Les succès et les échecs de la carte d’identité électronique
I successi e i fallimenti della carta di identità elettronica
di Fabien Jannic
Pubblicato in Francia il 04/04/2012
Traduzione di Claudia Marruccelli 
La  carta di identità elettronica (eID) non esiste ancora in Francia ma  suscita già polemiche. I deputati hanno dato il loro via libera a questo  nuovo documento di identità dotato di chip elettronico all’inizio del  mese di marzo. La nuova carta, che dovrebbe entrare in circolazione fra  due anni, conterrà, oltre ai tradizionali dati anagrafici (indirizzo,  altezza, luogo di nascita …) anche i dati biometrici, e se occorre le  impronte digitali.
In  molti, tra cuii la Lega per i Diritto dell’Uomo, si sono dichiarati  contrari, protestando contro ciò che alcuni giudicano una “violazione  della libertà personale”.
Sul  quotidiano francese L’Express, Jean-Claude Vitran, addetto alle  relazioni esterne della Lega, spiega inoltre, che “le carte non sono  affatto sicure. Possono essere lette a distanza tramite apparecchi  magnetici o mediante raggi infrarossi”.
Mentre  il governo dichiara che la nuova carta permetterà la lotta contro  l’appropriazione illegale di identità (in Francia sono stati contati  ogni anno 200.000 casi), le associazioni sono preoccupate per la  possibilità di traffico illegale di informazioni, che potrebbe dare  luogo alla creazione di una banca dati che riunisce tutte le  informazioni integrate sul microchip della carta.
Altri  paesi europei hanno già adottato una carta di identità che funziona in  maniera simile. Anche se una direttiva europea del 1999 prevede il  principio di firma elettronica, ciò nonostante Bruxelles non ha fatto  alcuna pressione affinchè vengano adottate queste carte di identità nei  paesi membri.
Ogni  paese sta procendendo con i propri tempi e secondo le proprie modalità,  quindi la eID contiene i dati biometrici solo in Italia, Germania,  Portogallo e Spagna.
Belgio paese pioniere
Il  Belgio è il primo paese europeo ad aver adotatto la carta di identità  elettronica. Dopo un periodo di prova nel 2001, il regno belga ha reso  ufficiale l’uso della carta a partire dal 2004, rendendola obbligatoria  per tutti i cittadini belgi dal 2009.
In  Belgio esisteva già una banca dati che riguardava la popolazione prima  dell’adozione della eID. Questa vicenda ha sollevato meno discussioni  che in Francia, anche se la Lega dei Diritti dell’Uomo belga ha comunque  sottolineato la scarsa sicurezza che circonda l’eID. Ogni cittadino  può, del resto, accedere online ai propri dati in possesso del governo.  L’eID belga consente numerose applicazioni e può essere utilizzata in  tutti gli uffici amministrativi del paese, in particolare per pagare le  tasse online e presto consentirà anche di votare via Internet. I belgi  hanno anche superato la questione del traffico illegale di dati, dato  che la carta potrà essere utilizzata anche come mezzo di pagamento.
Estonia: l’integrazione più avanzata
Conosciuta  per il suo alto uso di nuove tecnologie, l'Estonia  utilizza la eID dal  2002. Tutti i cittadini del paese sono tenuti ad avere questa carta che  è attualmente in possesso di quasi un milione di persone (il 90% della  popolazione). Il paese è quello che sfrutta maggiormente  le possibilità  della carta d'identità elettronica.
A  Tallinn, per esempio, è possibile, utilizzare la carta come biglietto  sui mezzi di trasporto. L’eID estone può anche essere usata come  identificativo nei commenti su alcuni siti di giornali, cosa che allora  non mancò di creare polemiche. E 'anche possibile votare per le elezioni  on-line attraverso la carta e i suoi dati. Nelle ultime elezioni, hanno  utilizzato questa possibilità quasi 80.000 persone.
Un successo che il Ministro estone dell'Economia vorrebbe vedere in tutta l'Unione europea.
