giovedì 6 dicembre 2012

Il vertice Italo-francese sulla linea Torino Lione

Le sommet franco-italien sifflera-t-il le vrai départ de la liaison Lyon-Turin?

di Marie-Annick Depagneux
Pubblicato in Francia il 3 dicembre 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli

I rappresentanti amministrativi del dipartimento Rhône-Alpes si aspettano molto dal vertice italo-francese che si terrà oggi a Lione: sperano che i due capi di stato diano il via all’inizio dei lavori della linea ferroviaria Torino-Lione, nonostante le recenti raccomandazioni della Corte dei Conti. Coloro che si oppongono, in particolare gli ambientalisti italiani, francesi e svizzeri, che restano mobilitati contro questo progetto faraonico, tengono la tensione alta. Il fatto che il vertice si tenga a Lione, viene interpretato da Jean-Jack Queyranne, presidente del Consiglio regionale del dipartimento Rhone-Alpes, e da Gérard Collomb, senatore e sindaco di Lione, come un segnale di buon augurio per l’avanzamento della linea ferroviaria ad alta velocità. Gli ultimi colloqui con l’Eliseo li fanno sentire ragionevolmente ottimisti. Nulla fa dubitare che questa causa occupi un posto d’onore ai loro occhi. “E’ necessario che il presidente Hollande e il presidente del consiglio italiano Mario Monti, confermino l’appoggio della Francia e dell’Italia in merito all’attuazione del protocollo d’intesa firmato nel gennaio 2012, in modo che i lavori possano prendere il via nel 2013”, insiste il consigliere lionese che, qualche settimana fa, ha firmato con altri 24 consiglieri del dipartimento un appello a favore di questa linea ferroviaria. Laurent Fabius, ministro degli affari esteri francese, li ha anche rassicurati annunciando il 29 novembre scorso un progetto di legge che autorizza “l’approvazione dell’accordo per la realizzazione e l’ampliamento di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione”.


Tredici anni di lavoro per un tunnel di 57 chilometri
E’ stato nel 2001 che i due stati hanno ufficializzato la sua costruzione, con un accordo bilaterale che fissava il 2025 come data d’inizio della percorrenza del tunnel principale che aveva bisogno di tredici anni di lavori per 57 chilometri. Il suo costo è stato stimato di 10,4 miliardi di euro, con un contributo previsto da Bruxelles del 40%; il saldo dovrà essere diviso tra Italia (52,7%) e la Francia (47,3%). “ Le infrastrutture sono una variabile che verrà sistemata [in corso d’opera] dal budget dell’Unione Europea, ammette Bernard Soulage, vicepresidente del Consiglio regionale del dipartimento Rhône-Alpes, responsabile delle relazioni con Bruxelles. Una cosa è certa: il preventivo di budget previsto per il periodo 2014/2020 che verrà riservato a questi lavori, sarà superiore al precedente. Inoltre, esiste una reale volontà di concentrare i crediti su progetti più efficaci, come la Torino-Lione”.


I protagonisti hanno sempre rifiutato un piano BComunque, in un comunicato pubblicato nel mese di ottobre, la Corte dei Conti ha gettato un sasso nello stagno ritenendo che non vi era alcuna urgenza di intraprendere i lavori di quest’opera, sulla base delle previsioni del traffico ferroviario. Per giunta in un momento in cui il livello della spesa pubblica deve essere controllata, si raccomanda al primo ministro francese, destinatario di questa comunicazione, di non abbandonare l’alternativa di migliorare la via di comunicazione già esistente. Un caro augurio va agli ambientalisti francesi, italiani e svizzeri che sperano di vedere la propria posizione comune sostenuta dal Partito Verde Europeo. "La galleria principale rispetta il suo nome “di base”, e risponde a una logica volta al mero superamento di un ostacolo, la montagna. Oggi, per andare dall'altra parte del versante, i convogli ferroviari devono salire a 1300 metri. Il che è contro produttivo visto, che ci vogliono due o tre locomotori e vagoni piccoli e leggeri, ha dichiarato un esperto a conoscenza della questione. I protagonisti locali hanno rifiutato un piano B. Vogliono la nuova linea e lasciare i collegamenti stradali vecchi ai TIR ".
In Italia hanno appena iniziato gli scavi dei tunnel
In una risposta punto per punto all’istituzione della via Cambon, Jean-Marc Ayrault ribadisce che "l'azione del governo si inserisce nel quadro degli impegni internazionali, che sono state recentemente rinnovati e di contribuisce pienamente alla dinamica delle nostre relazioni bilaterali con l'Italia". Il dossier è prettamente di carattere politico. E il governo di Mario Monti si concentra in particolare su questo progetto di grande portata per circoscrivere la recessione economica nella penisola.
A questo punto, i lavori preparatori di riconoscimento non sono progrediti alla stessa velocità in entrambi i paesi. In Francia, i tunnel di accesso alla futura galleria sono stati completati e circa "800 milioni di euro sono stati spesi con le sovvenzioni da Bruxelles nel quadro dei contratti a progetto", spiega Jean-Jack Queyranne. In Italia, dove gli avversari della Valle di Susa non mollano, gli scavi delle gallerie sono appena iniziati.


Nel progetto complessivo tra Italia e Francia, il costo della Torino Lione è valutato sui 26,1 miliardi di euroIl tunnel internazionale sotto le Alpi è solo uno degli elementi della Torino Lione, che dal lato francese, si compone di due tratte Grenay / Chambéry (4,5 miliardi di secondo i budget del 2011) e Avressieux / Saint jean de Maurienne (3,2 miliardi di euro). La commissione d'inchiesta pubblica ha emesso parere favorevole su queste tratte ma con riserva e si è raccomandata affinché venga migliorato l’impatto ambientale e urbanistico. Su tutto il tratto franco-italiano, la Torino Lione costerà 26,1 miliardi di euro. Un importo ritenuto da alcuni faraonico. "Il progetto può essere suddiviso in varie fasi per diluire gli investimenti nel corso del tempo, per un periodo di 40 a 50 anni, conclude un esperto. E 'importante che entrambe le parti siano d'accordo ora e in modo permanente sul processo".” Smettiamola di puntare tutto su un tunnel portafortuna del futuro. Pensiamo a riempire immediatamente i treni e le gallerie che già esistono", interviene con vigore Jean-Charles Kohlhaas, consigliere regionale dei verdi nella regione Rhône-Alpes. E se fosse iniziata una nuova battaglia?

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