Le retour vénitien du Cavaliere Berlusconi
Pubblicato in Francia il 17 settembre 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia dall'Estero
L’ex premier italiano a Venezia si è concesso un “giro di riscaldamento” mediatico in vista del suo futuro rientro politico.
Ha ripreso a sommergere giornali e televisori: il Cavalier Berlusconi non riesce a rimanere fuori dagli spot e dalla comunicazione mediatica troppo a lungo. Così domenica scorsa ha presentato il suo show di rientro dalle vacanze, in serata, su una nave da crociera, ormeggiata nel porto di Venezia e destinata a scendere lungo l’Adriatico fino a Bari. Il motivo? Una raccolta di fondi di 1 500 euro a persona per il quotidiano Il Giornale, di cui è proprietario.
Eccolo quindi fare la sua apparizione in un ambiente protetto e chic, mostrando un volto serio e contratto, con la sua voce quasi metallica, vestito con un abito scuro adatto a nascondere le sue rotondità, e sempre, naturalmente, con i suoi capelli tinti di rosso scuro e super impomatati, oltre al suo solito trucco “da crociera”, se così si può dire, a base di fondotinta marrone scuro. Ma l’entusiasmo c’è ancora?
Non lo sappiamo. Probabilmente sì. Ma ciò che è certo è che l’uomo che ha condizionato per quasi vent’anni la politica italiana non ha, a quanto pare, imparato molto della sua esautorazione dal potere nel novembre 2011. Riprende infatti le sue solite litanie populiste: in primo luogo contro l’Europa, poi contro Angela Merkel, contro il trattato fiscale che blocca la crescita, contro l’IMU, l’imposta sulla prima casa introdotta dal governo Monti e che permetterà di incassare quest’anno una ventina di miliardi.
“Il ritorno nell’arena”
Ma il rigore dei conti e la stabilità finanziaria ed economica dell’Italia non sono mai stati la preoccupazione principale di Silvio Berlusconi. Egli conosce l’impopolarità della nuova imposta, che risulta in un carico fiscale medio di mille euro l’anno per famiglia, e, come sempre, con la sua consueta demagogia, culla l’idea della sua abolizione.
Ma il rigore dei conti e la stabilità finanziaria ed economica dell’Italia non sono mai stati la preoccupazione principale di Silvio Berlusconi. Egli conosce l’impopolarità della nuova imposta, che risulta in un carico fiscale medio di mille euro l’anno per famiglia, e, come sempre, con la sua consueta demagogia, culla l’idea della sua abolizione.
Ecco quindi gli assi della futura “discesa in campo “del Cavaliere: cavalcare l’onda del risentimento antieuropeo e la demagogia dell’eliminazione di una tassa che colpisce il “pilastro portante della famiglia”, vale a dire la casa. Non dimentichiamo che l’80% degli italiani sono proprietari di casa, una delle percentuali più alte dell’Unione europea.
Non manca davvero molto a Silvio Berlusconi per dichiarare la sua “disponibilità” a guidare la lista del Partito delle Libertà alle prossime legislative nel marzo 2013. Diciamo che il discorso di Venezia è stato un riscaldamento per il prevedibile ritorno del grande populista: mancava solo lui nel campo politico italiano dopo Grillo, la Lega, Di Pietro e Matteo Renzi.
Contro l’Europa, le tasse e il comunismo
Renzi? E’ il contestatore interno del segretario del Partito Democratico: anche lui su una linea populista, si candiderà contro il segretario generale Bersani alle primarie di ottobre. Attualmente pare accreditato del 25% dei voti, ma la cifra è destinata a crescere con il suo giro d’Italia in camper e i suoi slogan tipo “Fuori i vecchi”, “Largo ai giovani”, nonostante l’assenza totale di un progetto. Non è un caso che durante la serata veneziana è stato citato da Berlusconi come un uomo di spicco, che “difende le stesse idee del Partito della Libertà”.
Renzi? E’ il contestatore interno del segretario del Partito Democratico: anche lui su una linea populista, si candiderà contro il segretario generale Bersani alle primarie di ottobre. Attualmente pare accreditato del 25% dei voti, ma la cifra è destinata a crescere con il suo giro d’Italia in camper e i suoi slogan tipo “Fuori i vecchi”, “Largo ai giovani”, nonostante l’assenza totale di un progetto. Non è un caso che durante la serata veneziana è stato citato da Berlusconi come un uomo di spicco, che “difende le stesse idee del Partito della Libertà”.
Se vince le primarie del PD, dice Berlusconi, vorrà dire che il PD ha davvero smesso di essere comunista. E, implicitamente, si intuisce cosa spinge il Cavaliere a spalleggiare Renzi: così come sa che probabilmente non vincerà le primarie (ad oggi questa è l’opinione generale del centro sinistra) sa anche che, con la scelta di Bersani a capo lista e quindi come candidato primo ministro, in caso di vittoria della sinistra, potrà rispolverare i suoi soliti argomenti contro la “minaccia comunista”.
In sostanza, i suoi omaggi a Renzi, in realtà servono obiettivamente a Bersani, screditando il primo agli occhi dell’opinione pubblica di sinistra, e confermano che il nostro uomo ben presto dichiarerà ufficialmente la sua ambizione di ridiventare primo ministro. Contro l’Europa. Contro le tasse. E contro il comunismo …