delineare i contorni di maggioranze politiche chiare per gli elettori, in mancanza di una riforma elettorale (complicata da mettere in piedi) che permetterebbe di fare emergere naturalmente una maggioranza reale. Il fatto che i partiti politici europei saranno in grado di imporre il colore politico del futuro Presidente della Commissione dovrebbe semplificare l'Europa per i cittadini. In Francia si sa già che i socialisti e i verdi che arrivano primi, formeranno una coalizione in parlamento. Perchè non tentare questo schema a livello europeo, per esempio?<br />
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Queste elezioni italiane devono farci rendere conto che è giunto il momento di politicizzare l'Europa per renderla più leggibile agli elettori. Altrimenti avremo sempre persone scontente a forza di scendere a compromessi per tutelare i minimi interessi comuni. L'Europa nella sua globalità sarà giudicata dai lettori come responsabile dei loro malesseri, mentre si tratta soprattutto di mancanza di ambizione dei nostri governanti che si rifiutano di agire da leader europei. Politicizziamo l’Europa, i suoi avversari lo stanno già facendo e avanzano in ogni elezione proprio grazie a questo.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-46357742517906703662013-02-11T01:58:00.001-08:002013-02-11T01:58:23.086-08:00La promessa “schock-flop”<strong><a href="file:///p://www.lesechos.fr/economie-politique/monde/actu/0202550299674-la-promesse-choc-flop-de-silvio-berlusconi-535766.php?xtor=EPR-1500-%5Binternational%5D-20130206-%5Bs=461370_n=2_c=204_%5D-1363272%5B_SDV%5D@1"><span style="font-size: large;">La promesse «choc-flop» de Silvio Berlusconi</span></a></strong><br />
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di Pierre de Guasquet<br />
Pubblicato in <a href="file:///p://www.lesechos.fr/economie-politique/monde/actu/0202550299674-la-promesse-choc-flop-de-silvio-berlusconi-535766.php?xtor=EPR-1500-%5Binternational%5D-20130206-%5Bs=461370_n=2_c=204_%5D-1363272%5B_SDV%5D@1">Francia</a> il 6 febbraio 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<strong><em>Due giorni dopo la promessa del "Cavaliere" di rimborsare i 4 miliardi di euro pagati per l’Imu l’anno scorso, i primi sondaggi sembrano indicare che il 72% degli elettori ritiene tale iniziativa "non-credibile" Ma resta il dubbio...</em></strong><br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-bsUlOusWavc/URjAMLLRYpI/AAAAAAAAGU0/7HelHVYJCYc/s1600/BBB.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="http://1.bp.blogspot.com/-bsUlOusWavc/URjAMLLRYpI/AAAAAAAAGU0/7HelHVYJCYc/s320/BBB.jpg" uea="true" width="320" /></a></div>
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L’ 'incantatore di serpenti' ha colpito nel segno. La sua “promessa shock” ha fatto tremare i mercati, ma gli italiani ci credono davvero? Due giorni dopo l'ultimo scoop di Silvio Berlusconi, con cui prometteva di restituire in contanti, ovvero sull’unghia, tutto quanto era stato incassato dall’IMU, imposta tanto disprezzata da gran parte dei suoi concittadini, la questione non pare sopita. Secondo i primi sondaggi pubblicati il giorno seguente all'iniziativa del leader del Popolo della Libertà, la stragrande maggioranza degli italiani rimane scettica. Ma resta il dubbio sull'impatto che tale promessa avrà sugli indecisi che rappresentano ancora un terzo abbondante degli elettori.
"Provi a chiedere una casalinga italiana, se ha ha voglia di rimanere con l'uomo che l'ha tradita per diciotto anni!" ha annunciato Oscar Giannino, candidato liberale "graffiante" della lista "Fermare il Declino". Infatti, secondo un sondaggio Ispo del "Corriere della Sera", il 72% degli italiani ritiene molto semplicemente "non credibile" la promessa di Silvio Berlusconi di restituire il giorno dopo la sua vittoria, i 4 miliardi di euro provenienti dalle entrate fiscali raccolte da Mario Monti nel 2012 per l'IMU (per un costo di 8 miliardi di euro in due anni per lo Stato nel caso che l’imposta venga abolita nell’anno in corso).<br />
Vicecersa, resta il paradosso di un elettorato sballottato da una lunga serie di promesse più o meno fattibili: solo il 57% dei votanti (contro il 38%) giudicano negativamente la proposta di rimborso della tassa immobiliare. Ciò viene confermato da un altro sondaggio Ipsos secondo cui il 24% degli italiani ritiene che Silvio Berlusconi sarà in grado di mantenere la sua promessa, contro il 67% che la considerano puramente "demagogica".<br />
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<strong>Scetticismo generale</strong><br />
Eppure, sono numerosi gli osservatori che giudicano l'impatto dell’operazione rimborso dell’"incantatore di serpenti" - come lo ha definito Mario Monti-, tutt'altro che trascurabile. "Egli è riuscito a catturare l'attenzione: tutti parlano della sua folle promessa demagogica", sospira un esperto di comunicazione. Secondo Renato Mannheimer dell’Ispo, se la promessa del "Cavaliere" è stata accolta con sconcerto da parte della maggioranza degli elettori, potrebbe comunque fare presa sugli indecisi. Nonostante lo scetticismo generale, i consensi per la coalizione di Silvio Berlusconi sono in crescita da due settimane, mentre risulta una lieve flessione del Partito Democratico di Pier Luigi Bersani. Secondo l'ultimo sondaggio Tecne, il 28,9% della coalizione di centro destra ha ridotto notevolmente la distanza dal centro-sinistra (32,9%), con una distanza ormai di soli quattro punti. "Sono sulla corsia di sorpasso", ha detto il "Cavaliere" con orgoglio.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-85475528445177206092013-02-01T03:57:00.002-08:002013-02-01T03:57:28.424-08:00Napoli preferisce Silvio Berlusconi alla miseria<strong><a href="http://fr.myeurop.info/2013/01/25/elections-en-italie-naples-prefere-silvio-berlusconi-a-la-misere-7004"><span style="font-size: large;">Elections en Italie: Naples préfère Silvio Berlusconi à la misère</span></a></strong><br />
<strong><br /></strong>di Ariel Dumont<br />
Pubblicato in <a href="http://fr.myeurop.info/2013/01/25/elections-en-italie-naples-prefere-silvio-berlusconi-a-la-misere-7004">Francia</a> il 25 gennaio 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<em>Piove a catinelle su Napoli. In lontananza la cima del Vesuvio appare avvolta dalla nebbia. Intorno alla stazione aleggia il profumo dolce delle praline che i venditori ambulanti fanno dorare sulle bancarelle variopinte al riparo sotto gli ombrelloni enormi che ora servono da riparo alla pioggia.</em><br />
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<em><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-RKWueutmwSI/UQutI9KPCJI/AAAAAAAAGPs/CDy-_sKYGus/s1600/image.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ea="true" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-RKWueutmwSI/UQutI9KPCJI/AAAAAAAAGPs/CDy-_sKYGus/s320/image.jpg" width="314" /></a></div>
<br /></em>Nelle strade circostanti, si percepisce tutto un altro aroma, quello delle spezie dei venditori di kebab che si mescola con quello delle brioches ripiene di crema. Questi profumi non sono in grado di camuffare il clima che regna a Napoli da qualche tempo. Un clima di disperazione ma anche di rabbia.<br />In questo periodo di campagna elettorale dove i candidati stanno cercando di incantare un elettorato disilluso dalla promessa di riduzione di tasse (Silvio Berlusconi), dal rigore (Mario Monti) e da un po' più uguaglianza sociale (sinistra di Pierluigi Bersani), Napoli è diventata la vetrina della penisola. Una vetrina dove gli italiani espongono la loro costernazione e il disgusto per la classe politica di qualsiasi colore, senza distinzione.
