martedì 6 marzo 2012

Sanremo dal punto di vista francese

di Isabelle Talés
Traduzione di Claudia Marruccelli
Dolce Italia

Nelle gelaterie della Savoia è inutile restare attaccati ai canali televisivi che seguono, in diretta dal meeting di Annecy, Sarkozy candidato [alle presidenziali]: in effetti, la campagna presidenziale ormai sa di stantio. All’improvviso, ci siamo sentiti in obbligo, giovedì 16 febbraio, di seguire su RAI 1, la differita del Festival della canzone italiana di San Remo, anche se è meglio chiamarlo solo Festival della canzone italiana.
Gianni Morandi presenta il 62° Festival di Sanremo
E’ il 62° anno, e l’Italia per cinque, proprio così cinque, serate di fila, commenta per almeno un mese tutte le giornate di questa competizione, esatto, per un mese, che noi, per meglio capire di cosa si tratta, dobbiamo paragonarla ad una “Intervilles” [la versione francese di “Campanile sera” ndt] delle corde vocali o all’ Eurovision [Concorso europeo della canzone ndt] organizzato però solo per un paese: quattordici cantanti sono stati votati martedì da una giuria composta professionisti e dal pubblico, e sabato sera il vincitore è stato uno solo.

Intervilles, gioco televisivo a squadre francese
Chiaramente parliamo della televisione italiana: i sessantenni hanno un po’ troppi capelli e forse troppo scuri per la loro età, le ragazzine un po’ troppo bionde per i loro anni. Luci e lustrini dappertutto. E allora? La star che presenta, Gianni Morandi (un misto tra Michel Drucker e Guy Lux)  [noti conduttori della televisione francese ndt], è anche protagonista di spot pubblicitari per detersivi e automobili. Perché no? Conosce bene il mondo della canzone, è del mestiere. E’ in grado di fare gli onori di casa ad Al Jarreau, Patti Smith, di ballare il valzer con una campionessa di nuoto che lo supera in altezza e forse anche in larghezza. Sa scherzare con il comico di turno, Rocco Papaleo, che fa la sua apparizione indossando un loden abbottonato fino al collo, un fascicolo sotto il braccio, prendendo in giro l’Italia di Mario Monti, presidente del consiglio e del rigore. E’ lui che nei suoi sketch lancia il  filo conduttore di San Remo 2012: “Stiamo tecnici”.

Rocco Papaleo in loden sul palco dell'Ariston
Il festival di San Remo, pur essendo un varietà televisivo che in Francia non avrebbe senza dubbio successo, rappresenta l’amore per la canzone di qualità, melodiosa, scritta con un buon equilibrio tra testo e musica. Per convincersene bastava vedere mercoledì, nella trasmissione “Uno mattina” (l’equivalente di “Télématin” in Francia) la rabbia dei critici  dopo la prima serata.
Monopolizzando la scena con un monologo (parlato) che ha messo sul patibolo il rigore economico e la stampa cattolica, Adriano Celentano, monumento della canzone nazionale, si è attirato più che gli strali della Chiesa, le contestazioni di chi gli consiglia di cantare … e basta!

Adriano Celenntano ospite d'onore a Sanremo
Il Festival di San Remo, stringi stringi, è uno di quei momenti senza i quali le cose in Italia, non sarebbero più quelle che alla fine sono diventate realtà: severe, rigorose, “tecniche”. Sorridendo ai sessantenni pieni di capelli e alle ragazzine ossigenate in Italia, pensiamo alla nostra televisione, a quello che non deve diventare, a quella che sarebbe dovuta restare: attenta all’importanza delle canzoni.

Nessun commento:

Posta un commento