Il cavaliere decaduto avrebbe trovato spunto dal populista Beppe Grillo per immaginare il ritorno nell’arena politica, con grande disappunto dei suoi ex alleati.
Adesso sta cambiando il vento: l’opinione pubblica, che aveva accolto con ampio favore l’esperienza del governo tecnico, comincia a considerare troppo rigido il rigore di Monti [“montiano” nell’articolo, N.d.T.], i controlli sull’IVA, i blitz della Guardia di Finanza nelle località turistiche alla moda, lo strangolamento del credito che soffoca letteralmente le piccole e medie imprese. Gli italiani iniziano a digrignare i denti. A livello internazionale, inoltre, né il governo Monti, né gli altri governi europei riescono a convincere la cancelliera tedesca a fare concessioni sul rigore e mettere da parte l’integrazione europea.
E i sondaggi ne risentono: “Super Mario”, che fino a due mesi fa poteva ancora vantare un bel 60% di popolarità, è sceso al 40-45%. Il suo governo sembra più che mai alla mercé di una tempesta parlamentare. E intanto, i fanatici dell’anti-politica si scatenano, come il populista Beppe Grillo, la cui popolarità è attualmente intorno al 20%, che ha sedotto… Berlusconi per la sua capacità di “parlare chiaro” .
Uscire dall’euro, l’ultima “tentazione”
Sembra che Berlusconi stia seguendo attentamente il blog-quotidiano di Grillo, spingendo persino i suoi specialisti a studiare il nuovo fenomeno politico. “Beppe Grillo gli ricorda i suoi inizi nel 1994″ dice un amico di Berlusconi. Al punto che Grillo potrebbe ispirare la prossima campagna elettorale della destra: un rifiuto più netto nei confronti della “casta” al potere con i suoi privilegi, oltre ad un invito a rinnovare i vertici partendo dal basso; un estrema diffidenza nei confronti dell’Europa e la difesa di una possibile uscita dell’Italia dall’euro.
È questa l’ultima “tentazione” che Berlusconi sta sviluppando in maniera insidiosa, senza mai ricordare a chi lo ascolta che un ritorno alla lira farebbe automaticamente perdere alla vecchia valuta italiana dal 40 al 50% del suo valore.
Se un giorno dovesse fondare un nuovo partito, Berlusconi immagina dei movimenti [divisi] per categoria: i giovani, i dipendenti, i precari, ecc. scegliendo di spezzare il suo elettorato potenziale.
Ma nelle stesse fila della destra, il ritorno del Cavaliere non suscita sempre entusiasmo.
Né quello del suo successore ufficiale alla guida del PdL, Angelino Alfano, né quello degli ex luogotenenti, un tempo berlusconiani di ferro, e che oggi gli consigliano apertamente di agire da kingmaker, da “padre nobile”, piuttosto che rituffarsi nella mischia.
Una cifra in ogni caso dovrebbe far riflettere Berlusconi: il suo partito, che ai tempi del suo massimo splendore sfiorava il 35% dei consensi, oggi è precipitato miseramente nei sondaggi ad appena il 15-18%.
Nessun commento:
Posta un commento