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<strong>"Le sue storie di chiappe? Chi se ne frega!" </strong>Nel quartiere spagnolo, il cuore pulsante di Napoli, gli abitanti hanno i nervi a fior di pelle.<br />"Abbiamo provato tutto, la destra, la sinistra, le liste civiche". Quando l'anno scorso abbiamo eletto sindaco l'ex magistrato Luigi de Magistris, pensavamo che avrebbe cambiato il volto di Napoli. Che sbaglio! Non è cambiato nulla, la città è sporca come prima e la gente muore ancora di fame " dice irritato Mario. Questo contrabbandiere di sigarette seduto sotto la pioggia davanti a un tavolinetto di legno traballante in compagnia di due amici, brontola incollerito sorseggiando un caffè.<br />"Il 20% della popolazione è ufficialmente disoccupato. La disoccupazione giovanile è stimata al 44,4%. Quindi per mangiare e pagare le spese l’unica scelta è il contrabbando e qualche lavoretto, oppure andare alla deriva".<br />Accanto a Mario, Luigi asciuga le gocce di pioggia che scorronoo sui suoi vecchi occhiali. Ha ottant'anni, prima di andare in pensione faceva il calzolaio. Oggi, prende una pensione di 550 euro al mese.<br />"Per comprarmi una catapecchia, ho quasi tolto il cibo di bocca ai miei figli. Ed ecco che Mario Monti ora ci chiede di pagare l’IMU quando non abbiamo nemmeno abbastanza da mangiare e viviamo nella povertà. È facile per loro, prendono migliaia di euro al mese anche dopo aver smesso di lavorare, perché hanno diritto a delle indennità". A trentun giorni delle elezioni legislative, hanno già fatto loro scelta. "Voteremo per Silvio Berlusconi. Alla fine, non è peggio rispetto agli altri. Lui almeno, aveva abolito l’ICI e ha offerto un premio di mille euro alle famiglie per il loro primo bambino. E poi, dà lavoro a 54.000 persone nelle sue aziende. Quindi può capirci meglio di altri. Le sue storie di chiappe? Chi se ne frega!", spiega Pietro fumando nervosamente una sigaretta di contrabbando fatta dai cinesi che Mario vende a 2,50 euro al pacchetto. "Sembrano le Camel e costano la metà”.<br />
<br /><strong>"Bisogna sparargli!!" </strong>In un vicoletto vicino, qualche pensionato gioca a carte davanti all’ospizio della parrocchiai sotto alla pensilina che li protegge dagli agenti atmosferici. Giovanni Lombardi però non sembra affatto un parrocchiano praticante. Mostra con orgoglio la sua tessera del PCI, a cui è iscritto sin dal 1943, ma rimpiange i tempi in cui il Segretario generale del partito, Enrico Berlinguer, andava a messa la domenica con la famiglia.<br />"Anche allora i politici si abbuffavano, ma almeno anche la gente comune aveva la loro bella fetta di torta e tutti erano felici. Oggi, i politici pensano solo a se stessi. Si guardi intorno, lo sente questo odore per le strade di Napoli: è quello della povertà", dice Giovanni. Accanto a lui, Pasquale Guerra in piedi si dondola nervoso.<br />"Bisognerebbe cacciarli, fucilarli. Dalla fine della seconda guerra mondiale, si sono arricchiti alle nostre spalle. Un tempo i sindacalisti tutelavano il popolo, oggi fanno gli interessi dei ricchi e circolano con le auto blu mentre io ho sempre lo stesso catorcio verde" sbotta un impiegato comunale.<br />Dehors, la nuit tombe sur Naples. Dans le port, les grands navires ressemblant à des gratte-ciel sont en panne de touristes.<br />Fuori, cala la notte su Napoli. Nel porto, le navi da crociera grosse come dei grattacieli, sono a corto di turisti. A pochi metri di distanza, Rosaria Capacchione, la giornalista del quotidiano locale "Il Mattino", specializzata in storie di mafia e che vive sotto la protezione della polizia sta tenendo una conferenza. Nulla di strano, è un candidata al Senato nelle liste del Partito Democratico. La sala è piena. Alcuni pensionati sono lì che ascoltano le sue promesse di cambiare il volto del paese. ma le credono davvero?<br />"Beppe Grillo? Slogan, insulti e niente altro "<br />Dall’altro capo della città, attivisti del “Movimento 5 stelle" fondato dal comico genovese Beppe Grillo stanno montando degli amplificatori e spazzano il podio piantato al centro della galleria Principe di Napoli. Alle 9 in punto, il Coluche [noto comico francese ndt] italiano, vestito completamente di bianco sale sul palco tra gli applausi dei suoi fan.<br />Per un'ora e mezza, si scatenerà a contro la classe politica "marcia fino all'osso" e contro i sindacati "che bisogna abolire". Egli parlerà della necessità di sostituire "i politici di professione da persone normali che sanno cosa significa lottare per vivere". Parole che alla fine non convincono.<br />"Non so chi votare. Sono venuta stasera perché speravo che Beppe Grillo avrebbe parlato di cose concrete, che avrebbe proposto delle soluzioni. "Ma ho sentito solo slogan, insulti, niente altro", ha detto Maria. Elegantemente avvolta in un cappottino leggero nero, questa signora di quarant’anni dal portamento gradevole insegna in una scuola superiore, non nasconde la sua delusione. "Mi ripeto di nuovo che io non voterei certamente per lui."<br />Fuori, continua a piovere fitto. Dei curiosi fumano una sigaretta commentando l'incontro. Sono in tanti ad avere la sensazione che ancora una volta, hanno ascoltato solo delle formule magiche, ma niente di concreto. "Mario Monti mi spaventa, i democratici non mi hanno convinto perché si sono alleati con la sinistra. radicale. Per quanto riguarda Berlusconi, per il quale ho votato in precedenza, mi fa pensare ad un cadavere ", spiega Paolo.<br />Tra un mese, gli italiani esprimeranno le loro preferenze. Secondo gli ultimi sondaggi, il partito di Silvio Berlusconi sta risalendo la china, mentre i democratici dati per vincitori solo due settimane fa, iniziano a perdere piede. Al centro, Mario Monti cerca di consolidare se non aumentare il suo capitale di simpatia stimato al 15%. Alle urne, la battaglia sarà dura. Ma lo sarà ancor più dopo le elezioni, quando gli italiani aspetteranno al varco i loro nuovi governanti<br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-61363248010289215852013-02-01T03:34:00.001-08:002013-02-01T03:34:52.287-08:00Il pifferaio magico contro il maestro della bacchetta magica<strong><span style="font-size: large;"><a href="http://www.lesechos.fr/economie-politique/monde/actu/0202503432047-duel-berlusconi-monti-le-joueur-de-pipeau-contre-le-joueur-de-baguette-529193.php?xtor=EPR-1500-%5Binternational%5D-20130116-%5Bs=461370_n=2_c=204_%5D-1363272%5B_SDV%5D@1">Duel Berlusconi-Monti : le joueur de pipeau contre le joueur de baguette</a></span></strong><br />
<strong><span style="font-size: large;"></span></strong><br />di Pierre de Gasquet<br />
Pubblicato in <a href="http://www.lesechos.fr/economie-politique/monde/actu/0202503432047-duel-berlusconi-monti-le-joueur-de-pipeau-contre-le-joueur-de-baguette-529193.php?xtor=EPR-1500-%5Binternational%5D-20130116-%5Bs=461370_n=2_c=204_%5D-1363272%5B_SDV%5D@1">Francia</a> il 16 gennaio 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<strong><em>Per contrastare la rimonta di Silvio Berlusconi nei sondaggi, Mario Monti è stato costretto alla linea dura nelle repliche al “Cavaliere”. Ma il “maestro della bacchetta” semina lo scompiglio tra gli esperti.</em></strong><br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-AbbVhCqatiI/UQuoR-ovL4I/AAAAAAAAGOs/w27QOjyYJ-s/s1600/il-pifferaio-magico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ea="true" src="http://2.bp.blogspot.com/-AbbVhCqatiI/UQuoR-ovL4I/AAAAAAAAGOs/w27QOjyYJ-s/s1600/il-pifferaio-magico.jpg" /></a></div>
<br />Nella campagna elettorale italiana per le legislative del 24 febbraio, il gioco si complica. Per la prima volta il “Professore” rompe la sua regola di equidistanza tra destra e sinistra, definendo un “pifferaio” il “Cavaliere” il quale a sua volta ha duramente replicato qualificando Mario Monti un “leaderino, protesi della sinistra”.<br />Visibilmente segnato dalla decisione del PPE (Partito Popolare Europeo) di appoggiare la candidatura di Monti, Silvio Berlusconi ha optato per una massiccia campagna mediatica su tutti i fronti. Una tattica vincente, se si dà credito a certi sondaggi che assegnano alla sua coalizione di centro destra un recente incremento di consensi, in particolare dopo il “braccio di ferro” televisivo sulla 7 con il noto giornalista Michele Santoro, seguito da quasi 9 milioni di telespettatori.<br />“Il fatto che gli italiani possano ancora fidarsi di lui mi fa pensare al pifferaio di Hamelin che ammalia i topi per annegarli più facilmente”, ha dichiarato Mario Monti nella trasmissione “Porta a Porta”, rompendo per la prima volta il suo abituale riserbo. Dichiarazione di guerra aperta tra il “pifferaio magico” e il “leaderino centrista”. Secondo un recente sondaggio dell’Ipsos pubblicato ieri, il Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi continua a recuperare punti arrivando al 14/4%, anche se continua a restare molto indietro rispetto del Partito Democratico (33.4%), mentre la lista “Con Monti per l’Italia” accusa un leggero calo attestandosi al 10.9%. Tenuto conto dei rispettivi alleati, secondo l’analista politico Renato Mannheimer, la differenza tra la coalizione di Berlusconi e quella del centro sinistra si sarebbe ridotta a 7 punti (29.2% contro il 36.3% rispettivamente).<br /><br /><strong>Qual è il reale impatto della rimonta di Berlusconi nei sondaggi?</strong>Tuttavia a meno di sei settimane dal voto del 24 febbraio, gli esperti sono divisi sul significato reale della rinascita di "Cavaliere", che non si fa scrupolo di utilizzare ogni sorta di trucchi per guadagnare terreno. La sua ultima “trovata”: proporre al Quirinale il nome del presidente della BCE Mario Draghi, poi immediatamente smentito dal diretto interessato. E il rifiuto dei giudici lunedì di sospendere a Milano l’udienza nel processo dell’"affare Ruby", in cui Silvio Berlusconi è accusato di "concussione e prostituzione minorile" - non sembra affatto averlo demoralizzato . Al contrario, rafforzerebbe la sua tesi di un "complotto di giudici comunisti e femministi" secondo alcuni suoi elettori.<br />Anche se Pier Luigi Bersani (PD), mantiene un certo vantaggio sui suoi due grandi avversari, alcuni esperti cominciano a porre dei dubbi sulla linea del “basso profilo”, che il leader del centro sinistra ha tenuto finora.<br /><br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-21246424006843233482013-01-16T10:53:00.001-08:002013-01-16T10:53:41.875-08:00Perchè i francesi devono guardare verso l’Italia<br />
