lunedì 25 giugno 2012

La storia e la memoria sotto le macerie d’Italia


Filosofo e scrittore, Roberto Degrassi evoca i recenti terremoti nel nord Italia in una prospettiva più ampia. Ciò che è da ricostruire, in Italia e altrove in occidente, è il nostro rapporto con il mondo, divenuto assurdo e incomprensibile.


Nel romanzo Cosmopolis di Don DeLillo (2003), da cui è stato tratto, con lo stesso titolo, il film diretto e sceneggiato da David Cronenberg, il giovane e ricco Eric Packer scopre nella sua limousine, che la sua prostata è asimmetrica. E’ solo allora che comincia a dubitare della sua convinzione secondo cui la simmetria tra capitale e tecnologia domina i mercati.
Nella realtà, il crollo delle certezze economiche non è normalmente ammortizzato nè dall’innocenza verginale e arrogante di una limousine, nè da altre illusioni. In Italia, di recente molti imprenditori in bancarotta e lavoratori disoccupati, si sono suicidati. Ogni suicidio rappresenta e racchiude in sé una storia senza fine, e allude alla condizione mortale di ogni individuo, da cui non si può sfuggire; la pretesa di interpretare questo atto, peggio ancora di capirlo o spiegarlo, è di per sé qualcosa di simile a una tentazione quasi blasfema contro l’uomo. Ma c’è qualcosa di suicida già nella descrizione di una esistenza e della sua solitudine, anche civile ed economica, colpita dalla spietatezza di un mondo in cui la durezza delle sofferenze non è più oggetto di mediazione nè da parte dello Stato, perché non ha più il diritto di “assistere”, nè da parte della comunità, poichè le famiglie sono sempre più disunite nella loro struttura, e travolte dalla conflittualità dei protagonisti che le compongono.



La struttura triangolare della famiglia tradizionale, di cui conosciamo le regole anche grazie a Freud, è divenuta esagonale ed irregolare, e sembra di non conoscerne più le regole e le logiche; ammetterlo ci fa paura. Tuttavia, l’individuo è sempre più solo e gravato, per così dire, su se stesso e il suo destino, perché le ideologie del passato (il cristianesimo, il patriottismo, il socialismo e il liberalismo) non sono più conosciute né riconosciute; non aiutano più l’uomo a comprendere il mondo che lo fa soffrire, né gli altri, né, in ultima analisi, a capire se stessi. In questo senso e in questo contesto, l’Italia è diventata una specie di inferno che soffre per tutti; forse questa era spesso o quasi sempre la situazione, già dalla fine dell’Impero Romano.
Questa condizione di incertezza ed ignoranza riguarda solo l’Italia, o più essenzialmente l’occidente? I regimi socialisti nati dal modello sovietico hanno sminuito gli ideali di uguaglianza universale parificandoli all’ individualità, nel senso che li hanno livellati e standardizzati; invece di limitarsi a intervenire al fine di garantire a tutti gli uomini le stesse condizioni di partenza e uguali opportunità per diventare ciò che sono e quello che possono diventare, attraverso la scuola, il lavoro e la cultura, evitando ogni discriminazione; perché è la coscienza che esprime la personalità unica dell’individuo, e non sono gli oggetti di consumo né l’apparenza che servono.


Mappa del debito pubblico nel mondo

Da parte sua, il sistema capitalista non solo ha ridotto la libertà a liberalismo e alle privatizzazioni, ma anche il mondo stesso a un mercato più o meno libero (il mercato occidentale) o sottomesso alle egemonie e ai monopoli (quello del Terzo Mondo); un mercato sempre più colonizzato da una globalizzazione che rende ciascuno di noi meno comprensibile agli altri, più estraneo e più enigmatico. Naturalmente, questo sistema economico ha permesso ad un gran numero di occidentali di vivere per sessant’anni in uno stato di prosperità che non avevano mai sperimentato prima e, inoltre, il suo contributo alla durata della pace in Europa, su cui si potrebbe discutere, non è trascurabile.
Tuttavia, occorre riconoscere e non respingere un risultato così semplice ma anche brutale: per quasi un secolo, questo sistema trasforma l’economia, in origine strumento di sussistenza, in uno scopo di vita e nella base del potere politico. Trasforma, poco a poco e in maniera sorniona, l’uomo a seconda delle sue funzioni in produttore o consumatore, proprietari o dipendenti, fornitori o clienti. Tuttavia, i rapporti tra persone così identificate possono essere basati solo sulla competizione (economica, sportiva, sessuale), e non possono avere altro scopo che la concorrenza, ossia vincere e avere il sopravvento sugli altri. Lo facciamo naturalmente, con motivazioni utilitaristiche, o per ragioni di stato, che spesso sono quelle del più forte, ma dovrebbe essere ovvio che nel mondo che così abbiamo costruito, non può realmente esistere un posto per la morale, per l’etica e, quel che è peggio, per la “buona fede”, tranne in casi eccezionali, o a margine del mondo. Invece, i nostri veri nemici sono spesso nascosti al centro, in noi stessi.



