venerdì 1 febbraio 2013

Napoli preferisce Silvio Berlusconi alla miseria

Elections en Italie: Naples préfère Silvio Berlusconi à la misère

di Ariel Dumont
Pubblicato in Francia il 25 gennaio 2013
Traduzione di Claudia Marruccelli

Piove a catinelle su Napoli. In lontananza la cima del Vesuvio appare avvolta dalla nebbia. Intorno alla stazione aleggia il profumo dolce delle praline che i venditori ambulanti fanno dorare sulle bancarelle variopinte al riparo sotto gli ombrelloni enormi che ora servono da riparo alla pioggia.


Nelle strade circostanti, si percepisce tutto un altro aroma, quello delle spezie dei venditori di kebab che si mescola con quello delle brioches ripiene di crema. Questi profumi non sono in grado di camuffare il clima che regna a Napoli da qualche tempo. Un clima di disperazione ma anche di rabbia.
In questo periodo di campagna elettorale dove i candidati stanno cercando di incantare un elettorato disilluso dalla promessa di riduzione di tasse (Silvio Berlusconi), dal rigore (Mario Monti) e da un po' più uguaglianza sociale (sinistra di Pierluigi Bersani), Napoli è diventata la vetrina della penisola. Una vetrina dove gli italiani espongono la loro costernazione e il disgusto per la classe politica di qualsiasi colore, senza distinzione.
"Le sue storie di chiappe? Chi se ne frega!" Nel quartiere spagnolo, il cuore pulsante di Napoli, gli abitanti hanno i nervi a fior di pelle.
"Abbiamo provato tutto, la destra, la sinistra, le liste civiche". Quando l'anno scorso abbiamo eletto sindaco l'ex magistrato Luigi de Magistris, pensavamo che avrebbe cambiato il volto di Napoli. Che sbaglio! Non è cambiato nulla, la città è sporca come prima e la gente muore ancora di fame " dice irritato Mario. Questo contrabbandiere di sigarette seduto sotto la pioggia davanti a un tavolinetto di legno traballante in compagnia di due amici, brontola incollerito sorseggiando un caffè.
"Il 20% della popolazione è ufficialmente disoccupato. La disoccupazione giovanile è stimata al 44,4%. Quindi per mangiare e pagare le spese l’unica scelta è il contrabbando e qualche lavoretto, oppure andare alla deriva".
Accanto a Mario, Luigi asciuga le gocce di pioggia che scorronoo sui suoi vecchi occhiali. Ha ottant'anni, prima di andare in pensione faceva il calzolaio. Oggi, prende una pensione di 550 euro al mese.
"Per comprarmi una catapecchia, ho quasi tolto il cibo di bocca ai miei figli. Ed ecco che Mario Monti ora ci chiede di pagare l’IMU quando non abbiamo nemmeno abbastanza da mangiare e viviamo nella povertà. È facile per loro, prendono migliaia di euro al mese anche dopo aver smesso di lavorare, perché hanno diritto a delle indennità". A trentun giorni delle elezioni legislative, hanno già fatto loro scelta. "Voteremo per Silvio Berlusconi. Alla fine, non è peggio rispetto agli altri. Lui almeno, aveva abolito l’ICI e ha offerto un premio di mille euro alle famiglie per il loro primo bambino. E poi, dà lavoro a 54.000 persone nelle sue aziende. Quindi può capirci meglio di altri. Le sue storie di chiappe? Chi se ne frega!", spiega Pietro fumando nervosamente una sigaretta di contrabbando fatta dai cinesi che Mario vende a 2,50 euro al pacchetto. "Sembrano le Camel e costano la metà”.

"Bisogna sparargli!!" In un vicoletto vicino, qualche pensionato gioca a carte davanti all’ospizio della parrocchiai sotto alla pensilina che li protegge dagli agenti atmosferici. Giovanni Lombardi però non sembra affatto un parrocchiano praticante. Mostra con orgoglio la sua tessera del PCI, a cui è iscritto sin dal 1943, ma rimpiange i tempi in cui il Segretario generale del partito, Enrico Berlinguer, andava a messa la domenica con la famiglia.
"Anche allora i politici si abbuffavano, ma almeno anche la gente comune aveva la loro bella fetta di torta e tutti erano felici. Oggi, i politici pensano solo a se stessi. Si guardi intorno, lo sente questo odore per le strade di Napoli: è quello della povertà", dice Giovanni. Accanto a lui, Pasquale Guerra in piedi si dondola nervoso.
"Bisognerebbe cacciarli, fucilarli. Dalla fine della seconda guerra mondiale, si sono arricchiti alle nostre spalle. Un tempo i sindacalisti tutelavano il popolo, oggi fanno gli interessi dei ricchi e circolano con le auto blu mentre io ho sempre lo stesso catorcio verde" sbotta un impiegato comunale.
Dehors, la nuit tombe sur Naples. Dans le port, les grands navires ressemblant à des gratte-ciel sont en panne de touristes.
Fuori, cala la notte su Napoli. Nel porto, le navi da crociera grosse come dei grattacieli, sono a corto di turisti. A pochi metri di distanza, Rosaria Capacchione, la giornalista del quotidiano locale "Il Mattino", specializzata in storie di mafia e che vive sotto la protezione della polizia sta tenendo una conferenza. Nulla di strano, è un candidata al Senato nelle liste del Partito Democratico. La sala è piena. Alcuni pensionati sono lì che ascoltano le sue promesse di cambiare il volto del paese. ma le credono davvero?
"Beppe Grillo? Slogan, insulti e niente altro "
Dall’altro capo della città, attivisti del “Movimento 5 stelle" fondato dal comico genovese Beppe Grillo stanno montando degli amplificatori e spazzano il podio piantato al centro della galleria Principe di Napoli. Alle 9 in punto, il Coluche [noto comico francese ndt] italiano, vestito completamente di bianco sale sul palco tra gli applausi dei suoi fan.
Per un'ora e mezza, si scatenerà a contro la classe politica "marcia fino all'osso" e contro i sindacati "che bisogna abolire". Egli parlerà della necessità di sostituire "i politici di professione da persone normali che sanno cosa significa lottare per vivere". Parole che alla fine non convincono.
"Non so chi votare. Sono venuta stasera perché speravo che Beppe Grillo avrebbe parlato di cose concrete, che avrebbe proposto delle soluzioni. "Ma ho sentito solo slogan, insulti, niente altro", ha detto Maria. Elegantemente avvolta in un cappottino leggero nero, questa signora di quarant’anni dal portamento gradevole insegna in una scuola superiore, non nasconde la sua delusione. "Mi ripeto di nuovo che io non voterei certamente per lui."
Fuori, continua a piovere fitto. Dei curiosi fumano una sigaretta commentando l'incontro. Sono in tanti ad avere la sensazione che ancora una volta, hanno ascoltato solo delle formule magiche, ma niente di concreto. "Mario Monti mi spaventa, i democratici non mi hanno convinto perché si sono alleati con la sinistra. radicale. Per quanto riguarda Berlusconi, per il quale ho votato in precedenza, mi fa pensare ad un cadavere ", spiega Paolo.
Tra un mese, gli italiani esprimeranno le loro preferenze. Secondo gli ultimi sondaggi, il partito di Silvio Berlusconi sta risalendo la china, mentre i democratici dati per vincitori solo due settimane fa, iniziano a perdere piede. Al centro, Mario Monti cerca di consolidare se non aumentare il suo capitale di simpatia stimato al 15%. Alle urne, la battaglia sarà dura. Ma lo sarà ancor più dopo le elezioni, quando gli italiani aspetteranno al varco i loro nuovi governanti

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