Les liaisons dangereuses de l’Italie avec le dictateur kazakh
Di Ariel Dumont
Pubblicato in Francia il 15 luglio 2013
Traduzione di Claudia Marruccelli
Era la mezzanotte del 31 maggio. La zona residenziale di Casal Palocco, situata a 15 km dal mare, a sud della capitale italiana, è immersa nel silenzio. In una villa con piscina, protetta da occhi indiscreti da grandi alberi, dorme la famiglia Ablyazov. In una stanza, Alma Ablyazov e sua figlia di sei anni. In un'altra camera, sua sorella e suo cognato. Nelle altre, il personale di servizio.
Mukhtar Ablyazov |
Noursoultan Nazarbayev |
Mukhtar Ablyazov non c'è, i servizi segreti prelevano la moglie
La notte alla fine sarà breve. Una cinquantina uomini della Digos, i servizi segreti italiani, armati e tutti vestiti di nero, circondano la villa. "Stavamo dormendo quando ho sentito dei rumori, colpi di spranga contro le finestre e le porte," racconta oggi Alma Ablyazov in un memoriale consegnato ai suoi avvocati. Una trentina di loro irrompe nella villa, gli altri fuori, sorvegliano il giardino. "Avevano l'aria truce, uno di loro mi ha minacciato con la sua pistola e mi ha chiesto i documenti," ricorda Alma. "In un inglese stentato, misto ad italiano, l'uomo le ha chiesto di identificarsi e le mostra una fotografia: ho capito che stavano cercando mio marito". Il marito di questa donna dagli occhi a mandorla, è Mukhtar Ablyazov, ex ministro dell'energia e dell'industria del dittatore Noursoultan Nazarbayev. Diventato uno dei più importanti oppositori del presidente kazako, Mukhtar Ablyazov fuggì nel Regno Unito, dove ha ottenuto con la sua famiglia lo status di rifugiato politico. Quella notte, lui non c'è. Per proteggersi, Alma Ablyazov esibisce un passaporto dimostrando la nazionalità centro-africana che ha ricevuto recentemente, per motivi di sicurezza. Per l'agente, questo documento è un falso. “Puttana russa" Le grida addosso l'uomo agitando il passaporto. Accusata di possesso di passaporto falso, trattata come una clandestina, Alma Ablyazov viene prelevata con la forza assieme a suo cognato, che nel frattempo era stato pestato a sangue. Verrà rinchiusa in un centro di detenzione preventiva senza bere né mangiare per quindici ore di seguito. Le impediranno anche di vedere un avvocato.
Giudice svegliato all’alba e un aereo pronto a decollare
La mattina presto, i servizi segreti svegliano un giudice e gli chiedono di convalidare il provvedimento di espulsione. Poi, tornano a Casal Palocco e prelevano la figlia di Alma. La giovane donna e sua figlia sono condotte in automobile all'aeroporto, dove li attende un jet privato austriaco. Il pilota viene avvertito alle 5 del mattino di trovarsi sulla pista pronto per decollare in fretta. Sull'aereo, attendono due diplomatici kazaki. L'aereo decolla verso il Kazakistan. Missione compiuta: è passato un mese e il caso ha preso una brutta piega per il governo italiano, che ha già dovuto difendersi dinanzi il Parlamento. Sono state avanzate varie domande. Chi autorizzato il raid nella villa? Chi ha mobilitato i servizi segreti? Il numero due del governo, ministro dell'interno e rappresentante di Silvio Berlusconi in seno all’esecutivo di unità nazionale, così come il ministro degli affari esteri, la radicale Emma Bonino? "Non so niente ma cadranno delle teste," giura il vicepremier, Angelino Alfano. "Questa storia deve essere chiarita," ha detto il ministro Emma Bonino.
Annullamento del provvedimento di espulsione
Secondo la stampa italiana, i diplomatici kazaki dell’ambasciata a Roma avrebbero fatto ripetute pressioni al Ministero degli interni. Secondo il quotidiano di Milano Il Corriere della Sera, l’ambasciatore kazako avrebbe chiesto l'intervento del Ministero il 27 maggio, per l'arresto di un "uomo pericoloso, armato e ricercato in Kazakistan". Il diplomatico viene messo in comunicazione con il dipartimento di sicurezza interna. Il raid viene autorizzato un paio d'ore più tardi. L'Italia ha interessi economici in Kazakhstan tramite l'Eni, la compagnia petrolifera nazionale italiana. Si sarebbe invischiata nella faccenda per preservare la propria attività in questo stato ricco di gas e petrolio? La domanda è legittima. La settimana scorsa, il governo, che ha ordinato un'inchiesta, ja iniziato annullando l'ordine di espulsione. Una richiesta formale di rimpatrio è stata presentata al Kazakistan. L'annullamento dell'ordine di espulsione è un'importante vittoria. Ora la partita si gioca dal lato kazako e lì, non sarà facile", ammette un avvocato che cura gli interessi della famiglia Ablyazov.
Moneta di scambio
Da quando è stata espulsa, Alma Ablyazov è agli arresti domiciliari e il capo dello stato, Nursultan Nazarbayev, non ha alcuna intenzione di mollare ciò che considera come una moneta di scambio per ritrovare il suo dissidente, accusato di aver sottratto alla banca di cui era il dirigente, la BTA, 5 miliardi di dollari. In Italia, il caso potrebbe avere ulteriori sviluppi. Il Tribunale di Roma, a cui la famiglia Ablyazov si è rivolta, ha previsto una prima udienza il 25 luglio. Nel frattempo, i ministri dell'interno e degli affari esteri e il dipartimento di sicurezza interno dovrebbero fornire spiegazioni sui contatti con i diplomatici kazaki. E soprattutto cosa più importante, trovare il funzionario che ha firmato l'ordine di espulsione.
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