<a href="http://www.franceinter.fr/emission-la-chronique-politique-mario-monti-un-modele-pour-les-francais"><span style="font-size: large;"><b>Pourquoi les Français doivent regarder vers l'Italie</b></span></a><br />
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di Romain Gubert<br />
Pubblicato in <a href="http://www.franceinter.fr/emission-la-chronique-politique-mario-monti-un-modele-pour-les-francais">Francia</a> il 10 gennaio 2013<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-l2Mr8HA0x4o/UPb3KFRrfHI/AAAAAAAAGI8/TI4oHb7TNSQ/s1600/154345196.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="219" src="http://4.bp.blogspot.com/-l2Mr8HA0x4o/UPb3KFRrfHI/AAAAAAAAGI8/TI4oHb7TNSQ/s320/154345196.jpg" width="320" /></a></div>
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<b><i>Un uomo politico che i francesi non voterebbero mai perchè italiano. Si tratta di Mario Monti.</i></b><br />
Questo serio tecnocrate dalle eterne cravatte blu e gli occhiali poco appariscenti ha ingannato ben bene il suo mondo. Colui che gli italiani chiamavano il “Professore” sta diventando piano piano “Super Mario”.<br />
Torniamo indietro nel tempo. Monti è stato chiamato poco più di un anno fa alla guida del suo Paese sull’orlo del fallimento, per rimediare alla catastrofe causata da Berlusconi, con questa promessa: “Faccio un po’ d’ordine e poi ciao”.<br />
Di fatto oggi è in corsa per guidare il prossimo governo dopo le elezioni legislative che avranno luogo nel mese di febbraio. Ha creato una grande coalizione attorno al proprio nome, con un programma che si riassume in un paio di parole: “lacrime e sangue”.<br />
In breve si tratta di continue dolorose riforme. Non ha la vittoria in tasca in Italia, dove misure di austerità e guerra alla frode fiscale sono d’obbligo. Ma i francesi hanno tutto l’interesse a guardare il cammino intrapreso da quest’uomo.<br />
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<b>Perchè bisogna volgere lo sguardo all’Italia?</b>Perchè la fonte d’ispirazione alle sue riforme, Mario Monti è andato a pescarla… proprio in Francia. Monti faceva parte della commissione Attali, istituita nel 2007 da Nicolas Sarkozy per “dare il via alla crescita”. Ricordate: questa commissione di esperti e periti ha stilato una lista di quasi 200 motivazioni che bloccavano l’economia francese. Tra le quasi 200 proposte formulate da Attali veniva anche sollecitata la liberalizzazione delle professioni privilegiate, ad esempio i tassisti, i notai, i farmacisti, passando per la domenica lavorativa, la “flessibilità” del mercato del lavoro o la fine dei contratti a tempo indeterminato.<br />
E nel momento in cui Monti ha tracciato l’itinerario del suo viaggio ha semplicemente ripreso i lavori di questa commissione di cui è stato uno dei pilastri.<br />
Se vogliamo essere onesti non tutto ha funzionato. Per esempio i tassisti: Monti ci ha sbattuto il muso. E oggi le tariffe dei taxi italiani sono più alte di un anno fa. Proprio come in Francia, dove Sarkozy non è riuscito a tener testa più di una giornata alle loro manifestazioni di protesta, anche Monti non è riuscito a spuntarla nella lotta contro i tassisti. Ma altre riforme altrettanto significative per l’economia del paese cominciano a produrre i loro effetti. L’Italia non è più sotto il fuoco dei mercati. E qualcuno in Francia, ormai sogna un “Monti francese” per far uscire il Paese dalla recessione.<br />
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<b>Cioè?</b>Anche se non viene detto apertamente, alcuni desiderano seriamente interpretare questo ruolo. Tra i vari personaggi mi viene in mente Christine Lagarde per la destra, rinvigorita dopo il disastro nell’ UMP [partito politico conservatore francese di Sarkozy, N.d.T.]. La cerchia dell’ex ministro di Sarkozy ha manifestato chiaramente l’auspicio che dopo il FMI, la Lagarde ritorni a fare politica. Per lo schieramento a sinistra penserei a Pascal Lamy, che tra qualche mese lascerà il suo incarico all’Organizzazione Mondiale per il Commercio. Ma ce ne sono molti altri che possono interpretare il ruolo del tecnico che risolleva il Paese.<br />
E’ bastato vedere qualche settimana fa un incontro molto parigino, nel grande auditorium di Scienze Politiche a Parigi, dove Mario Monti ha spiegato il suo programma in Italia. Era presente un esercito di imprenditori francesi, amici di François Hollande, intellettuali della destra …<br />
Erano tutti in brodo di giuggiole alle parole di Mario Monti, sognando di poter scopiazzare le ricette di “Super Mario” per metterle in pratica poi in Francia. ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-35515453604269220152013-01-11T08:59:00.001-08:002013-01-11T08:59:05.909-08:00La nuova sfida di Mario Monti<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<b><span style="font-size: 18pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Calibri;"></span></span></b></div>
<a href="http://www.lexpress.fr/actualite/monde/europe/italie-le-nouveau-defi-de-mario-monti_1207297.html?xtmc=Italie&xtcr=3"><span style="font-size: large;"><b>Italie: le nouveau défi de Mario Monti</b></span></a><br />
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Di <a href="http://communaute.lexpress.fr/journaliste/christian-makarian">Christian Makarian</a><br />
Pubblicato in <a href="http://www.lexpress.fr/actualite/monde/europe/italie-le-nouveau-defi-de-mario-monti_1207297.html?xtmc=Italie&xtcr=3">Francia</a> il 10 gennaio 2013 <br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<i>In vista delle elezioni politiche di febbraio, il Presidente del Consiglio pare intenzionato a condurre una coalizione di centro, ma mentre Mario Monti è il candidato preferito di Bruxelles, le sue misure piacciono poco agli italiani.</i><br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-_B0JRxGQQ0s/UPBEuuagCSI/AAAAAAAAGEQ/37fuQQxTNDA/s1600/20130105_twitter-monti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="184" src="http://2.bp.blogspot.com/-_B0JRxGQQ0s/UPBEuuagCSI/AAAAAAAAGEQ/37fuQQxTNDA/s320/20130105_twitter-monti.jpg" width="320" /></a></div>
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E’ stato in qualche modo la speranza europea del 2012 e ci offre un bis nel 2013. Dopo aver annunciato le sue dimissioni provocando accese reazioni nel dicembre scorso, Mario Monti che presto compirà 70 anni, ha deciso di rimettersi in corsa senza esporsi in maniera diretta. Secondo un soggetto già collaudato, il « papa di transizione » ha preso gusto al potere. Nominato senatore a vita non può essere eletto in prima persona, ma non ha neanche alcun bisogno di farsi pubblicità. Basta semplicemente che un accordo politico porti il suo nome. Dopo qualche consultazione, a sorpresa, ha annunciato di volersi mettere a capo di una coalizione centrista in vista delle elezioni politiche anticipate del 24 e 25 febbraio. Ed ecco che l’ex commissario europeo, capo di un governo di tecnici negli ultimi tredici mesi, decide di scendere nell’arena politica italiana, che non è la più tranquilla.<br />
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<b>Berlusconi che rappresenta in prima persona lo sfacelo dell’Italia, cerca di contenere la mitragliatrice giudiziaria di cui è obiettivo.</b><br />
Lo fa con mille precauzioni oratorie, facendo ben attenzione di precisare che la frattura destra-sinistra « non riflette l’alleanza di cui l’Italia ha bisogno ». E a ragione. Al centro sinistra il Partito Democratico è dominato dalla personalità di Pierluigi Bersani; la creazione di un blocco di sinistra moderata poggia su delle alleanze e delle contropartite complesse, che presuppongono, tra l’altro, un rifiuto del programma liberale di Monti. In particolare le ambizioni personali di Bersani e di Monti sono lontane l’una dall’altra, anche se, questo è il bello della politica, i due personaggi saranno costretti a trovare un accordo reciproco per sconfiggere il comune avversario. In effetti a destra è ricomparso lo spettro Berlusconi. Il Cavaliere ha manifestato di nuovo la sua perversità facendo cadere il governo Monti con il ritiro dell’appoggio del suo partito, creato solo per scopi personali. La personificazione dello sfacelo italiano cerca di circoscrivere la mitragliatrice giudiziaria di cui è obiettivo. Cerca di sfruttare l’impopolarità del programma di Monti, ma cosa offrirà in cambio del rigore, lui il cui bilancio di governo è a noi tutti ben noto? In larga parte le elezioni si giocheranno attorno al desiderio di legittimità dello scabroso politico.<br />
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<b>Monti vuole proseguire l’azione riformatrice iniziata più di un anno fa</b>La Chiesa, che Berlusconi ha senza posa cercato di arruffianarsi alla ricerca di una sua personale moralità, attualmente invia sempre più segnali di appoggio a Mario Monti, cattolico praticante che gode delle reminiscenze della Democrazia Cristiana. Il papa in persona gli ha telefonato per gli auguri di buon anno e l’ Osservatore Romano ha scritto di vedere nella possibile rielezione del presidente del consiglio uscente la risposta alla “domanda di una politica di livello superiore”. Ma Monti più devoto alla Bocconi che al Vaticano, intende proseguire l’azione riformatrice iniziata più di un anno fa e che ha prodotto un certo risanamento alleggerendo la forte delusione. Questa è la sua sfida. Il deficit statale è passato da 63.8 miliardi di euro nel 2011 a 48.5 miliardi nel 2012, e non è poco. Potrebbe quindi assestarsi al 3% del PIL nel 2012 (contro il 4.5% in Francia), risultato che François Hollande spera di ottenere nel 2013. “Super Mario” è anche riuscito a far ridurre lo spread del suo paese rispetto ai mercati finanziari. Purtroppo il suo programma non piace agli strati popolari: nonostante voglia far abbassare di un punto le tasse, continuerà a tagliare drasticamente la spesa pubblica e prenderà misure competitive, ma socialmente dolorose.<br />
