La Sicile au bord de la faillite inquiète Mario Monti
di Richard Heuzé
Pubblicato in Francia il 18 luglio
Traduzione di Claudia marruccelli
Il deficit della regione è salito a 5.3 miliardi di euro. Le spese sono raddoppiate in dieci anni. Mario Monti fa pressioni sul governatore affinché rassegni le dimissioni e ponga fine alla deriva finanziaria dell’isola.
Il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo |
La Sicilia si trova sull’orlo del fallimento. Il sindacato locale paragona la situazione economica dell’isola a quella della Grecia. Mario Monti si dice “seriamente preoccupato” per un possibile “default” finanziario e chiede in una lettera al governatore regionale Raffaele Lombardo, di “dare conferma delle sue dimissioni entro il 31 luglio”.
Centrista camaleontico, sostenuto dal Partito Democratico dopo essersi fatto eleggere nel 2008 da una coalizione di destra, Raffaele Lombardo, chirurgo di 62 anni che ha fondato una sua propria formazione politica, il “Movimento per le Autonomie”, governa questa regione composta da 5 milioni di abitanti con una disinvoltura che fafa venire i brividi a Bruxelles. Le casse della regione rivelano un buco di 5.3 miliari di euro, cioé il 6 % del PIL dell’isola. Secondo la Corte dei Conti, in dieci anni le spese sono raddoppate e il debito supera i 21 miliardi di euro. Questo sta aggravando quindi il debito pubblico Italiano, tenuto sott’occhio dai mercati.
Raffaele Lombardo ha costruito la sua fortuna politica sul clientelismo. La regione conta 17.995 dipendenti pubblici (contro i 3.200 del Piemonte) e 24.880 guardie forestali, più del Canada, Stato della British Columbia, ricoperto di foreste. I dipendenti (1382) di “Palazzo dei Normanni”, sede della regione” sono più numerosi che a Downing Street a Londra. Secondo la Corte dei Conti l numero dei dirigenti amministrativi che percepiscono uno stipendio superiore ai 120.000 euro all’anno è fuori misura, uno su sei funzionari pubblici. Migliaia di consulenti incaricati di compiti fantasma, sarebbero stati pagati con denaro pubblico.
Mafia e regionalismo
La Sicilia non lesina in quanto a vantaggi per i suoi dipendenti. I dirigenti amministrativi che hanno familiari anziani a carico possono andare in pensione dopo 25 anni di servizio. Viene assegnato un bonus di 5000 euro a copertura delle spese funerarie a ciascuno dei 90 consiglieri regionali.
Nel mese di marzo, rinviato a giudizio peri “concorso esterno” in associazione mafiosa, il governatore Lombardo non ha affatto modificato le sue abitudini. Tutt’altro. Il giorno stesso in cui era stato condannato, ha assunto una nuova sfilza di consiglieri regionali, e un amministratore che al momento si trovava in carcere! Sono già anni che la Sicilia va alla deriva con questi sperperi. Grazie al suo “Statuto speciale”, garantito dalla Costituzione italiana dal 1948, la Sicilia sfugge, come altre cinque regioni italiane, al controllo di Roma. A tal titolo dispone di una ampia autonomia legislativa e finanziaria che le permette di varare autonomamente alcune leggi, di emettere imposte e di aumentare le proprie strutture amministrative senza alcun rendiconto allo stato.
Salvatore Cuffaro e Raffaele Lombardo |
Da tempo, i siciliani sono stati estremamente gelosi delle proprie prerogative e difendono con forza questa particolarità regionale. Il predecessore di Raffaele Lombardo, Salvatore Cuffaro, anche lui centrista, ha governato la regione dal 2001 al 2008 prima di essere condannato nel 2011 a sette anni di prigione per collusione con la mafia. Attualmente si trova in carcere a Roma.
Dal 2000, Bruxelles ha concesso alla Sicilia aiuti economici per 20 miliardi di euro, di cui solo il 9% è stato effettivamente destinato. L’UE minaccia di sospendere i propri crediti se non verranno attuati risanamenti economici. Raffaele Lombardo afferma che i conti sono a posto e che riferirà di ciò a Monti martedì prossimo. Ma la soluzione più probabile sembrerebbe il commissariamento della regione Sicilia.
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