L'eID dovrebbe essere la stessa in tutti i paesi dell'UE “siamo solo all'inizio dell'era digitale ", ha detto.
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| L'ex ministro Brunetta e il voto elettronico | 
 Italia: limitata a pochi comuni
Anche  in Italia le prime eID sono comparse a partire dal 2001. Se l'obiettivo  finale è quello di sostituire con questa carta i 40 milioni di  documenti cartacei esistenti, solo 83 Comuni sono attualmente abilitati  al rilascio. Il possesso della carta d'identità elettronica non è  obbligatorio per gli abitanti delle città in cui sono in circolazione.
A  quasi 11 anni dal suo lancio, la eID italiana non è stata molto  pubblicizzata e resta prerogativa dei comuni che l’hanno adottata per  primi. Mentre una serie di servizi online dovrebbe servirsi di essa,  nessuno questi è stato ancora attivato. Il futuro della carta è per il  momento sospeso.
La carta italiana contiene anche le impronte digitali del titolare, che sono direttamente memorizzati nel chip.
Finlandia e Svezia: fallimento di una carta non obbligatoria
La  Finlandia è uno dei pionieri europei nel campo della eID. Lanciata nel  1999, la carta contiene  come negli altri paesi, alcune informazioni del  suo titolare.
La  carta d'identità finlandese è però ancora considerata dal governo come  un fallimento. Nel 2009 una commissione apposita ha richiesto il suo  ritiro. Va detto che la scheda è stata adottata solo da 300 000 persone,  mentre il paese conta 5 milioni di abitanti.
In  Svezia, la situazione è simile. Con un costo di 400 SEK (42 euro), la  carta è stata adottata dal solo l'1% (100 000) della popolazione.
La  causa principale del fallimento della eID è il carattere non  obbligatorio della carta d'identità in entrambi i paesi. I cittadini  molto spesso scelgono di utilizzare la loro patente, sufficiente nella  vita di ogni giorno, e se devono viaggiare, usano il passaporto  biometrico, che costa solo 2 euro in più rispetto alla eID.
In entrambi i paesi, l'eID non contiene dati biometrici.
Portogallo: la scelta della semplificazione
In  Portogallo, la carta d'identità elettronica sostituisce cinque diversi  documenti: carta d'identità, lil codice fiscale, tessera di previdenza  sociale, la carta dei servizi sanitari e la tessera elettorale. Come in  Italia, l'eID contiene le impronte digitali del titolare. Il paese ha  anche una banca dati che raccoglie tutte le informazioni biometriche  della sua popolazione.
Lanciata  nel 2007, nel paese sono in circolazione 2,5 milioni di carte, ossia un  quarto della popolazione. Il Portogallo ha cercato di semplificare  quanto più possibile i rapporti tra l'amministrazione e i cittadini. I  portoghesi possono così effettuare molte transazioni online.
Germania e Lettonia: un lancio recente 
In entrambi i paesi, l’uso dell’eID è ancora in fase iniziale.
In  Germania, dopo un decennio di esitazioni, la prima carta d'identità  elettronica è stata rilasciata nel 2010. Il governo spera in 10 anni di  sostituire tutte le vecchie carte. Oltre ai dati convenzionali, questa  contiene i dati biometrici.
La  Lettonia è l'ultimo paese europeo ad aver lanciato la sua eID. Da  lunedì scorso, i lettoni possono sostiture la loro vecchia carta  d'identità con la nuova per soli 10 euro. Il governo prevede l’utilizzo  di molti utilizzi possibili per la scheda elettronica.
Anche  l’Austria e la Spagna hanno la carta d'identità elettronica, mentre la  sua adozione è ancora in discussione nel Regno Unito.
Forse  il progetto europeo Stork, avviato nel 2009, cambierà tutto. Esso mira  ad unificare le diverse eID nei paesi membri, al fine di facilitare le  procedure amministrative per i cittadini europei.
 






 
Secondo me era ora. In tutti i settori il mondo sta cambiando, è ora che lo faccia anche con l'identità. Con la firma elettronica possono cambiare i vecchi documenti con quelli computerizzati.
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