Il partito di Silvio Berlusconi crolla alle elezioni amministrative, primo test elettorale dalla nomina del Governo Monti. Emerge una sfiducia ormai diffusa verso la classe politica.
“E’ una diarrea politica!” Alla guida del movimento di contestazione “5 Stelle”, il comico Beppe Grillo canta vittoria. E’ la sorpresa annunciata del primo turno delle amministrativei italiane che hanno coinvolto circa 8 milioni di elettori e alcune grandi città come Genova, Palermo e Verona. I suoi candidati sconosciuti, provenienti dalla società civile e “senza portafoglio”, hanno ottenuto oltre il 10% dei voti a Monza e La Spezia, il 14% a Genova e a quasi il 20% a Parma, dove il candidato sindaco accede al ballottaggio.
Forte astensione
“Il virus si sta diffondendo, loro [i politici tradizionali, N.d.R.] sono morti. Ci ritroveremo in Parlamento” esulta il tribuno Beppe Grillo, in contatto con milioni di utenti del web, che da anni raccoglie decine di migliaia di persone in occasione dei Vaffanculo Days, manifestazioni per colpire una classe politica corrotta e delegittimata, diffamare la “casta” e i banchieri, ma anche sostenere l’ “uscita dell’Italia dall’Europa senza pagare i debiti” o ancora ad opporsi allo ius soli per gli stranieri.
Con un solo un sindaco, eletto in un piccolo comune del nord, l’obiettivo di mandare a casa tutti i parlamentari del vecchio governo è ancora molto ipotetico. Tuttavia, questa consultazione elettorale, la prima dalla nomina del governo di tecnici di Mario Monti, avvenuta alla fine del 2011 in sostituzione di Silvio Berlusconi, ha portato all’esplosione del quadro politico tradizionale ed è stata caratterizzata soprattutto dalla bassa affluenza alle urne (33%) e dalla disfatta del Popolo delle Libertà (PdL) del Cavaliere.
“Abbiamo registrato una sconfitta, anche se non è stato un disastro” ha tentato di minimizzare il segretario del PdL, Angelino Alfano, affermando che il suo partito sta pagando il prezzo del sostegno alle misure di austerità di Mario Monti. “Stiamo assistendo ad una disfatta”, dice invece il politologo Roberto D’Alimonte. Alle legislative del 2008, il partito di Silvio Berlusconi rappresentava ancora il 37,4% delle preferenze. Oggi, in molte città, i suoi candidati non andranno al ballottaggio. A Genova, il PdL è sceso addirittura in quattro anni dal 32% al 9% e a Palermo dal 48,8% all’8%. Il problema, dice Giuliano Ferrara, ex portavoce di Silvio Berlusconi, è che “l’ex premier non ha la minima idea di cosa sarebbe necessario fare.”
Duro colpo della Lega
Quanto alla Lega Nord di Umberto Bossi, che contava sul suo divorzio dal Pdl e la sua opposizione al “governo di austerità” di Mario Monti per diventare il primo partito nel Nord Italia, ha subito anch’essa un duro colpo. Investito a sua volta dagli scandali per appropriazione indebita di fondi pubblici, il movimento populista retrocede quasi ovunque in Lombardia. Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, è stato eletto al primo turno con il 57% dei voti. Ma perché in disaccordo con la linea ufficiale del suo partito.
Dopo il primo turno, il Partito Democratico, sostenitore anch’esso di Mario Monti, è “l’unico partito stabile e affidabile in Italia”, nota il segretario Pier Luigi Bersani. Le perdite del PD sono limitate. Fra due settimane, la sinistra dovrebbe aggiudicarsi Genova e Palermo, grazie però a due candidati che lo staff del partito aveva cercato di respingere.
Nel complesso, e mentre i casi di corruzione sono in aumento, la classe politica italiana, incapace di riformare la legge elettorale e di limitare le sue spese, è ora oggetto di una sfiducia generalizzata. Nel bel mezzo di una crisi economica, politica e morale, solo il 2% degli italiani ha dichiarato di “avere ancora fiducia nei partiti”.
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