Renzi, l'étoile montante de la gauche italienne
di Pierre de Gasquet
Pubblicato in Francia il 12 novembre 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli
A due settimane dalle primarie del Partito Democratico, il provocatore del centrosinistra italiano sfida il segretario generale in carica, Pier Luigi Bersani. Apprezzato dagli economisti, il sindaco di Firenze si ispira al pragmatismo di Blair e di Obama.
La franchezza contro gli antichi intrallazzi. Sulla piazza di Ortigia, l’antica colonia greca così denominata dai fondatori di Siracusa, in camicia bianca e jeans, “l’uomo del cambiamento” entusiasma la folla all’inizio di novembre. Prima di concludere a Palermo il suo tour elettorale , il “Rottamatore”, ha solcato l’Italia a bordo del suo camper, attraversando a ritmo serrato ben 108 province italiane. Il suo soprannome “rottamatore” (o “demolitore” della vecchia casta), che trae diretta ispirazione dalla “rottamazione”, termine usato per indicare la distruzione delle auto da demolire, è parte integrante del suo marchio di fabbrica. Il fenomeno Renzi consiste prima di tutto nell’invenzione di uno slogan audace e poi nella scelta di un veicolo che attira gli sguardi: un camper su cui spicca a caratteri cubitali rossi la scritta: “Adesso!”.
Così come all’epoca il frate riformatore Savonarola, il sindaco di Firenze, trentasette anni di età, è un piccolo miracolo isolato nel paese della gerontocrazia, che punta soprattutto sulla propria capacità oratoria e sul suo “parlar schietto” per vincere le primarie del Partito Democratico del 25 novembre, profondamente convinto del fatto che il “ritorno alla dignità della politica italiana” debba passare per un totale rinnovamento degli eletti e delle caste. “Mi sento più vicino alla sinistra di Blair e di Obama, piuttosto che a quella di Hollande” confessa Matteo Renzi al quotidiano francese “Echos”,a bordo del suo camper verso Palermo, proprio quando ha appena ricevuto gli incoraggiamenti di Jack Lang. In Francia, si dice grande amico di Bertrand Delanoë et Anne Hidalgo.
“In Italia, essere di sinistra vuol dire ridurre le tasse” insiste, però il “Rottamatore”, sottolineando il livello “atroce” [in italiano nell’articolo ndt] di pressione fiscale nella penisola. "Mario Monti ha restituito credibilità al paese, ma non può essere visto come il salvatore della patria. La sua riforma contro la corruzione rimane davvero modesta e non ha fatto molto contro l'evasione fiscale. Qualunque sia l'esito delle elezioni, rimarrà un grande protagonista della vita politica italiana", prevede comunque Matteo Renzi. "Tra Monti Grillo e ci sono solo io," conclude volentieri il sindaco di Firenze.
Con la sua faccia da prima comunione e certezze da vendere, il "Rottamatore" ha portato a termine, questo fine settimana in Sicilia, le fasi finali del suo Giro d'Italia. A prima vista, questo ex boy-scout, eletto sindaco di Firenze nel 2009, nelle liste del Partito Democratico, non ha nulla del rivoluzionario. Va a messa regolarmente e si fa il segno della croce prima dei pasti. Segno del destino? A diciannove anni, ha vinto 48 milioni di lire al quiz televisivo "La ruota della fortuna" andato in onda sul Canale 5 di Berlusconi. Laureato in Giurisprudenza, ha fatto la sua tesi sul politico antifascista di origine siciliana e ex "sindaco santo" di Firenze, Giorgio La Pira - il cui processo di canonizzazione è ancora in all’esame - prima di lavorare per l'azienda di famiglia di marketing fondata da suo padre. A differenza del comico Beppe Grillo, leader del movimento popolare 5 Stelle, Matteo Renzi fa parte del quadro politico tradizionale.
