venerdì 11 gennaio 2013

La nuova sfida di Mario Monti

Italie: le nouveau défi de Mario Monti

Di Christian Makarian
Pubblicato in Francia il 10 gennaio 2013
Traduzione di Claudia Marruccelli

In vista delle elezioni politiche di febbraio, il Presidente del Consiglio pare intenzionato a condurre una coalizione di centro, ma mentre Mario Monti è il candidato preferito di Bruxelles, le sue misure piacciono poco agli italiani.



E’ stato in qualche modo la speranza europea del 2012 e ci offre un bis nel 2013. Dopo aver annunciato le sue dimissioni provocando accese reazioni nel dicembre scorso, Mario Monti che presto compirà 70 anni, ha deciso di rimettersi in corsa senza esporsi in maniera diretta. Secondo un soggetto già collaudato, il « papa di transizione » ha preso gusto al potere. Nominato senatore a vita non può essere eletto in prima persona, ma non ha neanche alcun bisogno di farsi pubblicità. Basta semplicemente che un accordo politico porti il suo nome. Dopo qualche consultazione, a sorpresa, ha annunciato di volersi mettere a capo di una coalizione centrista in vista delle elezioni politiche anticipate del 24 e 25 febbraio. Ed ecco che l’ex commissario europeo, capo di un governo di tecnici negli ultimi tredici mesi, decide di scendere nell’arena politica italiana, che non è la più tranquilla.

Berlusconi che rappresenta in prima persona lo sfacelo dell’Italia, cerca di contenere la mitragliatrice giudiziaria di cui è obiettivo.
Lo fa con mille precauzioni oratorie, facendo ben attenzione di precisare che la frattura destra-sinistra « non riflette l’alleanza di cui l’Italia ha bisogno ». E a ragione. Al centro sinistra il Partito Democratico è dominato dalla personalità di Pierluigi Bersani; la creazione di un blocco di sinistra moderata poggia su delle alleanze e delle contropartite complesse, che presuppongono, tra l’altro, un rifiuto del programma liberale di Monti. In particolare le ambizioni personali di Bersani e di Monti sono lontane l’una dall’altra, anche se, questo è il bello della politica, i due personaggi saranno costretti a trovare un accordo reciproco per sconfiggere il comune avversario. In effetti a destra è ricomparso lo spettro Berlusconi. Il Cavaliere ha manifestato di nuovo la sua perversità facendo cadere il governo Monti con il ritiro dell’appoggio del suo partito, creato solo per scopi personali. La personificazione dello sfacelo italiano cerca di circoscrivere la mitragliatrice giudiziaria di cui è obiettivo. Cerca di sfruttare l’impopolarità del programma di Monti, ma cosa offrirà in cambio del rigore, lui il cui bilancio di governo è a noi tutti ben noto? In larga parte le elezioni si giocheranno attorno al desiderio di legittimità dello scabroso politico.


Monti vuole proseguire l’azione riformatrice iniziata più di un anno faLa Chiesa, che Berlusconi ha senza posa cercato di arruffianarsi alla ricerca di una sua personale moralità, attualmente invia sempre più segnali di appoggio a Mario Monti, cattolico praticante che gode delle reminiscenze della Democrazia Cristiana. Il papa in persona gli ha telefonato per gli auguri di buon anno e l’ Osservatore Romano ha scritto di vedere nella possibile rielezione del presidente del consiglio uscente la risposta alla “domanda di una politica di livello superiore”. Ma Monti più devoto alla Bocconi che al Vaticano, intende proseguire l’azione riformatrice iniziata più di un anno fa e che ha prodotto un certo risanamento alleggerendo la forte delusione. Questa è la sua sfida. Il deficit statale è passato da 63.8 miliardi di euro nel 2011 a 48.5 miliardi nel 2012, e non è poco. Potrebbe quindi assestarsi al 3% del PIL nel 2012 (contro il 4.5% in Francia), risultato che François Hollande spera di ottenere nel 2013. “Super Mario” è anche riuscito a far ridurre lo spread del suo paese rispetto ai mercati finanziari. Purtroppo il suo programma non piace agli strati popolari: nonostante voglia far abbassare di un punto le tasse, continuerà a tagliare drasticamente la spesa pubblica e prenderà misure competitive, ma socialmente dolorose.
Sono molte le ragioni che fanno di Monti il candidato preferito dall’Europa. Ma è davvero una carta vincente? La risposta del popolo italiano, che deciderà senza tener conto minimamente del parere di Bruxelles, di Berlino o di Parigi, darà alla fine la misura di ciò che un popolo pieno di debiti e messo alle strette è ancora in grado di sopportare. La scelta dell’Italia quindi ci riguarda da vicino.

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