venerdì 16 marzo 2012

Crisi Assassina


In Italia la crisi diventa assassina

di Ariel Dumont
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia Dall'estero

In Italia si susseguono i suicidi dei disoccupati e dei piccoli imprenditori. Fallimenti, depressioni, la crisi economica è diventata sempre più assassina.


Così come è avvenuto in Grecia anche in Italia i suicidi per motivi economici sono sempre più diffusi. Un elettricista di quarantasette anni appena compiuti si è ucciso con un colpo di pistola alla tempia in Liguria. Era stato licenziato all’inizio del mese di gennaio. Qualche giorno dopo, in Toscana, un imprenditore si è impiccato, lasciando una lettera in cui spiegava il suo gesto di disperazione: si è condannato a morte, così come la crisi ha condannato la sua azienda. Dall’altro capo della penisola, in Sicilia, un altro padroncino si è tolto la vita per lo stesso motivo.
Le misure varate dal governo Monti per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese sono arrivate troppo tardi per loro.
Dall’inizio dell’anno in media almeno una persona alla settimana si sarebbe suicidata in seguito a un licenziamento o un fallimento. Che siano imprenditori, dipendenti o piccoli pensionati, come quella coppia che ha scelto di andarsene mano nella mano dopo aver ingerito una dose fatale di barbiturici, tutti hanno preferito la morte ai tormenti della povertà.

Lo stato non paga i propri debiti
In un messaggio scritto prima di suicidarsi, Giovanni Schiavon spiega di non essersi ucciso per i debiti, ma per i crediti che non riusciva a riscuotere. Gli enti locali della provincia di Padova gli dovevano 300.000 euro. Un ammanco enorme che ha avuto ragione della sua piccola azienda edile.
Come Giovanni Schiavon centinaia di piccoli imprenditori del nord della penisola, fiore all’occhiello della piccola industria prima della crisi, sono attualmente stretti dalla spirale della depressione, divenuta, per alcuni, l’anticamera del suicidio. Per non parlare dei dipendenti, che messi con le spalle al muro dai tagli al personale, non riescono a rialzarsi.
Alcuni crollano, altri sopravvivono, ma a quale prezzo? E’ il caso di Mario, cinquantenne romano che da un anno dorme nella sua automobile. Nessuno dei suoi conoscenti ne sapeva nulla, fino ad una settimana fa. Un amico lo ha visto e ne ha parlato con lui, subito dopo parenti ed amici si sono mobilitati per aiutarlo a venirne fuori.

1150 tentativi di suicidio nel 2011
L’anno scorso, fortunatamente, si sono potute salvare più di 1150 persone che avevano tentato il suicidio. Le associazioni professionali si stanno mobilitando a causa dell’aumento del numero di suicidi, compiuti o tentati. Nel gennaio scorso, l’associazione degli imprenditori ha manifestato in silenzio davanti alla presidenza del consiglio nel centro di Roma sventolando le fotografie di cinquanta piccoli imprenditori che negli scorsi tre anni hanno scelto di darsi la morte. E ora, sempre a Roma, è prevista per la metà marzo una marcia silenziosa organizzata dai sindacati e dalle associazioni degli imprenditori.

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