Ha conosciuto Tony Blair quando veniva in vacanza in Toscana. Anche se alcuni, come ad esempio l'editore Alessio Aringoli, autore di un pamphlet intitolato "Rottamatore Renzi" giudica il suo blairismo ritardato totalmente "superato", il suo modo di parlare e la sua foga seducono sia la sinistra che la destra. E' considerato uno dei tre sindaci più popolari d'Italia assieme a Luigi de Magistris a Napoli e Piero Fassino a Torino. Qualunque sia l'esito delle primarie del centro-sinistra del 25 novembre dove sarà lo sfidante ufficiale dell’attuale segretario generale del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani - davanti al governatore della Puglia, Nichi Vendola, apertamente gay - lo stile e il carisma di colui che a volte viene definito ironicamente il "Berlusconi di sinistra" lo hanno già fatto diventare un fenomeno a parte.
Completamente sconosciuto all’epoca della discesa in campo del “cavaliere” nel 1994, ovunque vada, si fa notare. E’ spigliato nella conversazione, anche se a volte ansima un po’. Da Firenze a Palermo passando per Roma o Milano, il"Rottamatore" ha fatto il pienone nei teatri e nei centri congressi dall'inizio del suo tour partito il 13 settembre da Verona. "Con Grillo, l'unica cosa che abbiamo in comune è che vogliamo un cambiamento radicale. Per il resto, siamo del tutto agli antipodi ", ha detto il sindaco di Firenze, il giorno dopo il successo del Movimento Cinque Stelle di Grillo che ha ottenuto il 18% dei consensi nelle ultime elezioni regionali in Sicilia, con una percentuale di astensione record (53%), dopo la sua attraversata a nuoto dello Stretto di Messina oggetto di un’intensa campagna mediatica. Nulla irrita più Matteo Renzi degli attacchi di Beppe Grillo che lo ha definito un "sindaco fantasma " che ha abbandonato la sua città "strangolata dal debito" per soddisfare le sue ambizioni nazionali. In definitiva, anche se il debito complessivo di Firenze è cresciuto del 20% in tre anni, arrivando a 753 milioni di euro (1.300 € pro capite), comunque resta al di sotto dei livelli di Torino (3.806 euro) o Milano (3348 euro). Matteo Renzi spesso ironizza sulla "stupidità" del "patto di stabilità" interno imposto ai comunisti italiani, che porta a rallentare i propri investimenti.
Il bacio avvelenato del "Cavaliere"
Ansioso di coltivare il suo stile casual, il "demolitore" non ha esitato recentemente a posare con suo padre Tiziano (un ex politico democristiano poi riconvertito nel Partito Democratico) per la copertina di "Chi", il popolare settimanale di Silvio Berlusconi. E' eclettico nelle sue amicizie, attingendo il suo sostegno in un vivaio variopinto composto da intellettuali eleganti, accademici fuori dalle righe, o imprenditori di successo. A partire dal suo "consigliere", Giorgio Gori, ex direttore di Canale 5 di Silvio Berlusconi, silenziosamente allontanato dallo staff ufficiale del canale televisivo, all’intellettuale toscano Edoardo Nesi, passando per la "star" degli fondi speculativi , il fondatore di Algebris, Davide Serra, l'uomo che aveva osato sfidare l'autorità del francese Antoine Bernheim alla guida dell'assicuratore Generali, nel bel mezzo dell’assemblea generale. Ma nella sua cerchia di appoggi può contare anche sulla la nuova guardia dei dirigenti imprenditoriali del made in Italy: l'inventore di Eataly a Torino, il megastore della cucina italiana, Oscar Farinetti, il patron di Technogym, Nerio Alessandri o il fondatore della Diesel, Renzo Rosso. Piace a questi imprenditori in cerca di una boccata d'aria fresca nel quadro politico italiano la cui vernice si sta screpolando.