Sono molte le ragioni che fanno di Monti il candidato preferito dall’Europa. Ma è davvero una carta vincente? La risposta del popolo italiano, che deciderà senza tener conto minimamente del parere di Bruxelles, di Berlino o di Parigi, darà alla fine la misura di ciò che un popolo pieno di debiti e messo alle strette è ancora in grado di sopportare. La scelta dell’Italia quindi ci riguarda da vicino.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-70232126342713245962013-01-05T13:18:00.001-08:002013-01-05T13:18:43.403-08:00In mancanza di idee per riconquistare l’Italia, Silvio Berlusconi grida al complotto<h1 class="tt32" itemprop="Headline">
<a href="http://www.lemonde.fr/europe/article/2013/01/02/faute-d-idees-pour-reconquerir-l-italie-silvio-berlusconi-crie-au-complot_1812000_3214.html">Faute d'idées pour reconquérir l'Italie, Silvio Berlusconi crie au complot </a></h1>
di Philippe Ridet<br />
Pubblicato il 2 gennaio 2013 in <a href="http://www.lemonde.fr/europe/article/2013/01/02/faute-d-idees-pour-reconquerir-l-italie-silvio-berlusconi-crie-au-complot_1812000_3214.html">Francia</a><br />Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-pTmI2rVQx5I/UOiYQDEo13I/AAAAAAAAGAE/YyqwM1bsXrQ/s1600/858676-1024x709.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-1nIeXrvwXUQ/UOiYRZHYMuI/AAAAAAAAGAI/7iQAO2MmIYM/s1600/1812017_3_2087_silvio-berlusconi-le-29-decembre-2012-dans-un_09dc84dd02fe373817cd20ff08f1772c.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="160" src="http://4.bp.blogspot.com/-1nIeXrvwXUQ/UOiYRZHYMuI/AAAAAAAAGAI/7iQAO2MmIYM/s320/1812017_3_2087_silvio-berlusconi-le-29-decembre-2012-dans-un_09dc84dd02fe373817cd20ff08f1772c.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-hl43cXRxLKw/UOiYRC_RJDI/AAAAAAAAGAM/pdaB0MnZZUQ/s1600/859041-716x1024.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
Silvio Berlusconi ha iniziato il 2013 così come aveva finito il 2012: in televisione. Comparendo a ripetizione su tutti i canali televisivi, nazionali e locali, di stato e privati, il magnate dei media ha intenzione di sfruttare appieno questo periodo prima che si apra ufficialmente la campagna elettorale, 45 giorni prima del voto previsto per il 24 e il 25 febbraio, quando sarà la par condicio a regolare la durata degli interventi televisivi di tutti i candidati. In base ad alcuni sondaggi a lui solo noti, ritiene che la sua offensiva mediatica abbia permesso al suo partito, il PdL, di riprendersi 4 punti passando dal 16% al 20% delle intenzioni di voto. E’ davvero pochino, dopo due settimane di sforzi quotidiani. <br />Questa potrebbe essere l’ultima campagna, quella di troppo, per l’ex Presidente del Consiglio, stretto nella morsa tra il PD, la lista “Monti” – appoggiata dall’ex Primo Ministro – e quella del comico e blogger Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle. La sua difficoltà si può riassumere in un’unica domanda: come inventare una nuova storiella, qualcosa di inedito da raccontare agli italiani, quando non è mai riuscito tutte le volte che lo hanno votato a tramutare in realtà i sogni che proponeva loro? Per quanto si sforzi, il Cavaliere non trova soluzioni. <br />La proposta di ritirarsi dalla campagna se Monti avesse accettato di guidare un ipotetico “partito dei moderati” che includesse il partito secessionista e anti-immigrati della Lega Nord era solo un’esca, che rivela le sue concrete difficoltà nel trovare una collocazione innovativa nella sua sesta campagna elettorale dal 1994, e forse anche un po’ di stanchezza. <br /><b> </b><br />
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<b>Monti, “un tecnico che è diventato un leaderino”</b><br /> La sua strana campagna è indice del suo imbarazzo. All’inizio ha tentato di giocare nuovamente la carta della lotta al “comunismo”, che gli aveva portato fortuna nel 1994. Ma la personalità del segretario Pierluigi Bersani, leader della sinistra, riformista e avvezzo all’economia di mercato, non si presta molto a questa mossa. Poi ha cercato di scaricare sull’euro le responsabilità di tutte le difficoltà del Paese: quest’euro “germanocentrico” la cui salvezza avrebbe imposto agli italiani una cura di rigore ingiustificata ai suoi occhi. In ultimo ha deciso di delegittimare Monti, “un tecnico diventato un leaderino tra tanti altri”, ma l’eco diffusa dai media per ciascuna delle misure adottate dal Professore smentisce per il momento questa analisi. <br />Costretto ad aggiustare il tiro della sua strategia di giorno in giorno, alla fine gli resta solo la teoria del complotto per attirare l’attenzione su di sé e coalizzare i suoi sostenitori. Stando a lui, la sua caduta nel novembre del 2011 sarebbe frutto di una congiura di palazzo in cui Mario Monti e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per assecondare interessi stranieri, avrebbero cospirato contro di lui. <br />I due devono fare attenzione, perchè Berlusconi ha intenzione di istituire una “commissione d’inchiesta” che faccia luce sulle loro responsabilità in una vicenda che secondo lui ha tutte le apparenze di un tradimento. Il Cavaliere non lo ha ancora annunciato, ma sembra pronto ad aggiungere a questa prima lista i nomi di Mario Draghi, Presidente della BCE, José Manuel Barroso e chissà, forse un giorno, anche quelli di Barack Obama, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Tutti colpevoli di aver avuto delle riserve sulla politica da lui adottata all’epoca.<br />
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-pTmI2rVQx5I/UOiYQDEo13I/AAAAAAAAGAE/YyqwM1bsXrQ/s1600/858676-1024x709.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="221" src="http://3.bp.blogspot.com/-pTmI2rVQx5I/UOiYQDEo13I/AAAAAAAAGAE/YyqwM1bsXrQ/s320/858676-1024x709.jpg" width="320" /></a></div>
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<b>Un fuoco d’artificio al giorno</b><br /> Così facendo, Berlusconi finge di dimenticare che la fine del suo regno era stata apertamente annunciata dagli scandali che hanno riguardato la sua vita pubblica e privata, dagli attacchi del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, a cui sarebbero bastati solo tre voti per far cadere il Cavaliere nel dicembre del 2010, e dalle sconfitte elettorali in occasione delle amministrative del maggio 2011, quando il PdL ha perso il feudo di Milano a vantaggio della sinistra. Un bel po’ di argomenti che avrebbero dovuto essere un campanello d’allarme sulla fragilità della sua posizione. <br />Nel suo fortino di Arcore, cittadina della cintura milanese in cui possiede una sontuosa dimora, il Cavaliere ha deciso di sparare un fuoco d’artificio al giorno senza neanche tentare di concedersi un pizzico di coerenza, spiluccando nei programmi altrui alla ricerca di ciò che possa sembrargli innovativo. Da qui la sua proposta di limitare a due il numero dei mandati per i parlamentari, copiata pari pari da Beppe Grillo, il più accanito dei suoi nemici. <br />A questa difficoltà tattica si aggiunge una situazione intricata dal punto di vista strategico. La Lega Nord, alleata storica da vent’anni, rifiuta ogni alleanza con lui. Compromesso dagli scandali legati al suo fondatore Umberto Bossi, il partito, ormai guidato dall’ex Ministro degli Interni Roberto Maroni, ha intenzione di rifarsi la verginità all’interno della propria base elettorale dell’Italia del nord, dove governa già in Piemonte e nel Veneto, e per questo motivo è pronto a sacrificare qualche poltrona a Roma presentandosi da solo alle elezioni. Siamo ad una svolta.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-4083552033343609202012-12-09T23:40:00.000-08:002012-12-09T23:40:30.291-08:00Caricatura<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><o:p><a href="http://www.liberation.fr/monde/2012/12/09/caricature_866342"><span style="font-size: large;">Caricature</span></a></o:p></span></div>
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 11.0pt;"><o:p><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
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Di Sylvain Bourmeau <br />
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Pubblicato in <a href="http://www.liberation.fr/monde/2012/12/09/caricature_866342">Francia</a> il 6 dicembre 2012<br />
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Traduzione di Claudia Marruccelli <br />
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Gli svariati tira e molla dell’inverosimile spettacolo offerto dal UMP (Union pour la Majorité Presidentielle) e dei suoi due candidati, alla fine, ci aveva convinto che la Francia poteva vantarsi di annoverare nella sua Repubblica la destra più stupida del mondo. </h3>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-KI5tU6Ecjjs/UMWOtmYI_gI/AAAAAAAAFwA/22UpGmv-VvE/s1600/187330.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" nea="true" src="http://4.bp.blogspot.com/-KI5tU6Ecjjs/UMWOtmYI_gI/AAAAAAAAFwA/22UpGmv-VvE/s1600/187330.jpg" /></a></div>
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Questo senza contare l’incredibile talento di eterno attore, ingenuamente preso sul serio da molti, quando per l'ennesima dichiarò di voler abbandonare definitivamente la scena. Come uno zombie in uno di quei film di serie B del genere fantastico-erotico degli anni '70 che sono (anche) parte del patrimonio cinematografico italiano, l'esilarante Silvio Berlusconi risorge dai morti. </h3>
<h3 class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
Questo ritorno finale, probabilmente il più rischioso che abbia mai tentato, potrebbe paradossalmente essere il miglior servizio che possa rendere alla democrazia italiana, che da Primo ministro ha contribuito a minare per molti anni. Il gesto di Berlusconi e la micro crisi politica che solleva, provocando le dimissioni del Presidente del Consiglio, hanno opportunamente sottolineato il fatto che un governo di unità nazionale, ridicolamente composto da esperti presumibilmente senza ideologie politiche, può probabilmente condurre riforme tecniche finora ritenute impossibili, ma è comunque perfettamente in grado di risolvere la profonda crisi politica che ha paralizzato il paese per troppo tempo. Peggio: questa depoliticizzazione rivendicata ha contribuito all’aggravamento del problema. Se si tratta anche di quello della divisione sinistra-destra, il ritorno di Berlusconi potrebbe rivelarsi una buona notizia.</h3>
ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-49758913110716415342012-12-07T03:45:00.001-08:002012-12-07T03:45:32.086-08:00Spaghetti Western: le primarie italiane in salsa populista<a href="http://fr.myeurop.info/2012/11/30/western-spaghetti-des-primaires-italiennes-a-la-sauce-ump-654"><strong><span style="font-size: large;">Western spaghetti: des primaires italiennes à la sauce UMP</span></strong></a><br />
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: Calibri; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: bold; text-decoration: none; vertical-align: baseline;"></span><br />
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DI Ariel Dumont <br />
Pubblicato in <a href="http://fr.myeurop.info/2012/11/30/western-spaghetti-des-primaires-italiennes-a-la-sauce-ump-654">Francia</a> il 30 novembre 2012<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-NSn45USRGFE/UMHWpEwec-I/AAAAAAAAFu8/IJ8GTgJkAIg/s1600/Bersani-Renzi-la-mappa-del-voto_h_partb.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="191" nea="true" src="http://4.bp.blogspot.com/-NSn45USRGFE/UMHWpEwec-I/AAAAAAAAFu8/IJ8GTgJkAIg/s320/Bersani-Renzi-la-mappa-del-voto_h_partb.jpg" width="320" /></a></div>
<br />Dall’altra parte delle Alpi, scorre sangue nell’arena del partito democratico che domenica al secondo turno delle primarie deve esprimersi tra i due candidati del partito in lizza. Parliamo di Pierluigi Bersani, segretario nazionale e veterano del partito e Matteo Renzi, sindaco di Firenze, quarantenne rampante che si considera il salvatore della sinistra italiana.<br />
La posta in gioco di questo secondo turno è essenziale: chi vincerà rappresenterà le speranze della sinistra alle legislative, che si svolgeranno verso la metà di marzo, ritornando al potere con la presidenza del consiglio.<br />
Ma a tre giorni dal calcio d’inizio del ballottaggio alle primarie, la situazione si è trasformata in dramma tra i due contendenti. Ieri i rappresentanti degli altri quattro candidati che si erano presentati al primo turno, Pierluigi Bersani, Nichi Vendola, Bruno Tabacci e laura Puppato, hanno presentato un ricorso al “consiglio di sorveglianza” del PD contro Matteo Renzi.<br />
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<strong>Manipolazione politica</strong>Alla base di questa decisione, l'acquisto di pagine pubblicitarie in otto giornali italiani da parte della fondazione "Big Bang" vicina a Matteo Renzi. Pagine per pubblicare un testo che invita gli italiani a registrarsi il più presto possibile nelle liste degli elettori del Partito Democratico necessarie per poter votare domenica alle primarie.<br />
Secondo gli altri quattro candidati, la pubblicazione è da considerarsi come una violazione del codice deontologico, in quanto il testo non è stato approvato dall’organo responsabile per l'organizzazione delle primarie, oltre che come manipolazione politica. Per guadagnare terreno al primo turno, Pierluigi Bersani aveva solo 9 punti di vantaggio, il sindaco di Firenze avrebbe deciso di tirar fuori l'artiglieria pesante per mobilitare gli elettori, dicono i suoi avversari.<br />
In attesa della risposta del Consiglio interpellato dai quattro candidati, la situazione diventa sempre animata tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi. Dopo aver appreso che la Corte dei Conti si era rifiutato di approvare il bilancio del comune di Firenze, Matteo Renzi senza mezzi termini ha accusato il capo del suo partito di aver fatto pressioni sui membri della corte. Operazione, secondo le sue accuse, montata soprattutto per screditarlo agli occhi dei suoi elettori.<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-98nivkflQ-M/UMHWn2yUcbI/AAAAAAAAFu4/71-xHCb-0HY/s1600/paginavotodomenica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" nea="true" src="http://1.bp.blogspot.com/-98nivkflQ-M/UMHWn2yUcbI/AAAAAAAAFu4/71-xHCb-0HY/s320/paginavotodomenica.jpg" width="234" /></a></div>
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<strong>Inferno e cattive intenzioni</strong>Pierluigi Bersani accusa il suo avversario "di voler scatenare l'inferno a tre giorni dalle primarie." Secondo il segretario del PD, il sindaco di Firenze ha predisposto una campagna di "bombardamento postale". La scheda di registrazione necessaria per votare alle primarie, è stata inviata a migliaia di utenti italiani, senza nemmeno conoscere la loro appartenenza politica. Unica certezza, il riquadro per stampare il modulo è stato inserito al centro della prima pagina di molti siti. Lo si trova persino in un sito di cucina!<br />
Resta il fatto che questa vicenda rischia di far perdere molti punti al sindaco di Firenze. Nel corso degli ultimi giorni, diversi consiglieri hanno annunciato che sosterranno Pierluigi Bersani domenica prossima, anche se erano pronti a votare per il suo avversario, anche una settimana fa.<br />
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<strong>Il duello francese Fillon-Copé versione spaghetti western</strong>Gli italiani già disgustati dalla politica in generale, dopo gli scandali di corruzione che hanno colpito numerosi partiti con tutta la loro forza negli ultimi mesi, guardano questa battaglia tra leader e si pongono delle domande. E alcuni già affermano forte e chiaro che due uomini che si sbranano per il potere senza rendersi conto di quanto mettano in ridicolo tutto il partito, non hanno la stoffa adatta per governare il loro paese.<br />
In questo contesto, domenica l’affluenza alle primarie, importante al primo turno, nel caso del ballottaggio potrebbe essere deludente. Fortunatamente per gli italiani questa remake versione spaghetti-western della interminabile guerra tra i candidati francesi Fillon Copé termina domenica.ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-4289712242907695562012-12-06T04:16:00.004-08:002012-12-06T04:16:59.999-08:00Il vertice Italo-francese sulla linea Torino Lione<a href="http://www.latribune.fr/actualites/economie/union-europeenne/20121129trib000734179/le-sommet-franco-italien-sifflera-t-il-le-vrai-depart-de-la-liaison-lyon-turin.html"><strong><span style="font-size: large;">Le sommet franco-italien sifflera-t-il le vrai départ de la liaison Lyon-Turin?</span></strong></a><br />
<br />di Marie-Annick Depagneux<br />
Pubblicato in <a href="http://www.latribune.fr/actualites/economie/union-europeenne/20121129trib000734179/le-sommet-franco-italien-sifflera-t-il-le-vrai-depart-de-la-liaison-lyon-turin.html">Francia</a> il 3 dicembre 2012<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-Cz7gFNMOKCI/UMCMdr7m-DI/AAAAAAAAFrg/UcE5PonVp7c/s1600/lyon_turin_illustre_besson.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" nea="true" src="http://4.bp.blogspot.com/-Cz7gFNMOKCI/UMCMdr7m-DI/AAAAAAAAFrg/UcE5PonVp7c/s320/lyon_turin_illustre_besson.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />I rappresentanti amministrativi del dipartimento Rhône-Alpes si aspettano molto dal vertice italo-francese che si terrà oggi a Lione: sperano che i due capi di stato diano il via all’inizio dei lavori della linea ferroviaria Torino-Lione, nonostante le recenti raccomandazioni della Corte dei Conti. Coloro che si oppongono, in particolare gli ambientalisti italiani, francesi e svizzeri, che restano mobilitati contro questo progetto faraonico, tengono la tensione alta. Il fatto che il vertice si tenga a Lione, viene interpretato da Jean-Jack Queyranne, presidente del Consiglio regionale del dipartimento Rhone-Alpes, e da Gérard Collomb, senatore e sindaco di Lione, come un segnale di buon augurio per l’avanzamento della linea ferroviaria ad alta velocità. Gli ultimi colloqui con l’Eliseo li fanno sentire ragionevolmente ottimisti. Nulla fa dubitare che questa causa occupi un posto d’onore ai loro occhi. “E’ necessario che il presidente Hollande e il presidente del consiglio italiano Mario Monti, confermino l’appoggio della Francia e dell’Italia in merito all’attuazione del protocollo d’intesa firmato nel gennaio 2012, in modo che i lavori possano prendere il via nel 2013”, insiste il consigliere lionese che, qualche settimana fa, ha firmato con altri 24 consiglieri del dipartimento un appello a favore di questa linea ferroviaria. Laurent Fabius, ministro degli affari esteri francese, li ha anche rassicurati annunciando il 29 novembre scorso un progetto di legge che autorizza “l’approvazione dell’accordo per la realizzazione e l’ampliamento di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione”.<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-oIZyiuct4SM/UMCMbYU-qTI/AAAAAAAAFrQ/eTXFMz0UfRc/s1600/861479-386588-jpg_573360_434x276.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" nea="true" src="http://2.bp.blogspot.com/-oIZyiuct4SM/UMCMbYU-qTI/AAAAAAAAFrQ/eTXFMz0UfRc/s320/861479-386588-jpg_573360_434x276.jpg" width="320" /></a></div>
<br /><strong>Tredici anni di lavoro per un tunnel di 57 chilometri</strong><br />E’ stato nel 2001 che i due stati hanno ufficializzato la sua costruzione, con un accordo bilaterale che fissava il 2025 come data d’inizio della percorrenza del tunnel principale che aveva bisogno di tredici anni di lavori per 57 chilometri. Il suo costo è stato stimato di 10,4 miliardi di euro, con un contributo previsto da Bruxelles del 40%; il saldo dovrà essere diviso tra Italia (52,7%) e la Francia (47,3%). “ Le infrastrutture sono una variabile che verrà sistemata [in corso d’opera] dal budget dell’Unione Europea, ammette Bernard Soulage, vicepresidente del Consiglio regionale del dipartimento Rhône-Alpes, responsabile delle relazioni con Bruxelles. Una cosa è certa: il preventivo di budget previsto per il periodo 2014/2020 che verrà riservato a questi lavori, sarà superiore al precedente. Inoltre, esiste una reale volontà di concentrare i crediti su progetti più efficaci, come la Torino-Lione”.<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-oLl_ZmZ8FMA/UMCMfF_emXI/AAAAAAAAFrk/6MuSdGv0oyU/s1600/photo-d-archives.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" nea="true" src="http://1.bp.blogspot.com/-oLl_ZmZ8FMA/UMCMfF_emXI/AAAAAAAAFrk/6MuSdGv0oyU/s320/photo-d-archives.jpg" width="320" /></a></div>
