di Jaroslava Gissübelova
Pubblicato nella Repubblica Ceca il 22 agosto 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli
Un capitolo meno noto della storia ceca: il ruolo svolto dalle trasmissioni clandestine in lingua ceca, Oggi in Italia, durante l’invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del patto di Varsavia 44 anni fa, il 21 agosto 1968.
Sede di Oggi in Italia |
Oggi in Italia, che aveva iniziato a trasmettere clandestinamente da Praga verso la penisola italica nel 1951 come strumento di propaganda comunista, nell’agosto del 1968 si scaglia contro l’occupazione sovietica. Mentre la maggior parte delle emittenti radiofoniche del paese era stata censurata, e la popolazione privata del diritto all’informazione, l’emittente clandestina italiana metteva a disposizione dei giornalisti cecoslovacchi le sue frequenze.
Dopo la chiusura degli studi, l’unica emittente che continuerà a trasmettere, ben nascosta in una villa di proprietà di una famiglia comunista a Nusle, nel 4° distretto di Praga, fu quella di Oggi in Italia. Grazie ai tecnici e a un’impiegata delle trasmissioni internazionali della radio ceca, si stabilì che quella emittente si sarebbe messa a disposizione dei giornalisti cecoslovacchi. Da quel giorno Oggi in Italia fu l’unica radio a trasmettere in ceco, mentre tutte le altre radio erano state oscurate. Secondo lo storico Oldrich Tuma, dell’istituto di storia moderna, il ruolo dei media, tra cui in primo luogo la radio come fonte d’informazione immediata sull’evoluzione della situazione del paese, ha rivestito un’enorme importanza.
Ingresso dei carri armati sovietici a Praga |
Accanto alle trasmissioni dei giornalisti cechi, I redattori italiani hanno continuato a informare su ciò che accadeva a Praga.
Oggi in Italia nacque alla fine del 1950, su iniziativa del partito comunista italiano che non avendo potuto avere accesso ai media del servizio pubblico in occasione delle elezioni organizzate due anni prima, decise di mettersi in proprio. Oldrich Tuma racconta:
“Dopo il 1948, la Cecoslovacchia era diventata terra d’asilo preferita da un certo numero di comunisti e membri di altri partiti di sinistra, in particolare provenienti dall’Europa occidentale. C’erano greci, italiani, francesi, ma anche yugoslavi, che si opponevano al regime di Tito dopo la rottura tra l’Unione Sovietica e la Yugoslavia”.
Berlinguer al congresso del PCI |
I primi giornalisti di Oggi in Italia erano partigiani italiani che avevano trovato rifugio in Cecoslovacchia dopo la guerra. Negli archivi dell’Istituto per lo studio dei regimi totalitari viene citato tra i collaboratori delle trasmissioni clandestine italiane anche un ceco: Vladimir Tosek, futuro giornalista televisivo, ma anche agente del contro spionaggio della Stb costretto a collaborare per via delle sue attività in esilio a Londra durante la guerra.
Bisogna aggiungere che le trasmissioni clandestine di Oggi in Italia sono state mandate in onda da Praga per venti anni, dal 1951 al1971. L’indirizzo ufficiale della radio era a Berlino. Le autorità cecoslovacche fingevano di ignorare la sua esistenza. Nel 1958 l’Italia minacciò il congelamento delle relazioni diplomatiche con la Cecoslovacchia e il blocco delle importazioni dal paese oltre che l’interruzione del rilascio dei visti, in considerazione del perdurare della situazione. All’inizio degli anni ’60, si ottenne un certo disgelo politico. Il segretario generale del partito comunista italiano Luigi Longo venne a Praga per esprimere la sua solidarietà alla nuova dirigenza del partito comunista ceco guidato da Alexander Dubcek. Ma quando Dubcek fu rimosso dal suo incarico, anche Oggi in Italia ha smesso di trasmettere sul territorio cecoslovacco. Il motivo reale e ufficiale della chiusura dell’emittente fu l’intervista mandata in onda nel 1971 del nuovo segretario del partito comunista italiano Enrico Berlinguer, in cui condannava la politica di Mosca e il processo di normalizzazione in Cecoslovacchia.
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