"La finanza non è né buona né cattiva"
"Renzi sostiene le nostre idee sotto la bandiera del Partito Democratico. Questo è un bene! Se vince lui, vinciamo tutti " così ha dichiarato Silvio Berlusconi a metà settembre. Ma anche se la sua intenzione è quella di rivolgersi ai delusi del berlusconismo o della Lega Nord, raccogliendo consensi tra le file del centro destra, se necessario, il "Rottamatore" ha seccamente risposto che "Berlusconi sarà il primo a essere rottamato. "Il "Rottamatore" è capace di rimescolare le strade. Già nel dicembre 2010, la rivelazione della sua visita "segreta" nella villa privata di Silvio Berlusconi ad Arcore, ha seminato la confusione nelle file del Partito Democratico. Ancora oggi, Matteo Renzi deve giustificarsi spiegando che la sua visita rientrava nel normale dialogo istituzionale tra un capo di governo e un parlamentare e non si è trattato di un inciucio come un altro.
A Milano, la sua cena "raccolta fondi", organizzata con la partecipazione attiva dell’investitore Davide Serra, il 28 ottobre, ha fatto scalpore. Ha partecipato il fior fiore della finanza milanese, banchieri, assicuratori e capitani d'industria per la presentazione del programma economico del "Rottamatore". Tra i presenti: il "banchiere di Romano Prodi," ex capo di Goldman Sachs Europe, Claudio Costamagna, o Carlo Salvatori (Lazard) e Flavio Valeri (Deutsche Bank). La presentazione del fondatore di Algebris, in cui alcuni vedono la trama del programma economico del sindaco di Firenze, non dispiace alla finanza milanese. "Troppo debito e crescita insufficiente", tra i dieci mali che affliggono l'Italia, Serra elenca l'evasione fiscale e la mancanza di competitività, ma anche la "complessità del sistema fiscale" e il livello troppo elevato di spesa pubblica e dei salari del settore pubblico in cambio di un "livello di servizio antiquato."
Anche se il segretario generale del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, grande rivale di Matteo Renzi alle primarie, ironizza su i suoi amici finanzieri "con sede nelle Isole Cayman," il sindaco di Firenze continua e insiste. Per lui, "la finanza di per sé non è né buona né cattiva: spetta alla politica instradarla." Dal punto di vista universitario, può contare sul sostegno di economisti liberali come Pietro Ichino, specializzato nel mercato del lavoro o Luigi Zingales della Chicago Business School, attivista ardente del movimento trasversale Arrêtez le déclin (che Fermate il Declino), di Oscar Giannino che smantella regolarmente la politica di austerità di Mario Monti. "La concorrenza è il disinfettante necessario per liberare il paese dalla corruzione e dal clientelismo", dice convinto Luigi Zingales, considerato un potenziale ministro dell'Economia di Renzi, in caso di vittoria. "Matteo Renzi è una persona che si fa da sé. Ha una sua personalità. Non si fa imporre come deve comportarsi” dice sottovoce, però, lo scrittore e regista Alessandro Baricco, autore del bestseller", Seta ", anche lui stregato dal "Rottamatore ".
Il sindaco di Firenze, gode anche di una buona reputazione all'interno di Confindustria. Tuttavia, non perdona al capo della Fiat, Sergio Marchionne, di averlo definito una "brutta copia di Obama a capo di un paesino", in conseguenza della sua critica al piano di congelamento degli investimenti del produttore Torinese nella penisola. "Berlusconi è finito, ed è il primo a saperlo. Per venti anni, la sinistra italiana è stata contro Berlusconi. Dobbiamo chiudere la parentesi e parlare di futuro ", sospira oggi Matteo Renzi. Non c'è dubbio che le battute del "Rottamatore" dal forte accento toscano, intrigano e incantano alcuni delusi della politica tradizionale. "Che piaccia o no, ha ricordato al Partito Democratico la necessità di rivolgersi anche al centro e ai cattolici", dice in breve il direttore del "Corriere della Sera" Aldo Cazzullo. Ribelle o ammutinato? Le "Savonarola" in jeans ha ancora una lunga strada da percorrere.
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