<br /><strong>I protagonisti hanno sempre rifiutato un piano B</strong>Comunque, in un comunicato pubblicato nel mese di ottobre, la Corte dei Conti ha gettato un sasso nello stagno ritenendo che non vi era alcuna urgenza di intraprendere i lavori di quest’opera, sulla base delle previsioni del traffico ferroviario. Per giunta in un momento in cui il livello della spesa pubblica deve essere controllata, si raccomanda al primo ministro francese, destinatario di questa comunicazione, di non abbandonare l’alternativa di migliorare la via di comunicazione già esistente. Un caro augurio va agli ambientalisti francesi, italiani e svizzeri che sperano di vedere la propria posizione comune sostenuta dal Partito Verde Europeo. "La galleria principale rispetta il suo nome “di base”, e risponde a una logica volta al mero superamento di un ostacolo, la montagna. Oggi, per andare dall'altra parte del versante, i convogli ferroviari devono salire a 1300 metri. Il che è contro produttivo visto, che ci vogliono due o tre locomotori e vagoni piccoli e leggeri, ha dichiarato un esperto a conoscenza della questione. I protagonisti locali hanno rifiutato un piano B. Vogliono la nuova linea e lasciare i collegamenti stradali vecchi ai TIR ".<br />In Italia hanno appena iniziato gli scavi dei tunnel<br />In una risposta punto per punto all’istituzione della via Cambon, Jean-Marc Ayrault ribadisce che "l'azione del governo si inserisce nel quadro degli impegni internazionali, che sono state recentemente rinnovati e di contribuisce pienamente alla dinamica delle nostre relazioni bilaterali con l'Italia". Il dossier è prettamente di carattere politico. E il governo di Mario Monti si concentra in particolare su questo progetto di grande portata per circoscrivere la recessione economica nella penisola.<br />A questo punto, i lavori preparatori di riconoscimento non sono progrediti alla stessa velocità in entrambi i paesi. In Francia, i tunnel di accesso alla futura galleria sono stati completati e circa "800 milioni di euro sono stati spesi con le sovvenzioni da Bruxelles nel quadro dei contratti a progetto", spiega Jean-Jack Queyranne. In Italia, dove gli avversari della Valle di Susa non mollano, gli scavi delle gallerie sono appena iniziati.<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-n63ldSb_8JU/UMCMctxwYII/AAAAAAAAFrU/bU6MtVpJNFM/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" nea="true" src="http://2.bp.blogspot.com/-n63ldSb_8JU/UMCMctxwYII/AAAAAAAAFrU/bU6MtVpJNFM/s1600/images.jpg" /></a></div>
<br /><strong>Nel progetto complessivo tra Italia e Francia, il costo della Torino Lione è valutato sui 26,1 miliardi di euro</strong>Il tunnel internazionale sotto le Alpi è solo uno degli elementi della Torino Lione, che dal lato francese, si compone di due tratte Grenay / Chambéry (4,5 miliardi di secondo i budget del 2011) e Avressieux / Saint jean de Maurienne (3,2 miliardi di euro). La commissione d'inchiesta pubblica ha emesso parere favorevole su queste tratte ma con riserva e si è raccomandata affinché venga migliorato l’impatto ambientale e urbanistico. Su tutto il tratto franco-italiano, la Torino Lione costerà 26,1 miliardi di euro. Un importo ritenuto da alcuni faraonico. "Il progetto può essere suddiviso in varie fasi per diluire gli investimenti nel corso del tempo, per un periodo di 40 a 50 anni, conclude un esperto. E 'importante che entrambe le parti siano d'accordo ora e in modo permanente sul processo".” Smettiamola di puntare tutto su un tunnel portafortuna del futuro. Pensiamo a riempire immediatamente i treni e le gallerie che già esistono", interviene con vigore Jean-Charles Kohlhaas, consigliere regionale dei verdi nella regione Rhône-Alpes. E se fosse iniziata una nuova battaglia?<br />
ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-88420768956492412042012-11-26T23:14:00.003-08:002012-11-26T23:14:58.347-08:00Il falso egoismo degli europei<strong><span style="font-size: large;"><a href="http://www.lemonde.fr/idees/article/2012/11/21/le-faux-egoisme-des-europeens_1793740_3232.html?xtmc=italiens&xtcr=1">Le faux égoïsme des Européens</a></span></strong><br /><br />di Arnaud Leparmentier<br />
Pubblicato in <a href="http://www.lemonde.fr/idees/article/2012/11/21/le-faux-egoisme-des-europeens_1793740_3232.html?xtmc=italiens&xtcr=1">Francia</a> il 21 Novembre 2012<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<strong>Questa è la settimana delle repliche: il palinsesto europeo ci riserva due brutti sceneggiati, la questione sul bilancio dell'UE e lo psicodramma della tripla A.</strong><br />
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-xN3lnv98beM/ULRnOthnLuI/AAAAAAAAFis/8I1SFLO6KBY/s1600/111122-france-aaa-moodys.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="227" src="http://3.bp.blogspot.com/-xN3lnv98beM/ULRnOthnLuI/AAAAAAAAFis/8I1SFLO6KBY/s320/111122-france-aaa-moodys.gif" tea="true" width="320" /></a></div>
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<br />In un incontro a Bruxelles, i capi di Stato e di governo si sbraneranno per almeno due giorni sul magrissimo bilancio dell'Europa dei 27. Si tratterà su tutto: i contributi agricoli, gli aiuti regionali e in particolare il famoso sconto britannico. La "prima" risale al 1984. L'Europa era bloccata dall’Inghilterra di Margaret Thatcher: sull’orlo della bancarotta, non voleva versare la propria quota per i fondi a favore dell'agricoltura continentale e si lamentava di ricevere in cambio ben poco. "Ridatemi i miei soldi", ripeteva in continuazione il primo ministro britannico, giocando al rialzo. Esasperati, Helmut Kohl e François Mitterrand le fecero un’ultima proposta.
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-rU54H3A7trE/ULRnVnfbd-I/AAAAAAAAFjY/cEItxTbWIKI/s1600/Iron+lady.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" src="http://2.bp.blogspot.com/-rU54H3A7trE/ULRnVnfbd-I/AAAAAAAAFjY/cEItxTbWIKI/s320/Iron+lady.jpg" tea="true" width="320" /></a></div>
<br /><br /><strong>TRIONFO DELLA LADY DI FERRO</strong>Iron Lady aprì la borsetta, si diede un tocco di cipria, bevve un bicchiere di scotch e acconsentì: "Accetto". Superba regia, trionfo della Lady di Ferro, che ottenne meritatamente il successo, ossia uno sconto di due terzi sul suo contributo netto al bilancio dell'Unione europea. Era il vertice di Fontainebleau, che poi permise la ripresa dell’Europa. In seguito i continentali impararono l'inglese e si susseguirono remake di cattiva qualità. Tutti chiedevano uno sconto per se, in caso contrario si rifiutavano di compensare il deficit causato dallo sconto britannico. Invocando la costosa riunificazione tedesca nel 1999, Gerhard Schröder ottenne uno "sconto sullo sconto", cioè il diritto di pagare solo un quarto del suo contributo per l’ammanco britannico, così come gli olandesi, svedesi e austriaci. Oggi, i danesi presentano la stessa richiesta, e i francesi, che a lungo hanno difeso la politica agricola comune, si accorgono di essere diventati assieme agli italiani “il tacchino del ringraziamento”: sono invitati a compensare questi sconti ripetuti. "Voglio indietro i miei soldi!": Questo è il credo che divide gli europei. Uno strano credo, proclamato a gran voce ma smentito dalla realtà. Quella di un’Europa allargata, prima di tutto. La solidarietà è forte, nonostante le grida di sdegno per i presunti egoismi nazionali: i paesi più poveri continuano a ricevere più aiuti di quelli che possono consumare, senza finire nel caos.<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-lWxDMb7g_E4/ULRnU3jst5I/AAAAAAAAFjQ/Vp3Al189vsw/s1600/invit_courriel_forum_citoyens_paris_2012-11-16--2-.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="253" src="http://4.bp.blogspot.com/-lWxDMb7g_E4/ULRnU3jst5I/AAAAAAAAFjQ/Vp3Al189vsw/s320/invit_courriel_forum_citoyens_paris_2012-11-16--2-.jpg" tea="true" width="320" /></a></div>
<br /><strong>Parigi ha perso la tripla A</strong>Questo credo egoista non corrisponde neanche alla realtà dell'euro, ed è ciò che ci insegna il secondo sceneggiato, ossia quello del downgrade della Francia da parte di Moody’s. Dopo il verdetto di Standard & Poors nel mese di gennaio, Parigi ha perso la sua tripla A. Non ci perderemo nei dettagli dei motivi classici invocati dall’agenzia, la lenta perdita di competitività di un paese che rifiuta di fare le riforme, ma poniamo l’accento sugli handicap europei. La Francia, prigioniera dell'euro non può svalutarsi, ma è particolarmente vulnerabile agli alti e bassi del sud Europa: "L'esposizione della Francia all’Europa periferica attraverso i suoi legami commerciali e bancari, ha un'importanza sproporzionata, e i suoi obblighi per sostenere altri paesi della zona euro sono aumentati ", ha scritto Moody’s. Tradotto nel linguaggio di tutti i giorni: la Francia è stata anche degradata a causa della sua solidarietà con i suoi vicini meridionali, in proporzione equivalente a quella della Germania.<br />
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-5i3J9LcHwWE/ULRoSTT6OkI/AAAAAAAAFjk/8zI2r_k3eZs/s1600/74639784.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-5i3J9LcHwWE/ULRoSTT6OkI/AAAAAAAAFjk/8zI2r_k3eZs/s320/74639784.jpg" tea="true" width="272" /></a></div>
<br /><strong>Salvare l’euro</strong>I francesi, che credono che i soldi del governo non sono di loro proprietà, non se ne sono ancora accorti. Le persone che stanno a guardare anche il centesimo come i tedeschi, lo hanno già capito e hanno cercato di opporsi a questi anni di solidarietà. Prima di dover cedere, per salvare l'euro. Così, gli europei non vogliono essere solidali, ma di fatto lo sono. Sono come una coppia di coniugi anziani, che non possono divorziare, ma sono costretti a condividere la stessa casa, dove ognuno si fa i propri conti in tasca per manifestare la propria sfiducia verso l’altro. La correttezza politica del momento consiste nello spiegare questa diffidenza verso la mancanza di democrazia in Europa. In realtà, l'Europa è costruita secondo i canoni di Montesquieu, ma è anche un fantasma. I cittadini non s’identificano con i propri deputati al Parlamento europeo, anche se eletti a suffragio universale, né con quelli della Commissione, comunque organo dal Parlamento. La casa comune è vuota, disabitata dai cittadini. "Creare le istituzioni, non vuol dire creare una democrazia", ammette il federalista Pascal Lamy. Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale del commercio riprende a suo vantaggio l'idea sviluppata dallo storico ed ex ambasciatore israeliano in Francia Elie Barnavi di "un’Europa frigida".<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-IYS7FyLUBt4/ULRnSsT-NMI/AAAAAAAAFjE/IXutt5fsMEs/s1600/carte-du-tendre-1.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="248" src="http://4.bp.blogspot.com/-IYS7FyLUBt4/ULRnSsT-NMI/AAAAAAAAFjE/IXutt5fsMEs/s320/carte-du-tendre-1.gif" tea="true" width="320" /></a></div>
