martedì 16 ottobre 2012

Guardate l’Italia francesi, e tremate


Regardez l'Italie, tremblez pour la France

di Laurent Lafont
Pubblicato in Francia il 3 ottobre 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia Dall'Estero

La Francia, che prima o poi sarà presa di mira dai mercati finanziari per la sua incapacità di contenere i propri conti, dovrà decidersi a seguire il percorso avviato dall'Italia.



Pochi giorni fa, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha fornito un aggiornamento sullo stato di avanzamento delle riforme strutturali avviate in Italia. L'istituzione in realtà ha dato la propria approvazione al governo Monti, ricordando al paese che la trasformazione in corso e la messa in atto degli sforzi richiedono costanza.
Tra le righe, però l'OCSE è preoccupata che l'Italia possa mettere un termine ai propri sforzi nel 2013, quando il Presidente del Consiglio lascerà l’incarico. Il ritorno della politica fa paura, così come la possibilità che l'amministrazione decida di bloccare ogni passo in avanti già fatto. Secondo il quotidiano Il Sole 24 Ore, quasi 350 dei 400 testi adottati dal Parlamento, da quanto l’ex commissario europeo è al posto di comando, non hanno ancora ricevuto le autorizzazioni amministrative necessarie per la loro attuazione.
Tra l’altro la riforma del lavoro, che mira a ridurre il divario tra lavoro precario e impiego tutelato, viene percepita molto male da parte dei sindacati e della classe politica, ancora molto conservatrice. Proprio in questo periodo, alcuni gruppi stanno cercando di organizzare un referendum sull’abrogazione della legge in questione. Questo imbroglio italiano dovrebbe farci riflettere sul futuro della Francia nel breve e medio termine.
Jean Marc Ayrault
Attualmente, il nostro paese gode ancora di bassi tassi di interesse che consentono di contenere la crescita del debito. Ma come giustamente dice Nicolas Baverez [membro del comitato di etica imprenditoriale della Confindustria francese, NdT], "i mercati trattano la Francia come una piccola Germania, mentre [in realtà] è un’Italia in grande". A partire dall'anno prossimo, la Francia diventerà il primo stato emettitore di debito all’interno dell’Unione Europea, togliendo all’Italia una corona, che in realtà sembra più un cappello d’asino. Nelle prossime settimane, la crescita francese risulterà al di sotto delle stime di bilancio. Ciò richiederà di trovare nuove entrate (ma come potremmo aumentare ulteriormente la pressione [fiscale]?) o di incidere sulle spese dello Stato. Vedendo la popolarità del governo Ayrault sciogliersi come neve al sole, la sua capacità di attuare riforme in contrasto con la sua ideologia e respinte parecchie volte può essere messa in discussione. Se lo sostituisce un "Monti", come reagiranno i nostri sindacati, la nostra amministrazione e i nostri politici? Riformare l’Italia è difficile. Riformare la Francia potrebbe esserlo ancora di più.

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