Tutto questo forse potrebbe essere “anche” un problema italiano, ma solo e nella misura in cui questo problema risulti europeo; dovrebbe essere considerato un problema dell’occidente, che ha sviluppato forme di democrazia così rispettabili e lodevoli che spesso si contraddicono con il sistema economico che lui stesso ha adottato. Un esempio concreto in tal senso: nel 2010, Silvio Berlusconi ha chiesto di vietare le intercettazioni telefoniche, indispensabili per la lotta alla criminalità della polizia. Per ottenere ciò aveva voluto far credere che queste misure “violavano la sfera privata” e “la libertà”, mentre dalle trascrizioni delle conversazioni erano emerse le prove dei suoi legami con mafiosi e prostitute minorenni in particolare.
Gli argomenti a favore del segreto bancario e il loro scopo, sono fondamentalmente diversi, e in quale misura? Normalmente, coloro che agiscono in conformità alla legge, del diritto e della giustizia non devono temere i legittimi controlli da parte della magistratura. In altre parole, in una democrazia, chi non ha nulla da nascondere non ha nulla da temere.
In che modo l’Italia deve e può uscire dalla sua situazione? Potremmo ricordare che nelle elezioni amministrative del maggio 2012, i partiti di centro sinistra hanno ottenuto i due terzi del consenso elettorale, mentre il “Popolo della Libertà” di Berlusconi ha subito una dura sconfitta. L’ex alleato di Berlusconi, la Lega Nord, è stato praticamente cancellato dalla mappa politica, a seguito dei recenti scandali legati alla corruzione della famiglia e all’entourage del suo leader, il “secessionista”, Umberto Bossi. Ma questa ammonizione sarebbe ampiamente insufficiente di per sé, perché la politica non è l’unica causa del malessere né l’unico modo per superarlo, anche se è una condizione necessaria per sbloccare la situazione.
Possiamo ricominciare a costruire solo a partire dalle macerie più presenti e significative per la memoria, semplicemente perché è improbabile uscirne in altro modo. Gli italiani dovranno, tirare fuori, cercare e selezionare i capisaldi e le rovine della loro storia passata e recente, e dovranno accettare certi valori, un significato, così come le assurdità e gli orrori. Se continueremo a respingere ed evitare questa operazione, non si arriverà ad alcun risultato. Eppure l’Italia è la terra delle antiche vestigia e dei siti archeologici; è un paese esperto in reperti storici, cioé che riguardano fondamentalmente l’umanità.


"Sismografo"

Perché i terremoti fanno così paura, spesso più degli omicidi o della guerra? Senza dubbio perché questi significano, a causa della natura effimera della materia, la limitatezza dei nostri corpi e di qualsiasi bellezza, indipendentemente dalla nostra volontà, senso di colpa o responsabilità, dunque i terremoti significano la nostra stessa mortalità, facendo l’oggetto per eccellenza di tutte le rimozioni tentate dall’essere umano.
Molte opere d’arte di Ferrara e Modena non hanno resistito ai terremoti. Le nostre idee e le nostre ideologie dal cristianesimo al neo-liberismo, hanno resistito? Probabilmente la maggioranza di coloro che hanno avuto il coraggio di leggere queste considerazioni fino alla fine saranno delusi e irritati, perché “troppo teoriche”, cioè non offrono una risposta chiara, né semplice, né veloce. L’Italia non è un paese chiaro, ma complesso, come lo sono, la storia, il tempo e la memoria. E l’uomo, è chiaro e semplice? Ciò che preoccupa più profondamente è che le opere d’arte si stanno sgretolando, mentre mancano le opere culturali; abbiamo un grandissimo ed urgente bisogno di opere dello spirito (per quelli che ci credono) o di “psyché” (per chi ci crede), perché non abbiamo più i mezzi e gli strumenti per comprendere la realtà del nostro mondo, e quindi il nostro stare nel mondo. È necessario riconoscere questa mancanza e questo bisogno di porvi rimedio, invece di disprezzare l’oggetto di un desiderio che non può essere soddisfatto, almeno per ora.


La "culla" della cultura occidentale

Viviamo in un mondo e in un’epoca in cui quasi tutto si sta esaurendo, di fronte ad esigenze divenute irragionevoli ed eccessive rispetto alle nostre possibilità; per quanto riguarda ciò che “verrà”, non è visible, nè immaginabile. Lungo questo confine tra passato e futuro, quello che ci manca è forse la presenza di un’epoca e il senso della storia. Wim Wenders ne aveva parlato nel suo film Le ali del desiderio nel 1987, poco prima della caduta del muro di Berlino. Aveva affidato la ricerca della storia al vate Omero e a un poliziotto che aveva il nome di un navigatore italiano, che tra l’altro aveva anche sbagliato continente nella sua ricerca delle Indie: il tenente Colombo.
Zone di cerniera o di confine tra diversi strati geologici o culturali, sono luoghi sismici strettamente legati alle relazioni umane: lo scambio, l’attaccamento viscerale, la comunione umana. L’Italia ne è un esempio, lei che, dopo la Grecia, è stata la culla e il centro della cultura europea dal Medioevo al Barocco, prima di diventare la nazione che è oggi. Tuttavia, nell’era delle trasformazioni biotecnologiche ed ecologiche degli esseri umani e della Terra, l’Italia potrebbe ancora nell’immaginario occidentale rappresentare il luogo della memoria e della coscienza stratificata delle migliori possibilità e di quelle più spaventose della storia; delle dimensioni sacre e profane, idealiste e materialiste, spirituali e nichiliste, tribali, individualiste e comunitarie. L’Italia può sembrare un serbatoio collettivo contenente mondi e criteri, forme conscie o inconscie superate o ancora possibili.

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