<br /><strong>Lago Indifferenza</strong>Con un pizzico di pudore, noi preferiamo l'espressione di François Hollande: la più grave minaccia che pesa sull'Europa, è "di non essere più amata." Se osserviamo la Mappa del Cuore, ipotizzata ironicamente da Molière, che descrive le pene dell'amore: l'Europa si è persa nel Lago Indifferenza. Il motivo? L'Europa fa ancora parte dell'economia. Jacques Delors ripeteva continuamente: non ci s’innamora di un grande mercato. "Ma noi, non chiediamo d’innamorarci del mercato unico! Sarebbe terribile!", ha assicurato a metà novembre, il primo ministro italiano Mario Monti. Peggio ancora, con la crisi, l'economia è caduta nel disincanto amoroso. "Con la crisi, detestiamo il mercato unico, perché lo vediamo come uno strumento per distribuire malefici sull’Europa", si è lamentato l'ex commissario europeo. Europa non è più sinonimo di prosperità economica. Rimane quindi l’Europa politica per attrarre i cittadini. Ma questa accumula fallimenti. Il primo tentativo, quello di difesa della Comunità europea, è fallito con il rifiuto del Parlamento francese nel 1954, al tempo del governo Pierre Mendès France.<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-fkofYJD0Yus/ULRnRbe8RvI/AAAAAAAAFi4/nKt0vtu8GNc/s1600/carte_europe_27.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-fkofYJD0Yus/ULRnRbe8RvI/AAAAAAAAFi4/nKt0vtu8GNc/s320/carte_europe_27.png" tea="true" width="287" /></a></div>
<br /><strong>"Sogni e incubi"</strong>Maastricht non ha consentito lo sviluppo di una politica estera europea. Colpa del popolo europeo. "Le identità nazionali si sono forgiate basandosi su miti guerrieri. Il mito della patria, è una nazione in pericolo. Il problema dell’Europa, è che è nata su un contro-mito, la pace", secondo l’analisi di Pascal Lamy. I sogghigni che hanno accompagnato l'assegnazione del Nobel per la pace all'Unione Europea dimostrano questa distanza. "Per avere una politica estera comune, occorre avere gli stessi sogni e gli stessi incubi. Eppure gli europei non hanno gli stessi sogni e incubi", prosegue Lamy. Davvero? Per fortuna, abbiamo l'euro dei nostri sogni.<br />
ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-68452889340384314852012-11-26T22:47:00.001-08:002012-11-26T22:47:47.804-08:00Ritorno di fiamma per il Salone del Gusto di Torino<strong><span style="font-size: large;"><a href="http://obsession.nouvelobs.com/gastronomie/20121114.OBS9279/retour-considerations-sur-le-salon-du-gout-a-turin.html">Retour & considérations sur le salon du goût à Turin</a></span></strong><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>di Jean-Marcel Bouguerau
Pubblicato in <a href="http://obsession.nouvelobs.com/gastronomie/20121114.OBS9279/retour-considerations-sur-le-salon-du-gout-a-turin.html">Francia</a> il 20 Novembre 2012<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-baAPWNG8nFc/ULRgaYGzi7I/AAAAAAAAFhA/6ZLRtvR_W_w/s1600/2012-10-28_16_32_06__FILEminimizer__01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-baAPWNG8nFc/ULRgaYGzi7I/AAAAAAAAFhA/6ZLRtvR_W_w/s320/2012-10-28_16_32_06__FILEminimizer__01.jpg" tea="true" width="320" /></a></div>
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<strong>Il salone del gusto: 1000 espositori, 50 “appuntamenti con il gusto”, con un gran numero di grandi e piccoli imprenditori, produttori nel settore agroalimentare in rappresentanza di 400 comunità provenienti da 100 paesi diversi!</strong><br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-ExCwZg0jBZ0/ULRgbO04EuI/AAAAAAAAFhI/cv7dTke_Keo/s1600/cibichecambianoilmondo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://1.bp.blogspot.com/-ExCwZg0jBZ0/ULRgbO04EuI/AAAAAAAAFhI/cv7dTke_Keo/s320/cibichecambianoilmondo.jpg" tea="true" width="320" /></a></div>
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Mettete insieme il “Festival di neu-neu” (storica fiera di Neully-sur-Seine creata da Napoleone 1° ndt), la fiera del libro, quella dell'agricoltura, il mercato del biologico di Boulevard Raspail a Parigi, mescolate, aggiungete un pizzico di sale, pepe, un po’ di spezie esotiche, questo è il salone del gusto di Torino. Ospitato in 80.000 metri quadrati di padiglioni della mecca del taylorismo: la vecchia fabbrica Fiat del Lingotto. I profeti dello sviluppo sostenibile, piuttosto che del taylorismo ispirato alle fabbriche Ford nei primi anni del ventesimo secolo, un’architettura industriale al posto dell’avant-guardismo di Renzo Piano e il Bio al posto delle quattro ruote, tutto ciò fa ben sperare. Il salone del gusto, un evento che vede 1000 espositori, 50 "appuntamenti col gusto", una gran quantità di piccoli e grandi produttori, rappresentanti del mondo dell’agricoltura provenienti da 400 comunità di 100 paesi diversi. Nel 2010 l'ultima edizione del salone ha avuto 200.000 visitatori, di cui il 30% stranieri.<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/--3JFoUIsIhQ/ULRgchk5iXI/AAAAAAAAFhM/uWtfkmmP25s/s1600/slowfood.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="262" src="http://2.bp.blogspot.com/--3JFoUIsIhQ/ULRgchk5iXI/AAAAAAAAFhM/uWtfkmmP25s/s320/slowfood.jpg" tea="true" width="320" /></a></div>
<strong>Slowfood</strong><br />
Tutte queste cifre sono già da sole sufficienti a descrivere l’enorme successo dell’azienda, che nasce a Bra, un paesino in provincia di Torino, dove ha vissuto Carlo Petrini, l'uomo che ha inventato e tutt’ora è a capo di Slow Food, ma che in 25 anni è diventato una multinazionale ... del gusto e del saper vivere bene. Questo ex militante di estrema sinistra, che ha partecipato alle manifestazioni dei lavoratori del 1969, continua ad essere affezionato alle sue lotte giovanili. Secondo lui, è ancora necessario cambiare il mondo. E secondo il suo punto di vista "il cibo può aiutare questo cambiamento, in quanto legato a un consumo eccessivo di risorse, a una perdita allarmante della biodiversità, all'inquinamento di aria, acqua e terra, ai cambiamenti climatici, al calo della qualità e della varietà di ciò di cui ci nutriamo, alla crisi dell'agricoltura che continua a lamentare una drastica riduzione del numero di agricoltori, vere e proprie roccaforti delle zone rurali". Per Petrini, "modificando la nostra dieta, scegliendo in base a criteri che rispettino la qualità, l’etica e l’ecologia, possiamo cambiare il mondo", uniformandosi in tal modo alla tesi di Brillat-Savarin secondo cui "il destino delle nazioni dipende da come si nutrono”.<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-ecMPl-ulmt4/ULRgdtfUFhI/AAAAAAAAFhU/Uppyo0SFI3U/s1600/Terra-madre-testo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="215" src="http://1.bp.blogspot.com/-ecMPl-ulmt4/ULRgdtfUFhI/AAAAAAAAFhU/Uppyo0SFI3U/s320/Terra-madre-testo.jpg" tea="true" width="320" /></a></div>
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<strong>Terra Madre</strong><br />
Ma il vero cuore della manifestazione, è lo spazio dedicato a Terra Madre, festa di colori e prodotti. Terra Madre è una rete organizzata in "comunità del cibo" nei cinque continenti, con lo scopo di promuovere la produzione di cibo "buono, pulito" (ecologico) e pagato al giusto prezzo. Terra Madre vuole dare voce e visibilità ai contadini del mondo.<br />
In mezzo alla folla di italiani di tutte le età, classi intere di adolescenti con maestri e maestre, incontriamo un sikh con il suo turbante, giovani donne giapponesi con i loro (caratteristici) piedini, un mongolo con il cappello a punta, due donne che sembrano essere di origine guatemalteca se si osserva il costume nazionale che indossano, reso famoso da Rigoberta Menchu, quando ha ricevuto il premio Nobel, un uomo vestito di blu come i Tuareg, donne con il velo, donne dallo Sri Lanka che presentano la loro linfa di kitul, un liquido che sa di caramello e che pare si sposi bene con il formaggio fresco. Inoltre, degli [espositori] polacchi propongono un miele da bere, che assieme alla vodka era la bevanda tradizionale delle feste paesane, ma i cui produttori oggi si contano sulle dita di una mano.<br />
Poi, passando da uno stand all’altro, si possono gustare tutti i prodotti del mondo: dallo zafferano marocchino di Taliouine alla pasta Katta del Mali, fino ad arrivare alle patate dolci del Perù, che qui scopriamo furono coltivate a quelle grandi altezze per ordine divino ricevuto dal primo inca che nacque dalle acque del lago Titicaca. Ci sarebbero 900 varietà di patate dolci, tra cui l'organizzazione locale di Slow Food ha selezionato le più interessanti. Questo perchè l’altro punto focale da cui trae nutrimento Slow sono le "sentinelle", quei prodotti locali o quelle razze, molte in via di estinzione, che Slow Food ha deciso di tutelare.<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-pJ_RBML417o/ULRheCTjuFI/AAAAAAAAFhg/QU5hPSeWBMk/s1600/ss6-464x392.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="270" src="http://4.bp.blogspot.com/-pJ_RBML417o/ULRheCTjuFI/AAAAAAAAFhg/QU5hPSeWBMk/s320/ss6-464x392.jpg" tea="true" width="320" /></a></div>
Conoscete in Francia il manzo mirandese di Gers (del nord est del Portogallo ndt), la Brousse di Rove (un formaggio a pasta molle di latte caprino ndt), il vino Rancio sec della regione Roussilllon, le lenticchie Saint-Flour, la rapa nera di Pardailhan, la carne di pecora Barèges-Gavarnie (specialità DOC dei Pirenei ndt), il pélardon stagionato (formaggio caprino della regione Languedoc-Roussillon)?<br />
Prodotti locali di tutto il mondo<br />
