martedì 13 marzo 2012

I no TAV anche in Francia

di Angelique Negroni
traduzione di Claudia Marruccelli
   Inchiesta sui sabotaggi alla ferrovia in Savoia
La polizia francese sta indagando sulla pista degli oppositori alla linea ferroviaria ad alta velocità Lyon – Torino.

Le azioni violente causate in Italia dal progetto TGV Lione - Torino stanno per varcare i confini e raggiungere la Francia? Un'operazione di sabotaggio è stata condotta sabato sulle linee della SNCF in Savoia provocando un bel pasticcio nel giorno di più intenso traffico verso le stazioni sciistiche. Un centinaio treni di hanno subito ritardi di un'ora circa penalizzando così circa 30.000 passeggeri.

Erano circa le 5:30 del mattino quando la polizia è stata informata di alcuni incendi, localizzati su tre punti distinti nei dintorni di Chambéry, lungo la linea TGV. In un primo momento convinti di aver a  che fare con l'ennesimo furto di metalli, gli investigatori, una volta sul posto, hanno constatato che si trattava di azioni di vandalismo. I cavi utilizzati per la segnalazione ferroviaria erano stati bruciati. Per fare ciò, gli autori avevano aperto i pozzetti di cemento che alloggiano i cavi e vi avevano appiccato il  fuoco utilizzando degli stracci imbevuti di benzina e olio.

Su una delle cabine elettriche, la polizia ha rilevato una scritta « No TAV ». Per il momento però alla SNCF non è pervenuta alcuna rivendicazione, come dichiara il portavoce della società Michel Pronost, analizzando la vicenda :  « Scegliendo questa zona della Savoia, gli autori sapevano  che avrebbero causato grosse difficoltà. Il funzionamento della segnaletica ferroviaria qui è essenziale più che altrove, dato che il TGV talvolta circola a senso alternato”.

La presenza dell’iscrizione ritrovata, che sembra essere recente, naturalmente, mette gli investigatori sulle tracce degli oppositori del progetto TGV Lione-Torino. Tuttavia, la polizia, incaricata delle indagini, resta prudente. Si attendono in particolare i risultati della scientifica che ha prelevato diversi campioni in loco. A partire da queste informazioni, il confronto sarà effettuato con altri simili atti di vandalismo che avrebbe potuto essere registrati in Italia, dove le azioni condotte contro il progetto Lione-Torino TGV sono particolarmente gravi. "Siamo in contatto con la nostra controparte italiana", afferma Jean-Claude Gin, comandante della gendarmeria della Savoia, che si occupa della vicenda assieme alla sezione investigativa di Chambery.

Si attendono rinforzi per ulteriori controlli
Inoltre, questo atto di sabotaggio fa seguito alle vicende avvenute pochi giorni prima a Lione. Durante una dimostrazione giovedì, circa 25-30 persone incappucciate aveva lasciato il corteo e aveva costretto un tecnico della SNCF a farli accedere ai binari. Hanno poi gettato sacchi di sabbia sulle linee aeree di contatto e affisso uno striscione su cui era scritto "No alla Torino-Lione". Nella stessa giornata sono comparse sul muro del Consolato italiano di Lione, delle scritte in lingua italiana contro questo progetto. Da allora, il caso che non ha condotto a nessun arresto, è in mano alla polizia giudiziaria che si avvale in particolare delle immagini a circuito chiuso.

Quasi nello stesso periodo, l'anno scorso, i cavi SNCF sono stati danneggiati, causando gravi disagi. Alla fine, era stato individuato un pensionato della SNCF che aveva voluto, ha detto, dimostrare la vulnerabilità della rete ferroviaria francese. Questa volta, potrebbe quindi trattarsi di autori con ben altre motivazioni. Da questo fine settimana in Savoia, le ferrovie sono particolarmente monitorate. Oltre alle squadre della gendarmeria, uno squadrone di 100 uomini è arrivato come rinforzo per effettuare i controlli. Inoltre, due elicotteri dotati di telecamere speciali rivelano alle pattuglie aeree in volo tutta le segnaletica spenta.

Ondata di violenza contro il progetto TGV in Italia
No-TAV (No al Treno Alta Velocità): questo slogan portato avanti costantemente in Italia dagli oppositori del progetto TGV Lione-Torino, è caratterizzato da periodiche violente proteste e scontri corpo a corpo tra polizia e manifestanti. Il focolaio della contestazione è più attivo a nord, in Val di Susa, interessata dal tracciato ritenuto devastante dal punto di vista ambientale. Il progetto, firmato da Francia e Italia nel 2001 e stimato per 20 miliardi di euro, è considerato troppo costoso e inutile dagli stessi oppositori.

La settimana scorsa, gli oppositori hanno infatti bloccato l'autostrada Torino Bardonecchia (in direzione Lione). Sono scoppiati violenti scontri tra i manifestanti con il volto coperto, che hanno lanciato proiettili prendendo di mira la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni. Conclusione: una trentina di feriti tra i poliziotti e un centinaio di feriti tra i manifestanti.

Ma l'opposizione al progetto si è diffusa anche nel resto del paese. A Roma, sabato, una manifestazione ha riunito numerose centinaia di oppositori. Di fronte a questa crescente violenza, il presidente del consiglio, Mario Monti, ha risposto in questo fine settimana con fermezza garantendo che questo progetto sarà completato. Perché, dice, non comporta alcun rischio di rilevanza ecologica e costituirà un maggiore vantaggio economico per l'Italia  rispetto al resto d'Europa.



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