venerdì 23 marzo 2012

NO TAV: collera dei francesi


« La Torino Lione non passerà sulla mia casa ! »
di Jacques Leleu
Traduzione di Claudia Marruccelli



Tra i dipartimenti dell’ Isère e della Savoie, lungo il tracciato della TAV il malcontento cresce giorno dopo giorno. Dopo l’Italia la collera dei “No TAV” ha attraversato il confine. Gli italiani rivendicano la non violenza, mentre i francesi firmano con la vernice i loro atti di sabotaggio senza rivendicarli direttamente. L’indagine che stabilirà l’utilità pubblica si conclude oggi, e ha riacceso le tensioni.
«E’ proprio quel tipo di posto in cui chiunque vorrebbe vivere. E volete che ci passino treni a più di 200 km all’ora?”
Christian Lovet non è un esaltato. Il suo cuore ha fatto un balzo quando ha scoperto il tracciato della futura linea ferroviaria Torino Lione. L’immagine del paesino bucolico si è trasformata in un incubo due settimane fa, la sera in cui si è tenuta l’assemblea pubblica degli oppositori al progetto. Da allora la rabbia non gli è ancora sbollita. Proprio come Richard Mangeolie, che si è messo a capo della rivolta nel suo ex bar diventato il quartiere generale del collettivo che si oppone alla costruzione. 


 Il valore degli immobili sarebbero già calati del 30%
«[Se vai a guardare] sul loro sito internet sembra tutto bello, come vedere un trenino elettrico sotto all’albero di Natale » dichiara con ironia, prima di descrivere lo spettacolo apocalittico che attenderebbe gli abitanti: incessanti via vai di camion che sollevano nuvole di polvere, abitazioni rase al suolo, terreni agricoli eliminati dalla carta …
In meno di un mese la rivolta si è estesa lungo tutto il tracciato: La Tour-du-Pin, Chimlin, Romagnieu, Avressieux, Belmont-Tramonet … E’ il fronte comune che vede alleati i contadini locali con le famiglie che si sono trasferite qui dalla città per godere del verde e della tranquillità della campagna a prezzi molto convenienti, che rischiano di diventarlo ancor di più, avverte Olivier Cabanel, presidente della commissione Ain, Dauphiné, Savoie se la vicenda va avanti così: “Il solo annuncio del progetto ha fatto calare il prezzo degli immobili del 30% nei comuni interessatii”. E’ da verificare ma il problema colpisce nel bersaglio. Proprio come succede al coltivatore diretto Christian Provent:” Ci chiedono di coltivare in maniera più ecologica per rispondere ai bisogni degli abitanti. E hanno appena eliminato decine di ettari di terreno agricolo”.
Un progetto inutile, mostruosamente caro e antiquato. Il loro giudizio è senza appello vogliono promuovere una contro proposta. Dicono che rimodernare la vecchia linea basterebbe ampiamente per rispondere ai bisogni dei viaggiatori e dei trasportatori. È il famoso piano B che passa di bocca in bocca nelle associazioni degli oppositori.
L’inchiesta preliminare che stabilirà l’utilità pubblica del progetto si concluderà oggi nei 71 comuni dei dipartimenti Rhône, Isère e Savoie interessati dal tracciato. Ma questo non influirà assolutamente sulla volontà delle associazioni di boicottare il progetto. “Resteremo non violenti, ma non molleremo”, avverte Olivier Cabanel, assicurando che i suoi iscritti non hanno niente a che vedere con le recenti azioni violente. Il primo marzo a Lione un gruppo di protestanti ha bloccato la  traffico stradale. Il 10 marzo, un commando ha sabotato la ferrovia in Savoia firmando “No TAV” come gli oppositori italiani. Il 12 marzo, due camion sono stati incendiati a Saint-Martin-d’Hères per denunciare i “collaboratori della TAV”.


La collera degli italiani della Val di Susa è ampiamente condivisa dall’altra parte delle Alpi.

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