No, allora sicuramente non conoscerete nemmeno il piccolo granchio Aratu del Brasile, la palamita toscana o anche, il Warana degli indiani Sateré Mawé dell’ Amazzonia, una mitica pianta nota a questo popolo, dall'alto contenuto di guaranina, presente in questa liana in parte selvatica e dagli effetti energizzanti e analgesici senza pari nel mondo vegetale: meglio della Red Bull, che sconvolge le discoteche di tutto il mondo e stuzzica l'appetito di aziende come la Pepsi!<br />
Qua e là, naturalmente, si possono assaggiare prodotti della piccola e grande gastronomia, provenienti da tutti i territorio, dove gli italiani sono i più rappresentati: 179 sezioni contro le 3 dell’ Argentina e solo 10 della Francia, ma questo è un’altra questione. I prodotti francesi, comunque sono presenti in gran numero, si va dalle “navettes di Six-Fours-les-Plages” (biscotti artigianali provenzali ndt) al prosciutto di Bayonne, fino agli straordinari caffè prodotti artigianalmente. Ad ogni stand, la una storia: c’è quella di Claudio Coralli, appassionato di caffè e cioccolato che si è trasferito in Africa, nello Zaire, da cui però è dovuto fuggire verso le isole di Sao Tome dove si coltivano i chicchi migliori.<br />
Ogni regione italiana ha il suo spazio, il suo stand, i suoi seminari, ristoranti, aree di enodegustazione. Si può anche sposare l'odore del sigaro toscano della mozzarella di bufala affumicata con i vini "passiti" e liquorosi. I cuochi di fama come il bravissimo Fulvio Pierangelini, il cui ristorante Gambero Rosso, è stato a lungo il migliore d'Italia, fino a quando decise di chiuderlo. Non solo ha condotto un laboratorio del gusto dove si possono vedere studenti che annusano odori e assaggiano polveri strane, ma ha anche presentato la sua celebre “Passatina di ceci e gamberetti” all’interno di uno di questi workshop dal titolo "piatti che hanno fatto parlare di sè"<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/--4YgR84v9C0/ULRhsnVE9wI/AAAAAAAAFho/cUr2mShBYLA/s1600/6a00d8341bff7953ef01156e90e4d5970c-500wi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/--4YgR84v9C0/ULRhsnVE9wI/AAAAAAAAFho/cUr2mShBYLA/s320/6a00d8341bff7953ef01156e90e4d5970c-500wi.jpg" tea="true" width="225" /></a></div>
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<strong>Considerazioni su Slow Food in Francia</strong><br />
E se, nella gastronomia, noi fossimo davvero arroganti, come spesso gli stranieri ci rimproverano a proposito di altri settori? Se, a forza di considerarci l’ombelico del mondo gastronomico, stessimo perdendo un bel po’ di belle occasioni? A riprova di ciò la scarsa presenza francese al salone del gusto di Torino, la manifestazione di Slow Food. Naturalmente, c’erano anche stand francesi: come in qualsiasi fiera erano presenti numerosi prodotti DOC, è stato possibile incontrare alcuni chef che fanno parte di questo movimento come Arnaud Daguin, ma a parte queste poche eccezioni, la presenza francese all’interno dei workshop e dei seminari era davvero ridotta. Dove erano i grandi cuochi? I Ducasse, Bras, Gagnaire? Dov’erano i rappresentanti dell’ultima generazione, i Bertrand Grébaut, Alexandre Gauthier, Eric Guerin? Mentre il numero delle adesioni cresce a ritmo esponenziale, quello dei membri francesi è fermo drammaticamente intorno a 2000, tre volte meno rispetto alla Germania!<br />
Quando chiediamo il motivo di queste carenze francesi a Carlo Petrini, questi risponde un po’ evasivamente facendo riferimento all’avversione dei francesi per il nome inglese, il che non è sbagliato, ma non è abbastanza per spiegare questa mancanza di entusiasmo. Secondo Jean Lhéritier che presiede i centri di Slow Food nel nostro paese è "la Francia che ha inventato il INAO, la DOC e l’IGP italiane, ci sono dappertutto confraternite, congregazioni professionali per quasi tutti i prodotti. Tutto questo fa in modo che non sia facile creare un movimento di spessore che riguardi i prodotti dell’agroalimentare in questo paese. Tanto più che il messaggio è molto confuso, ad esempio da voi ci sono le catene di fast food che si fanno pubblicità con lo slogan "Da noi, c’è il gusto," senza che nessuno abbia da ridire". Che Quick (il MacDonald francese ndt) si possa permettere senza reazioni apparenti, questo tipo di pubblicità in un paese dove il "pasto gastronomico dei francesi” è stato recentemente registrato come patrimonio dell’umanità, dimostra abbastanza i nostri limiti! Tanto più che la realtà di questa gastronomia è meno brillante: 7 scuole su 10 utilizzerebbero i prodotti industriali per cucinare i pasti scolastici, come testimoniano gli acquisti fatti alla Metro da numerosi "ristoratori": pesce surgelato, cosciotti d’agnello dolci sottovuoto, dolci precotti. Forse abbiamo ancora un bel po’ di lavoro da fare a casa nostra, per realizzare uno Slow Food tutto francese.<br />
Sono stato anche io socio Slow Food per un certo tempo, e mi sono trovato a condividere più di una volta alcuni pasti, per la verità non proprio eccellenti, con altri soci del mio quartiere. Dove era il coinvolgimento dei cittadini in queste attività? Che siano gli stessi sintomi che fanno si che la Germania sia molto in vista per il suo impegno in ecologia, mentre in Francia i "Verdi" non riescono ad a venir fuori dalla propria complicata situazione in politica?<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-62frfoTYik4/ULRh4VrnJpI/AAAAAAAAFhw/vD1uL6TAzMg/s1600/311691816.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-62frfoTYik4/ULRh4VrnJpI/AAAAAAAAFhw/vD1uL6TAzMg/s320/311691816.jpg" tea="true" width="304" /></a></div>
<br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-318170240768360179.post-11470206412477338822012-11-26T22:33:00.000-08:002012-11-26T22:33:08.413-08:00Il Qatar e l’Italia assieme per promuovere il “Made in Italy”<strong><span style="font-size: large;"><a href="http://www.lemonde.fr/economie/article/2012/11/20/le-qatar-et-l-italie-s-associent-pour-promouvoir-le-made-in-italy_1793187_3234.html">Le Qatar et l'Italie s'associent pour promouvoir le "Made in Italy"</a></span></strong><br />
<strong><span style="font-size: large;"></span><br /></strong>di Philippe Ridet<br />
Pubblicato in <a href="http://www.lemonde.fr/economie/article/2012/11/20/le-qatar-et-l-italie-s-associent-pour-promouvoir-le-made-in-italy_1793187_3234.html">Francia</a> il 20 Novembre 2012<br />
Traduzione di Claudia Marruccelli<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-F4oJIJLab4U/ULReZLsKxVI/AAAAAAAAFgw/2htsY_TkaTo/s1600/Quatar.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="160" src="http://4.bp.blogspot.com/-F4oJIJLab4U/ULReZLsKxVI/AAAAAAAAFgw/2htsY_TkaTo/s320/Quatar.jpg" tea="true" width="320" /></a></div>
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La monarchia del Qatar non si fa problemi sul dopo-Monti in Italia. Che resti ancora in carica come sperano gli industriali, i cattolici o i centristi italiani, o no, lo stato arabo ha deciso, lunedì 19 Novembre, di investire nella Penisola. Un bel segno di fiducia se si tiene conto che il giorno prima, in Kuwait, il Presidente del Consiglio italiano stesso si era mostrato molto meno fiducioso dichiarando che era "già abbastanza impegnato con il presente per poter garantire il futuro d'Italia" dopo di lui.<br />L'accordo siglato tra il Qatar e l'Italia prevede la creazione di una joint venture destinata a investire in società italiane attive nel settore del "Made in Italy". Chiamata "IQ Venture Made in Italy", questa struttura godrà di un immediato fondo di 300 milioni di euro, versati in parti uguali dalla Qatar Holding LLC e dal Fondo strategico italiano (FSI), una holding controllata dalla Cassa Depositi e prestiti. Il fondo potrebbe arrivare a 2 miliardi entro quattro anni. <br />Mentre in Francia il Qatar prevede di far piovere i suoi petrodollari sulle periferie, è l'industria del lusso che gli fa gola in Italia. A ciascuno le proprie debolezze. Moda, cibo, arredamento e il design sono la punta di diamante delle esportazioni italiane, l'unico indicatore attualmente positivo nel cruscotto dell'economia. <br />Ma queste società nate dal capitalismo familiare tradizionale fanno fatica a crescere in assenza di capitali sufficienti, e diventano preda ideale per i concorrenti più grandi di loro. Una situazione ben illustrata ultimamente dall’acquisizione di Bulgari da parte di LVMH o di Parmalat da Lactalis.<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-uSguv4QoHsU/ULReauCJGzI/AAAAAAAAFg0/Pzk95ljNiow/s1600/spaggio-del-princi_1633878c.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://4.bp.blogspot.com/-uSguv4QoHsU/ULReauCJGzI/AAAAAAAAFg0/Pzk95ljNiow/s320/spaggio-del-princi_1633878c.jpg" tea="true" width="320" /></a></div>
<br /><strong>Mire sulla Sardegna</strong><br />
Il primo ministro del Qatar, lo sceicco Hamad bin Jassem Al-Thani, ha detto che il suo paese ha mostrato "grande interesse" per il mercato italiano. "Ci sono progetti in difficoltà in Italia e stiamo studiando la possibilità di entrare" in questi progetti, ha aggiunto. "Chiunque pensi che le acquisizioni straniere in Italia siano un segnale di vendite al ribasso, si sbaglia di grosso” ha assicurato Monti a Doha. <br />Si tratta, secondo lui, "di attirare investimenti stabili e a lungo termine e siamo lieti che l'Italia riesca a farlo." Da quando è arrivato al potere un anno fa, il presidente del Consiglio, che è a conoscenza dei vantaggi del "Made in Italy" per la crescita di un paese in recessione, moltiplica le sue visite all'estero. <br />Ma l'interesse dello sceicco non è solo verso l’alta moda e il prosciutto di Parma. Il suo sguardo è rivolto anche alla Sardegna e in particolare alla Costa Smeralda, dove, nel 1960, Karim Aga Khan IV ha speso enormi capitali per trasformare questo piccolo paradiso mediterraneo zona di villeggiatira dei più rucchi del pianeta. <br />Egli è disposto a investire 1 miliardo di euro per sviluppare il trasporto marittimo e aereo verso questa striscia di sabbia di 55 km, sulla costa nord dell'isola. "Le caratteristiche della Sardegna saranno tenute in considerazione al fine non di cambiare la natura di questo territorio magnifico", ha promesso.<br /><br /><br />ClaTihttp://www.blogger.com/profile/16226984577147606779noreply@blogger.com0